venerdì, 26 Aprile 2024

“Io non sapevo. O meglio: non me lo ricordo più. Era una vita smemorata e quelle cose non le vedevo. Vivevo in mezzo a parole – insistenti, insensate, sontuose, insolenti. Però me lo ricordo: io non sapevo.

Ora abito quel punto del tempo. Ogni sera poso ritualmente il volume rosso sul tavolo di legno che mi serve da scrivania. Faccio la somma dei giorni: aggiungo, tolgo, annoto, leggo.

“Tutti i bambini, tranne uno, crescono”, scrive James Barrie. Cominciano così le avventure di Peter Pan. Come lettore, immagino subito un elegante quartiere di Londra, vaste residenze irreali per troppa perfezione, aiuole luminose e curate. Wendy ha due anni. Si lancia tra le braccia della mamma e le porge un fiore appena colto. A questo istante ne seguiranno altri eppure, anno dopo anno, non si ripeterà mai più. Wendy ha due anni e ha già imparato il tic-tac rettile del tempo. “A due anni tutti i bambini lo sanno. Due è il principio della fine.”

Lascia che ti ripeta le parole con cui cominciavano le nostre storie. Parlavano di giganti e di fate, di pirati e di indiani, lepri e folletti, lupi e bambine. La vita vera è più dolce per gli orchi che per i bambini. È lei che sperde Pollicino in fondo al bosco e fa sparire i sassolini bianchi che segnavano fra gli alberi la strada nascosta del ritorno. La vita vera divora Hänsel e divora Gretel, o li incatena per sempre dentro una capanna infernale. Dimentica Raperonzolo in cima alla torre. L’esistenza è una favola chiara e crudele, una leggenda con miniature grottesche. Nel margine dei libri illustrati, indifferenti ai discorsi con cui ci rassicuriamo a vicenda, i diavoli scandiscono le ore e le streghe preparano veleni. La nostra storia è una fiaba così, di terrore e tenerezza, che si dice all’incontrario e comincia dalla fine: erano sposati, vivevano felici e contenti, avevano una bambina… E poi tutto ricomincia perché, ascoltami, c’era una volta…”.

È questa la prima pagina di Tutti i bambini tranne uno (Fandango, traduzione di Gabriella Bosco) di Philippe Forest, un libro toccante sulla storia – vera – del calvario di Pauline, la figlia dell’autore, affetta da un tumore osseo che non le lascerà scampo. E non c’è nulla di più disumano, terribile, doloroso che sopravvivere a un figlio, accompagnare alla morte una bambina di tre anni.

La spensieratezza dell’infanzia viene messa in dubbio dagli esami, dai ricoveri, dagli interventi, dalla chemioterapia… Il papà non la lascia un attimo, fa in modo che ogni istante trascorso fuori dalla clinica sia il più intenso e ricco di esperienze. Pauline adora le fiabe – Peter Pan su tutte – i cartoni animati, i giochi: la quotidianità di una bambina così piccola si alterna alla freddezza delle corsie, ai tumori pediatrici, alla speranza appesa a un filo ma indispensabile per darsi e darle forza.

Alcuni testi di Mallarmé, Hugo, Zola, Camus, Joyce – solo per citarne alcuni – fanno da sfondo alla tragedia dignitosa che vive un papà straziato dalla malattia della figlioletta: “Il lungo anno in cui morì nostra figlia fu il più bello della mia vita”.

La vita troppo breve di Pauline viene ripercorsa con gli occhi dell’amore, con l’accanimento di un padre e una madre che non possono accettare una sentenza di condanna così ingiusta – un cancro rarissimo.

La prima operazione al braccio, un successo di breve durata. Dopo numerosi ricoveri risulta che il male ha raggiunto un polmone. Una seconda operazione riesce, ancora una volta, a sopprimere il tumore e tuttavia “il cancro era come una fiamma che correva su un grande foglio di carta”. Si estende all’altro polmone, impedisce alla bimba di respirare. Stavolta è veramente la fine, è soltanto una questione di ore, di minuti. I genitori assistono alla morte della loro unica figlia.

Quello di Forest è uno stile elegante e magnetico, intriso di poesia. Il suo è un libro che non lascia indifferente il lettore ma lo scuote.

Vincitore del Prix Femina 1997, Tutti i bambini tranne uno, pubblicato per la prima volta da Alet nel 2005, e oggi riproposto da Fandango, è il libro che ha reso celebre in Italia questo autore.
Rossella Montemurro
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