venerdì, 26 Aprile 2024

È davvero una bella scoperta L’ultima generazione felice (edizioni Music Force, distribuzione Egea Music), l’album d’esordio di Aleco, un veterano nell’ambiente discografico, in particolare “dietro le quinte” di numerosi nuovi talenti.

Aleco è infatti nome d’arte di Alessandro Carletti Orsini, romano classe ’76 che 14 anni fa ha fondato, insieme a Emanuele La Plebe, la Music Force, un’associazione che si occupa di dare una mano a tanti artisti, cercando di dare loro una discreta visibilità a livello nazionale e non solo e che, dal 2008 è diventata editore musicale occupandosi direttamente di produzione e promozione discografica.

Il suo primo album è una piacevole sorpresa sia dal punto di vista prettamente musicale sia per i testi.

L’ultima generazione felice comprende dieci tracce che possono essere ascoltate come dieci brevi storie, tutte molto orecchiabili e in grado di suscitare, ciascuna, sensazioni e suggestioni diverse. Sono canzoni evocative che fanno riaffiorare ricordi. Tra i brani, firmati da Aleco con gli arrangiamenti di Andy Micarelli, spicca il singolo che da il titolo all’album, L’ultima generazione felice, accompagnato da un video dai toni leggeri e colorati, una fotografia in musica degli indimenticabili anni Ottanta – per chi è nato a metà anni Settanta, rappresentavano un po’ un limbo in un’adolescenza tutto sommato spensierata, quando bastava davvero poco per conquistare la serenità: quando, ricorda il cantante, bastava un pallone per volare, le lettere scritte a mano ci sembravano capolavori, il presidente del Consiglio non cambiava quasi mai… Ancora, le corse in biciclette e le ginocchia sbucciate: ci siamo passati tutti ed è bello riviverli sul filo della nostalgia.

In E così nacque Roma c’è un omaggio alla capitale con una protagonista, Sabina, nel quale Aleco racchiude il senso del suo album: “Sabina rappresenta un po’ tutti noi che amiamo le nostre origini”.

“Le generazioni passano, sono felici, sono immortali. – spiega Aleco – Sabina si trova a vivere e ricordare questa immortalità con una tale leggerezza da non rendersene conto, mai. O forse sì, a distanza di anni se ne rende conto e si bea di tutto ciò che è stato, della bellezza di tutto ciò che è stato, ma che è pronta a vivere anche successivamente.

Cambiano le ottiche, le prospettive, le generazioni con tutti gli sbagli che potranno e dovranno fare, alle quali, con l’esperienza maturata in sette punti, dovrà per forza di cose, spiegare come un piede si mette davanti all’altro, come si canta, come si balla, come ci si mette d’accordo per incontrarsi tante volte e tornare ogni anno ad essere la generazione più felice che ci sia.

Sabina trova qualcosa di nuovo, insegna qualcosa di nuovo, ma a volte perde anche se stessa acquisendo la consapevolezza che il tempo è ingannatore. Il tempo inganna, vince sempre, il tempo non è un alleato, è sempre un nemico, se si parla di vita vissuta.
Allora tutto ciò che rimane è un pallone, una bicicletta, il sole, un incontro e il tempo fermato in ogni singolo attimo che ricordiamo, più sono i bei ricordi, meno il tempo è nemico.

Io sono Sabina”.

L’album L’ultima generazione felice, con tutta la sua poesia e i significati che porta con sé, deve essere è dedicato a quanti hanno mitizzato gli anni Ottanta, a tutte le “Sabina”. Il suo ascolto, però, è consigliato a tutti, per conoscere e apprezzare una new entry di talento nel panorama musicale.

Rossella Montemurro

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