venerdì, 3 Maggio 2024

“Nel sito sei carne sul banco, nessuna ipocrisia, impari che quando nasci sei un prodotto, il sito mi ha dato una vetrina, io esistevo già, ma prima nessuno lo sapeva. Nel sito sei foto molto eloquenti del corpo, utili sono stati gli anni di palestra subentrati a quelli delle cattive abitudini, poche parole per descrivermi, pochi dettagli sulla personalità, così confusa che a spiegarla una donna scapperebbe immediatamente”.

Lui è Ale 67, sopravvissuto all’eroina negli anni Ottanta, facile preda delle dipendenze adesso, sempre in maniera compulsiva, sono i siti online a dargli l’ebbrezza.

Delphi 70, invece, è mamma e moglie. Prima era stato come se “qualche canale di comunicazione tra corpo e mente si fosse interrotto”. Una vita normale, senza scossoni. Mai pensato di tradire il marito né mai visto porno online – un vizio, a quanto pare, delle sue colleghe d’ufficio. Accade per gradi, ed è inevitabile: prima il desiderio di iscriversi in piscina per rimodellare il suo corpo, poi l’incontro al buio con Ale 67, senza neanche un caffè preso per conoscersi meglio. Così, nella tana del lupo senza alcuna precauzione, eppure quanta forza può dare il sentirsi desiderata. Ancora, di nuovo.

Finta pelle (Marsilio) di Saverio Fattori è tagliente, molesto, senza sconti. Uno spaccato impietoso del mondo delle chat erotiche, il ritratto di solitudini mascherate da trasgressioni.

Accanto ai corpi di Ale 67, Delphi 70 e Carla, una vedova collega d’ufficio di quest’ultima, ci sono i loro passati: prepotenti, squallidi, dolorosi – e che forse è meglio dimenticare – come quello di Ale 67 o normali al limite della banalità come quello delle due donne. Il presente fatto di “fisicità” e di sessualità spicciola, nello scambio fugace di corpi e sensazioni, probabilmente serve a salvare e redimere ciascuno di loro: paradossalmente in quella condivisione così fredda e impersonale, in quella corazza di un anonimato di facciata c’è spazio per voler bene a sé stessi “rubando” piacere da alcuni sconosciuti.

Saverio Fattori, dopo anni, torna sulla scena letteraria con un romanzo duro e limpido, attuale – tanto che pure le dipendenze fisiche passano attraverso uno smarthphone – e classico – tanto che tutte le nostre dipendenze, anche quelle nuovissime, funzionano allo stesso modo.

È un romanzo particolare, che diventa anche disturbante in alcuni passaggi, ma che traccia storie di uomini e donne border line narrate con uno stile impetuoso e graffiante.

“La pelle dei tossici è finta pelle, una carta geografica affascinante, ci sono strade, superstrade, autostrade, e sentieri appena accennati. Quando non trovi più nemmeno un capillare ricettivo sull’intera superficie del tuo corpo è tempo di morire”.

Saverio Fattori (Molinella, 1966) ha pubblicato Alienazioni padane (2004), Chi ha ucciso i Talk Talk? (2006), Acido lattico (2008) e 12:47: strage in fabbrica (2012), tutti per Gaffi editore, e L’errore più geniale (Meridiano Zero 2019). Collabora con il mensile Correre.

Rossella Montemurro

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