venerdì, 26 Aprile 2024

Ha l’abitudine di scrivere con le cuffie nelle orecchie per lasciarsi trasportare dalle canzoni. Un amore, quello per la musica, che si riflette sui tatuaggi: sul suo avambraccio sinistro ci sono i primi quattro quarti di Applausi per Fibra

Tra le pagine del nuovo romanzo di Adessoscrivo – lo pseudonimo con cui ha iniziato a scrivere Salvatore Ferrante, autore italiano che in pochi anni è riuscito a creare attorno a sé una straordinaria comunità di lettori, una platea di quasi 350mila follower su Instagram – E poi tu, all’improvviso (Sperling & Kupfer), di musica ce n’è tanta – Aiello, Bersani, Comete, Rocco Hunt solo per citarne alcuni.

Delicato, leggero ma al tempo stesso profondo: il suo è uno stile pieno di contrasti.

“Succedono le cose, qualcuno lo chiama destino, qualcuno scelte. Le cose accadono per farci inciampare, per farci cadere, per insegnarci a rialzarci. Le cose succedono per imparare a vivere, imparare a ridere, a soffrire. La vita è tutto un succedere: succede che incontri due gambe che ti legano, due mani che ti scaldano, due occhi che ti parlano, un profumo di mandorla e yogurt che ti fa sentire a casa. Succedono le cose, scegliamo noi di viverle o di farcele passare accanto.”

In E poi tu, all’improvviso il protagonista e io narrante è Salvo che, dopo l’ennesima relazione andata in frantumi, decide di fare un salto nel vuoto e accetta di andare a insegnare in un liceo di Napoli. Lo fa pieno di dubbi, torturato da una “compagna” che da un po’ non vuole lasciarlo, l’anedonia, “(…) l’incapacità di sentire e godere delle cose. È come se il nostro cervello decidesse di sconnettersi, di non provare sensazioni per non soffrire, di isolarsi, di anestetizzarsi.”

“Mio fratello mi ripeteva che non poteva piovere per sempre. Questa era la sua risposta a ogni cosa brutta che accadeva. Io che invece la pioggia l’ho sempre amata, speravo si sbagliasse.

Lui mi diceva sorridendo che avevo la pioggia in testa, per questo non ero mai felice, che ero uno di quelli che non sanno gustare la felicità. Credo sia una condanna per chi, come me, non sa bene chi essere e vive osservando tutto quello che lo attraversa o lo sfiora. Ogni cosa ci tocca, ogni immagine, ogni persona, ogni emozione ha un’impronta che rimane indelebile dentro di noi. Siamo fatti di cose che ci attraversano, e ci la­sciamo trapassare senza difenderci. Quelli come me amano il dolore tanto quanto l’amore, alla fine è sempre la stessa merda.”

Con questa zavorra, un peso di sensazioni che quasi lo fa annaspare ogni giorno, arriva a Napoli, città che “ti insegna a fare a pugni con la vita”, e ritrova Federica, una sua amica che gli farà da cicerone. Come professore Salvo si fa subito benvolere, con i ragazzi è in gamba, ha il dono di saper ascoltare e, con la sua sensibilità, fa subito breccia nei suoi piccoli allievi: Marco, detto ‘o mariuolo, Annalisa che si sente attratta da un’altra ragazza, Marika che viene derisa “perché è chiatta”, con Edoardo che ha paura di morire, con Silvia che viene dalla Sanità e non vuole essere come i suoi genitori e “sogna di andarsene, un giorno”, e gli altri ragazzi pronti a investirlo come un fiume in piena, ogni mattina, varcata la soglia della classe.

Mentre fa di tutto per portare a termine il suo romanzo, inizia a frequentare Aurora, un’amica di Federica e, quasi in contemporanea, rimane rapito da Alessandra, la sorella di Leonardo, un suo studente. Entrambe lo travolgono, salvo poi eclissarsi, fin quando è Alessandra a catturarlo con i suoi alti e bassi, con le sue fughe improvvise e i ritorni carichi di passione. Alessandra, però, è una ragazza che fa ogni cosa per compiacere gli altri, a scapito di sé stessa e Salvo capirà presto quanto male può fare una dinamica così contorta.

Il disagio giovanile, il bullismo, la violenza in famiglia, i tabù e i silenzi che spesso circondano alcune patologie sono gli altri temi affrontati in E poi tu, all’improvviso, in una cornice intimista, dai toni soffusi. Nei suoi libri c’è poco d’inventato: “Qualcuno dice che la tempesta bisogna attraversarla e un po’ scrivere è la stessa cosa… – afferma l’autore – Non ho paura di mettermi a nudo, l’ho fatto in qualsiasi libro che ho scritto. Accetto tutti i rischi”. Prendono spunto dal suo vissuto i riferimenti alla fibromialgia, una sindrome ancora poco conosciuta, sono dovuti al fatto che lui ne soffre davvero dal 2016.

Per quanto riguarda l’anedonia, invece, sottolinea: “Di tutto ciò che si avvicina ai disturbi mentali se ne parla davvero poco. I giovani non vengono ascoltati. Nei miei romanzi voglio raccontare anche i ragazzi che con me, sui social, si aprono. Per esempio, ce ne sono alcuni disperati per la fine di una storia d’amore: li rassicuro dicendo loro che esistono tanti amori nella vita. La vita è bella perché imprevedibile. La mia idea era quella di dire alle persone: anche se qualcosa finisce non abbiate paura”.

Adessoscrivo ha trovato il modo migliore per arrivare a sensibilizzare i suoi lettori e arrivare al cuore anche di chi, per la prima volta, si avvicina ai suoi libri.

Il suo primo romanzo, Dieci magnitudo (2017), è stato un piccolo caso editoriale, Successivamente ha pubblicato per Rizzoli nel 2018 Quello che so sulle donne (Distruzioni per l’uso), nel 2019 Noi siamo eclissi. Con Sperling & Kupfer ha pubblicato Respira (2020) e Manuale d’uso per una vita di merda (2021).

Rossella Montemurro

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