venerdì, 26 Aprile 2024

“Il teorema del romantico dice che: ‘un cuore immerso completamente nell’amore riceve un colpo di fulmine dalla punta dei piedi fino alla cima dei capelli uguale per intensità allo sguardo della donna con cui ha appena deciso di passare tutto il resto della propria vita. Perché il primo passo verso l’amore è ammettere a sé stessi di essere innamorati.’”

Ci sono l’amore – tanto –, i buoni sentimenti, una sana leggerezza e un pizzico l’ironia in Principessa Saranghae (Bertoni editore, prefazione di Paolo Girelli) il nuovo romanzo di Diego Galdino pronto a farci immergere nelle atmosfere della Corea del 1300 e, in contemporanea, in quelle di una Roma attuale ritratta con il suo fascino senza tempo.

Presente e passato si intrecciano grazie a una “palla di vetro con effetto neve” che nelle mani di Giulio diventa il lasciapassare verso la Corea medievale, la “chiave” che gli permette di incontrare la bellissima Yoo-jung figlia del Re Wang Jeon sovrano del regno di Goryeo. Orfana, Yoo è protetta da una guardia personale, il generale Shin, che non la segue come un’ombra.

Capovolgendo la “palla di neve” Giulio ha scoperto di poter capovolgere il tempo e così, ogni sera, ritrova Yoo cercando di nascondere questo “segreto” ai genitori e agli amici.

Giulio, romano, è il proprietario di un negozio che vende solo palle di vetro, un “colpo di testa” che ha avuto ed è riuscito a difendere nonostante il parere contrario del padre.

Non ha una ragazza, è ben inserito in un gruppo di amici delle superiori frequentato anche da Rita, una sua ex con cui è rimasto in ottimi rapporti. Le fughe dalla sua principessa – che in altri termini sono delle vere e proprie fughe dalla realtà – iniziano a insospettire chi lo conosce bene e presto le scuse che inventa non reggono più. In suo aiuto arriva la scelta di Yoo di fuggire. La principessa si ritrova così centinaia di anni dopo in un’epoca che non conosce, attorniata da oggetti, modi di fare e modi di dire per lei del tutto nuovi. E Giulio si ritrova innamorato di questa ragazza elegante, dalle movenze nobili, capitata in maniera incredibile nella sua vita e diventata ormai indispensabile.

Principessa Saranghae è probabilmente il primo drama all’italiana. All’inizio di ogni capitolo ci sono citazioni tratte dai drama coreani preferiti dall’autore e, tra le pagine, abbondano citazioni di libri e film. Ancora una volta Galdino rende omaggio a Roma, valorizzandone i luoghi simbolo e rendendola incantevole. Alcuni dei personaggi del suo romanzo, romani veraci, si esprimono con le inflessioni tipiche, risultando irresistibili.

Mai come adesso si sente il bisogno di evasione, anche in letteratura. È per questo che la lettura di Principessa Saranghae diventa quasi terapeutica, ci aiuta a sognare, a dimenticare le giornate che stiamo vivendo contrassegnate dall’incertezza.

Galdino, il Nicholas Spark italiano, ha usato lo stile giusto in una trama fresca, originale, lontana dagli stereotipi. E chissà se lui, il barista-scrittore, non abbia preso in prestito un po’ delle storie ascoltate al bancone del bar per dar vita a questi personaggi così ricchi di sfaccettature…

Galdino (classe 1971) vive a Roma, e ogni mattina si alza mentre la città ancora dorme per aprire il suo bar dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città. Definito da Il Messaggero il “Cinderella Man della letteratura”, è un autore di successo internazionale, tradotto nei Paesi di lingua tedesca, spagnola e in Polonia, Bulgaria e Serbia. Ha esordito con il romanzo Il primo caffè del mattino, di cui sono stati venduti anche i diritti cinematografici in Germania. Mi arrivi come da un sognoVorrei che l’amore avesse i tuoi occhiTi vedo per la prima voltaL’ultimo caffè della sera, sono tutti pubblicati con Sperling&Kupfer, mentre Bosco bianco è stato autopubblicato per una scelta di cuore. Lo scorso anno con Una storia straordinaria ha fatto il suo ingresso nel catalogo Leggereditore.

Rossella Montemurro

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