domenica, 19 Maggio 2024

La figlia uccisa in modo barbaro, la moglie ridotta in stato catatonico: come si può reagire di fronte a un dramma così spropositato? Ci si può annientare, lasciandosi andare; o si può decidere di vendicarsi. A maggior ragione se gli autori di questo efferato delitto non sono stati assicurati alla giustizia. Ed è in nome della figlia che Gennarino Amore da persona mite si trasforma in un giustiziere spietato, a caccia dei peggiori criminali, assetato di vendetta.

Gennarino Amore è il protagonista di Archangel. Il sottile confine tra giustizia e vendetta (Armando Curcio Editore), il nuovo libro di Antonello Di Pinto, un noir che suscita non pochi interrogativi.

Ritmo sostenuto e introspezione psicologica sono le caratteristiche lungo le quali prende forma una trama emotivamente molto forte che, nell’epilogo, si lascia andare a echi soprannaturali.

Amore, originario di Afragola, lavora come portiere di notte, in un hotel nella periferia di Roma dove i clienti abituali sono uomini accompagnati da prostitute. Gennarino, un metro e novanta e una fisionomia un po’ truce è la persona ideale per quel luogo – ottimo deterrente per evitare problemi. È lì che conosce Olga, una ragazza russa addetta alle pulizie, che presto diventa sua moglie. Avranno una figlia, Katia, e condurranno una vita tutto sommato normale fino a quella notte terribile. Proprio in una delle notti in cui lui è al lavoro, due uomini si introducono in casa e violentano Katia e Olga. La ragazzina muore mentre la donna, unica testimone, rimane segnata per sempre. Ricoverata in una casa di riposo e ridotta alla stregua di un vegetale, riceve le visite di Gennarino che ha ormai un solo obiettivo: trovare i due criminali e infliggere loro qualsiasi sofferenza. La ricerca però non si rivela semplice e, nell’attesa, si “accontenta” di attuare la sua vendetta su altri uomini che si sono macchiati di azioni orrende. Gennarino Amore si trasforma così in un anti-eroe, in un crescendo paradossale nel quale commettere il male è indispensabile per ripristinare il bene.

Con una tecnica chirurgica, a poco a poco colleziona una scia di omicidi: la giustizia trionfa grazie a questo Arcangelo.

Innegabile l’abilità di Di Pinto nell’infondere pathos a una storia che non lascia indifferenti. Del resto, la sua abilità narrativa era già stata apprezzata in un precedente romanzo, Il trentesimo passaggio (Armando Curcio Editore).

Una curiosità: è lui l’autore del ritrovamento di un’opera di Caravaggio in Spagna, a Madrid, presso la Casa D’Aste Ansorena.  Una vicenda che due anni fa ha fatto il giro del mondo ed è stata rievocata anche dal critico d’arteVittorio Sgarbi nel suo libro Ecce Caravaggio (La Nave di Teseo), nel quale ha riportato la testimonianza di Di Pinto. Recentemente, inoltre, ha omaggiato con una sua opera l’attore e regista Michele Placido per il film L’ombra di Caravaggio.

Antonello Di Pinto, originario di Lavello, è un artista poliedrico. Ama esprimersi attraverso tutti i linguaggi dell’arte, dalla musica alla scultura, dalla poesia alla pittura, alla letteratura. Nel 2012 Sgarbi presenta la “Battaglia d’Anghiari”, una elaborazione di grandi dimensioni della celeberrima opera perduta di Leonardo da Vinci. L’opera sarà donata alla città di Lavello (Pz) dove è attualmente visibile nell’Aula Consiliare. Nel 2013 Sgarbi presenta a Roma la personale dal titolo: “L’attesa – Waiting for a new era” presso la Galleria Arte Maggiore. Nel 2014 partecipa alla Triennale di Roma con il quadro “On my skyn”, (catalogo Mondadori) presentato dal critico Achille Bonito Oliva. Tra le opere di narrativa pubblicate, Un sentiero luminoso (Alberti e C Editori) e Eccomi (Il Filo edizioni).

Rossella Montemurro

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap