martedì, 10 Dicembre 2024

Il presidente Bardi: “Dolore per la morte di due lavoratori lucani”

“Apprendo con dolore della tragica scomparsa di due operai lucani a seguito del grave incidente avvenuto in un deposito carburante a Celenzano, in provincia di Firenze. In questo momento di lutto desidero esprimere le mie più sentite condoglianze alle famiglie delle...

Fondi per contributi a favore di talassemici e nefropatici

Sono stati stanziati fondi per contributi a favore di talassemici, nefropatici e cittadini affetti da altre patologie del sangue con un investimento complessivo di 3,3 milioni di euro per le annualità 2024 e 2025. Ne ha dato notizia l’assessore alla Salute,...

C’è anche Metaponto tra le 33 aree italiane esposte a particolare rischio di sommersione a causa di mareggiate.  Lo ha annunciato ieri a Taranto Giuseppe Mastronuzzi, geomorfologo dell’Università di Bari, coordinatore del gruppo di ricerca sulla morfodinamica delle coste, presentando “Start – Sistemi di rapid mapping e controllo del territorio costiero e Marino”, lo studio sulla fascia costiera italiana realizzato dai geomorfologi.
Secondo una stima, nel 2100 il livello del mare potrebbe alzarsi dai 16 centimetri a un metro e trenta.
“Adesso abbiamo lo strumento scientifico che permette di dire in maniera standard a tutte le amministrazioni del territorio quali sono i caratteri dinamici della fascia costiera, e quali i rischi rispetto ad erosione, mareggiate o addirittura di Tsunami come nel caso dell’Italia Meridionale. Per esempio sappiamo che con il manifestarsi di una mareggiata che abbia onde al largo di 6 metri di altezza lungo le coste del Golfo di Taranto la penetrazione del mare, in funzione della morfologia locale può arrivare sino a 15 metri dalla linea di riva”.

Anche Gilberto Pambianchi, presidente nazionale dei Geomorfologi italiani lancia l’allarme: “Ondazioni eccezionali sono sempre più frequenti e in continuo aumento lungo le coste italiane. Tali studi – ha dichiarato – sono provati dai profondi fenomeni di erosione e di inondazione della fascia costiera italiana che si materializzano con l’impatto sempre più frequente di ondazioni eccezionali legate ad eventi meteorologici estremi connessi al cambiamento climatico”.

“Il manifestarsi di precipitazioni intense sempre più concentrate – ha conluso Pambianchi – amplifica l’effetto delle mareggiate e quindi lungo la fascia si scarica l’energia del sistema marino e di quello continentale determinando condizioni di alluvionamento e di inondazione, come avvenuto nel recente passato lungo le coste della piana di Taranto e Metaponto, lungo le coste del Gargano, della Liguria e della Messinese in Sicilia”.

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