giovedì, 16 Maggio 2024

Nell’immaginario collettivo l’Islanda è solo un’isola fatta di tundra coperta dal ghiaccio e punteggiata da vulcani. Probabilmente lo era anche agli occhi di Roberto Luigi Pagani, trentaduenne cremonese che dal 2014 si è trasferito in Islanda, terra che per lui è soprattutto “passione e amore”. Quando fu ammesso a un corso di laurea magistrale in studi medievali islandesi credeva che sarebbe stato qualcosa di temporaneo. Invece, dell’Islanda lui si è innamorato tanto da diventare un punto di riferimento con il suo blog seguitissimo (Un italiano in Islanda), complici anche suggestioni letterarie che fanno parte del suo background. Con Sperling&Kupfer ha da poco pubblicato Un italiano in Islanda. Storia e storie della terra del ghiaccio, una guida emozionale per chi ama viaggiare, anche solo con il cuore. La storia di quest’isola mozzafiato, tutta da scoprire aldilà delle sue caratteristiche ben note (le aurore boreali, le pulcinelle di mare, gli iceberg e i geyser…) va di pari passo con aneddoti dell’autore, descrizioni minuziose, spunti bibliografici, esperienze vissute, sensazioni.

“Prima di arrivarci – scrive – anch’io avevo sognato un’Islanda un po’ idealizzata, ma scoprire la realtà dietro gli stereotipi non è stato traumatico”.

L’Islanda protagonista di questo volume coinvolgente è quella autentica, senza filtri né edulcorazioni: è quella che ha rapito Roberto e non quella superficiale della foto patinate a pagina intera. È quella ricca di risvolti e contrasti, in cui ghiacciai e spiagge nere non sono solo meraviglie della natura, ma anche silenziosi testimoni di sbarchi di pirati e cacce agli stregoni. Grazie a uno stile che brilla per immediatezza nonostante ci siano molte nozioni e citazioni colte, si rimane avvinti da un racconto che in ogni pagina è una dichiarazione d’amore.

“Ritengo importante che chi visita quest’isola sappia di trovarsi di fronte a una cultura millenaria ricchissima e articolata, e credo che per far veramente capire quanto questo Paese abbia la capacità di folgorare l’animo e far vibrare ogni fibra del cuore sia essenziale comunicare anche le emozioni che suscita.”

Mito, magia, storia, costume, geologia risaltano nelle venti tappe fondamentali di questo volume che parte dal promontorio di Ingólfshöfði, dove ha avuto inizio la storia d’Islanda, e passa da luoghi come Hörgsland e le sue leggende elfiche. Ancora, le case di torba di Glaumbær all’isola di Flatey, che dà il nome al più prezioso manoscritto islandese; le vie trafficate e dai bar profumati di cannella della capitale ai solitari altipiani, scoprendo che sotto le luci del Nord vive un popolo con una cultura straordinaria, in parte molto diversa dalla nostra, ricca di capolavori letterari e tradizioni affascinanti. Quello di Roberto non è uno sguardo di parte ma assolutamente obiettivo.

L’Islanda “è la città cosmopolita, internazionale, aperta e in continuo cambiamento, l’architettura anonima in vetro e acciaio, i festival musicali e l’arte contemporanea, inclusa quella che tutti fingono di apprezzare per non sentirsi additare come ignoranti. Ma è anche la vita nelle campagne, l’allevamento delle pecore, la lettura delle saghe medievali, il lavoro a maglia nelle sere invernali, la carne di agnello affumicata con patate e besciamella, la marmellata di rabarbaro, i cavalli, la solitudine e la diffidenza verso le novità”.

Arricchiscono il volume una bibliografia e una galleria fotografica.

L’autore nel 2015 si è laureato in Studi medievali islandesi all’Università di Islanda, a Reykjavík, dove è poi diventato docente e ricercatore dottorando in Linguistica e paleografia islandese. A partire dal 2016 infatti ha insegnato Manoscritti medievali islandesi, Grammatica e letteratura italiana e Storia dell’opera italiana. Poliedrico, come insegna lo spirito islandese, è anche guida turistica, traduttore e blogger.

Rossella Montemurro

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