sabato, 4 Maggio 2024

Un tema “scomodo” affrontato con competenza, delicatezza, umiltà e discrezione: don Giuseppe Calabrese, vicario parrocchiale a Bernalda, nel suo libro Sentinelle del mattino (Palumbi Editore, prefazione del sottosegretario CEI Don Ivan Maffeis) parla della morte, con la consapevolezza di andare in controtendenza ma con la certezza, dialogando con i più giovani, di veicolare un messaggio efficace, in grado di arrivare dritto al cuore.

Sentinelle del mattino (“Come la sentinella trasmette il segnale ad altri, così trova il coraggio di alzarti, credere ed avvisare a casa, a scuola, in parrocchia, nel tuo gruppo sportivo, sul tuo posto di lavoro: la Speranza nell’eternità”, si legge) ha per protagonista don Pietro, l’alter ego dell’autore, che in un clima di confronto sereno e alla pari, si inoltra con i suoi scout in una discussione a trecentosessanta gradi sulla morte, sfidando e infrangendo quello che è considerato uno degli ultimi tabù del Ventunesimo secolo.

“La morte bussa continuamente alla porta della nostra vita quotidiana. Oggi più che mai è un tema reso molto presente per i mezzi di comunicazione e d’informazione del mondo. Non vi sembra che molto spesso essa è stata ridotta ad uno spettacolo?”, chiede provocatoriamente don Pietro.

Roberta, una scout che partecipa al dibattito, sottolinea di non conoscere  “esperienza più fragile di quella che un uomo possa vivere se non quella della malattia come l’ha vissuta mio nonno e infine l’esperienza della morte”.

Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica “con la morte, separazione dell’anima dal corpo. Il corpo dell’uomo cade nella corruzione, mentre la sua anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato”.

Scienza e fede non sono in conflitto, una cosa che non si può vedere non significa che non esista, esiste una certezza meravigliosa: “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità”.

Fino al monito di don Pietro: “Ragazzi in Paradiso si arriva con un intento preciso: “riempire la propria valigia di opere di carità”, ciascuno secondo i suoi doni, carismi e singolare chiamata”.

Una parte delle vendite del libro saranno devolute ai giovani della Parrocchia Mater Ecclesiae di Bernalda per la loro partecipazione alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona nel 2022.

Don Giuseppe Calabrese è originario di Bari. Ha conseguito il Baccalaureato in Sacra Teologia presso l’Istituto Teologico del Seminario Maggiore Interdiocesano di Basilicata. Membro sin da bambino della grande scoutismo dell’Agesci e oggi ne è un educatore. È iscritto alla Pontificia Università Urbaniana di Roma per conseguire la licenza in Diritto Canonico ed è membro dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali.

Rossella Montemurro

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