venerdì, 26 Aprile 2024

Personaggi ai margini che hanno imparato a muoversi border line o a scomparire del tutto: in una contemporaneità come la nostra dove più si “condivide”, soprattutto virtualmente, più si è davvero appagati, leggere Uscire dal mondo (Rizzoli), il nuovo libro di Edoardo Albinati (foto in copertina Musacchio & Ianniello), lascia addosso tante sensazioni. Intanto, le storie (tre racconti) parlano di donne e uomini complessi, ognuno con la sua croce, che cercano quasi di rendersi invisibili in un micromondo che può significare espiazione o riscatto: perché lì si può essere stati relegati oppure siamo stati noi a rinchiuderci.

Un detenuto problematico, con una giovane vita contrassegnata da abusi di droghe – “(…) ripercorre un cammino già raccontato altrove cento volte, un circuito obbligato, una corsa a ostacoli dove gli ostacoli vengono abbattuti uno dopo l’altro, finché viene abbattuto anche il cavallo che vi è inciampato ed è rimasto zoppo, quindi meglio interromperlo qui l’elenco dei reati, dei referti psichiatrici, delle molestie, delle condanne e delle botte, dei tentativi di disintossicazione, meglio che restino chiusi nelle cartelle giudiziarie e cliniche, o no?” – una ragazza afflitta da una misteriosa malattia e un artista misantropo sono i protagonisti di un romanzo emotivamente forte popolato da personaggi che Albinati descrive con cura, sono tridimensionali in un incedere quotidiano che si trascina pesante, popolato dai fantasmi del passato. Ognuno di loro, non solo i comprimari, ha alle spalle un qualcosa di doloroso – possono essere segreti, errori, rimpianti… – che lo stile di Albinati e la sua profondità introspettiva amplificano.

“La professoressa viveva da sola con la vecchia madre e non aveva mai avuto un marito o dei figli, ma non poteva arrendersi a una banalità come quella di provare un sentimento materno nei confronti del povero Ragazzo A. Niente di più scontato, e dunque di falso. Eh, no, non è possibile, non siamo mica macchinette, il mio cuore non ha bisogno di compensazioni, altrimenti me le sarei già prese, non è la prima volta che mi capita. Dev’esserci qualcosa di più profondo che mi sfugge. Non rendendosi conto che la sua non era affatto una compensazione, bensì una premonizione”.

Albinati si muove con una scrittura esatta e inarrestabile dentro le ossessioni del nostro tempo, per far emergere sentimenti che riguardano tutti: la paura del giudizio altrui, il febbrile desiderio di essere compresi. Uscire dal mondo è un gioco di disvelamenti e di specchi che, a seconda dell’approccio che si ha, spaventa o attrae.

L’Autore è nato a Roma nel 1956. Lavora come insegnante nel carcere di Rebibbia. Tra i suoi libri Maggio selvaggioOrti di guerra19Sintassi italianaSvenimentiTuttalpiù muoio (scritto con Filippo Timi), Vita e morte di un ingegnere. Nel 2016 ha vinto il Premio Strega con La scuola cattolica.

Rossella Montemurro

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