sabato, 4 Maggio 2024

Edgar Allan Poe, Agatha Christie, Conan Doyle… i rimandi sono tanti, insieme al linguaggio aulico di alcuni personaggi, un omaggio diretto a questo genere di romanzi ambientati nell’alta borghesia. Pronti in una full immersion con una scrittrice spagnola regina del crime?

In Spagna è osannata da critica e pubblico, è arrivato in Italia per Ponte alle Grazie Quel che la marea nasconde di María Oruña il quarto libro della serie dedicata alle indagini di Valentina Redondo, e il primo tradotto in italiano da Tiziana Masoch, Elisa Leandri, Monica Magnin ed Ersilia Serri.

L’Autrice si ispira ai classici gialli della “camera chiusa” in un romanzo moderno e originale che prende il via dal ritrovamento del cadavere di Judith Pombo, facoltosa imprenditrice e presidente del più esclusivo tennis club di Santander, nella cabina della goletta di proprietà del circolo, quando a bordo sta per svolgersi una cena di gala. La donna è stata pugnalata al cuore, ma la cabina era chiusa dall’interno, non c’era nessuno oltre al cadavere e dell’arma del delitto non c’è traccia… Gli ospiti a bordo diventano potenziali assassini anche perché, come scopre indagando la tenente della Guardia Civil Valentina Redondo, ognuno di loro nonostante le apparenze non nutriva particolare simpatia per Judith, donna potente e prepotente nota per il suo carattere poco diplomatico. Tutti avrebbero, a torto o a ragione, qualcosa da guadagnare dalla sua morte.  Ma lei è davvero così cattiva e gli altri così buoni? La voce narrante non giudica, lasciando al lettore la possibilità di avere l’ultima parola.

Valentina, ragazza con occhi di colore diverso – segno che ciascuno di noi ha due facce –  si ritrova alle prese con il caso più complicato della sua carriera proprio nel momento in cui sta elaborando un recente dramma.

 La Oruña ha dato vita a un’investigatrice formidabile, segnata pesantemente nel privato, fragilissima ma nello stesso tempo con nervi saldi per affrontare un femminicidio che sembra senza soluzione. Lo ha fatto con uno stile che di volta in volta si adegua alle situazioni, freddo e conciso nelle descrizioni dei sospettati, caldo e intimista quando in primo piano c’è il vissuto di Valentina e del suo ex, Oliver.

“Ci sono attese di un minuto che si fanno troppo lunghe, ed eternità che si abbreviano con un solo gesto o grazie a qualche rivelazione inaspettata.”

Il rebus della morte di Judith è davvero fitto e la Oruña, con maestria, intriga il lettore che, inevitabilmente, cerca a sua volta di indossare i panni del detective: tanti spunti, tasselli, deduzioni ma proprio quando si è certi di aver individuato l’assassino di torna al punto di partenza, come ogni giallo che si rispetti. Cronologicamente la trama è lineare ma, a fine di ogni capitolo, brevi flashback rivelano i reali pensieri di ciascun personaggio, dopo l’interrogatorio.

Belle e dettagliate le descrizioni delle location – la serie con protagonista il tenente Valentina Redondo è ambientata in Cantabria, una zona poco nota del Nord della Spagna, con un mare meraviglioso e, nella fantasia dell’Autrice, una élite piena di scheletri nell’armadio. Per scrivere Quel che la marea nasconde, il quarto libro della serie dedicata alle indagini di Valentina Redondo, la Oruña non ha avuto paura di “sporcarsi le mani”, documentandosi sul campo insieme a medici legali e con la Guardia Civil e conducendo ricerche minuziose su alcuni aspetti che di volta in volta affronta nei suoi libri: “Non per scrivere dettagli scabrosi ma per essere il più possibile precisa nelle ricostruzioni”.

 María Oruña (Vigo, 1976), laureata in Legge, ha esercitato per dieci anni come avvocato. Nel 2013 pubblica il suo primo romanzo, La mano del arquero, e nel 2015, con il successo internazionale di Puerto escondido, decide di dedicarsi interamente alla letteratura.

Rossella Montemurro

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