venerdì, 26 Aprile 2024

Ogni tanto faccio visita ad un convento di clausura.

Sapete perché?

I motivi di questa visita sono due: il primo, perché sono convinto che i più grande aiuto che possiamo dare a quelli che vogliamo bene è quello della preghiera.

Avete mai riflettuto che quando preghiamo per una persona cara, le facciamo il più grande dono perché le otteniamo l’aiuto da Dio, aiuto che vale più di tutti gli aiuti dell’uomo.

Sono sicuro che vengono pure a voi i brividi quando qualcuno vi dice: “Ti ricordo nella preghiera”, perché sicuramente siamo sicuri di ricevere il più grande regalo possibile.

Ma c’è un secondo motivo.

Non so se voi avete visitato un convento di clausura, per esperienza posso dire che i miei alunni avevano un’immagine sbagliata, un’immagine di tristezza, un’immagine di chiusura, quasi un carcere a vita.

Visitandone uno ci si rende conto che la realtà è del tutto diversa da quello che si pensa: le suore che si sono donate a Dio nella clausura sono vive, gioiose, piene di curiosità, di interesse e piene di amore per tutti.

Vi confesserò che visitarle per me è stata un’esperienza profonda, gratificante e incoraggiante.

Non le vedi mai tristi, mai pessimiste, anzi sempre allegre, serene e soprattutto fiduciose in Dio.

La loro vita, per me, è un richiamo alla fede, all’amore di Dio e all’amore del prossimo.

Ricordo una volta ho chiesto ad una suora che conoscevo: “Come mai, voi che siete chiuse tutto il giorno, in un ambiente ristretto, come mai siete così vive, avete interessi così vasti?”.

La suora mi rispose: “Vedi, noi siamo consacrate alla ricerca di Dio e sembra che rinunziamo ad una vita veramente umana. Invece è vero il contrario: è proprio cercando Dio che ci appassioniamo, ci innamoriamo profondamente dall’uomo, delle vicende umane, di tutti gli uomini”.

È per questo motivo che se io dovessi definire le suore di clausura direi che hanno “un cuore grande come il mondo”.

Quello che fanno per la comunità va oltre la preghiera; vivono di carità, ma non lesinano aiuto concreto, materiale e spirituale, ai bisognosi, che sia un piatto di pasta, o una parola di conforto.

La loro scelta di fede resta incomprensibile alla ragione.

Ma non si può restare insensibili dinanzi alla profondità di un incontro umano.

I due paesi nel mondo che detengono la maggiore presenza di religiose contemplative sono Spagna e Italia, sebbene questi due paesi soffrano da anni una “crisi vocazionale” con una relativa diminuzione degli ingressi in convento che, nell’immediato futuro, verosimilmente persisterà ancora.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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