lunedì, 29 Aprile 2024

Mi è capitato più di qualche volta di sentire da persone frasi del tipo: “La felicità è la ricchezza”.

La risposta più bella a questa affermazione l’ha data Charles Pèguy.

Charles Pèguy di modeste origini, sua madre era impagliatrice di sedie, mentre suo padre era morto pochi mesi dopo la sua nascita.

Fu notato dal direttore dell’École Normale d’Orléans, che lo fece entrare al Liceo di Orléans dove ottenne una borsa di studio che gli consentì di diplomarsi brillantemente.

Morì nel 1914 al fronte, all’inizio della Prima guerra mondiale.

È stato un cristiano straordinario del secolo scorso: visse la giovinezza lontano dalla fede, ma quando scoprì Gesù Cristo ne rimase affascinato e testimoniò coraggiosamente la sua fede nell’ambiente ostile della Francia di inizio Novecento e, in particolare, nell’ambiente scristianizzato di Parigi.

La storia ci dice che soffrì molto a causa della moglie, perché non lo seguì nel cammino della fede.

L’affermazione di Charles Pèguy che davo come risposta è la seguente: “Per la prima volta nella storia del mondo il denaro è padrone di tutto e di tutti: senza limiti, senza pudore. Oggi le stesse persone valgono quanto possiedono: è un fatto orribile, un fatto vergognoso, perché è una grande menzogna”.

Quanto è vera questa affermazione!

E a pensare che dopo più di un secolo da quando vennero pronunciate queste parole, il potere del denaro si è ulteriormente dilatato e appesantito.

Immaginare che per denaro oggi si uccidono vecchi inermi.

Per denaro si trafficano armi e si creano guerre per venderle.

Per denaro si inquinano gli alimenti.

Per denaro si devasta il mondo che Dio ci ha consegnato come un incantevole giardino.

Per denaro oggi si vende e si consuma il corpo che è diventato merce di scambio togliendo ogni dignità all’uomo e alla donna.

Ma a volte abbiamo pensato: “Cosa dice Dio?”

La risposta di Dio è nel Salmo 49

«Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria.

Nella sua vita si diceva fortunato:
“Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene.”
Andrà con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce.

L’uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.»

Avete mai riflettuto che l’idea del possesso è ridicola: noi non possediamo proprio nulla, ma abbiamo in mano qualcosa per un breve tempo che passiamo ad altri che faranno altrettanto e velocemente.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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