venerdì, 26 Aprile 2024

In questi giorni di pandemia abbiamo sperimentato il desiderio di libertà, il desiderio di uscire, di evadere, di fare… quello che abbiamo sempre fatto.

Ed io, vi confesserò, in casa molte volte ho pregato con il salmo 126

“Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.”

Quanto è bello scoprire e riscoprire che noi uomini siamo tutti e sempre nelle mani di Dio!

Non possiamo combinare nulla di buono se Dio non ci aiuta.

E’ la dimostrazione che non possiamo assolutamente vivere come se Dio non esistesse!

Abbiamo toccato con mano che il progresso tecnologico e scientifico non è stato accompagnato da un’adeguata maturazione della fede e dalla vita cristiana.

Vorrei proporre ai nostri lettori questo testo profetico dell’Enciclica Mater et Magistra – scritta nel 1961 –  dall’indimenticabile Papa Giovanni XXIII non certo accusabile di fanatismo.

“L’ordine morale non si regge che in Dio: scisso da Dio si disintegra. L’uomo infatti non è solo un organismo materiale, ma è anche spirito dotato di pensiero e di libertà. Esige quindi un ordine etico-religioso, il quale incide più di ogni valore materiale sugli indirizzi e le soluzioni da dare ai problemi della vita individuale ed associata nell’interno delle comunità nazionali e nei rapporti tra esse. Si è affermato che nell’era dei trionfi della scienza e della tecnica gli uomini possono costruire la loro civiltà, prescindendo da Dio. La verità invece è che gli stessi progressi scientifico-tecnici pongono problemi umani a dimensioni mondiali che si possono risolvere soltanto nella luce di una sincera ed operosa fede in Dio, principio e fine dell’uomo e del mondo. Infatti l’errore più radicale nell’epoca moderna è quello di ritenere l’esigenza religiosa dello spirito umano come espressione del sentimento o della fantasia, oppure un prodotto di una contingenza storica da eliminare quale elemento anacronistico e quale ostacolo al progresso umano; mentre in quell’esigenza gli esseri umani si rivelano per quello che veramente sono: esseri creati da Dio e per Dio, come esclama sant’Agostino: “ci hai creati per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.

Conclude Giovanni XXIII: “Pertanto, qualunque sia il progresso tecnico ed economico, nel mondo non vi sarà né giustizia né pace finché gli uomini non ritornino al senso della dignità di creature e di figli di Dio, prima ed ultima ragione d’essere di tutta la realtà da lui creata. L’uomo staccato da Dio diventa disumano con se stesso e con i suoi simili, perché l’ordinato rapporto di convivenza presuppone l’ordinato rapporto della coscienza personale con Dio, fonte di verità, di giustizia e di amore. L’aspetto più sinistramente tipico dell’epoca moderna sta nell’assurdo tentativo di voler ricomporre un ordine temporale solido e fecondo prescindendo da Dio, unico fondamento sul quale soltanto può reggere”.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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