domenica, 5 Maggio 2024

“Si dà sempre poca importanza all’imprevedibilità del bene. È un grave errore. Siamo abituati a considerare sempre imprevedibile il male e mai il bene. Credo sia nella nostra natura”.

Attenzione: se inizierete a leggere L’imprevedibilità del bene (Giunti) di Angelo Longoni perderete la cognizione del tempo e avrete un unico obiettivo, finirlo. Arrivare all’ultima pagina per vedere come si concluderà una storia che fin dalle prime battute vi trascinerà in un vortice.

In un intreccio serrato, una girandola di personaggi che sulle prime sembrano non avere nessun legame tra loro, si raccontano in prima persona. Franco Rocchi, un attore diventato una star televisiva interpretando il commissario Cardone, ha appena saputo che la nuova stagione è stata cancellata; il suo matrimonio, inoltre, sta sfociando in un divorzio doloroso. Si ritrova senza lavoro anche il regista della serie, e suo migliore amico, Daniele Lucci: lui però ha appena avuto una notizia che lo rasserena. La TAC, alla quale si sottopone periodicamente, evidenzia che il cancro è stato sconfitto. Può, finalmente, tirare un sospiro di sollievo.

I due non sanno che le rispettive vite sono destinate a cambiare. Insieme raggiungono un garage per far firmare il CID a un automobilista che ha investito il padre di Franco senza prestargli soccorso ma si ritrovano in una situazione surreale. Subiscono un’aggressione alla quale reagiscono in modo spropositato e vengono in possesso di una grossa somma di denaro, oltre a fotografie e video che testimoniano una rete di pedofilia. Contemporaneamente, in diverse parti del mondo, avvengono alcuni omicidi: uno stilista a Parigi, un industriale tedesco a l’Havana, un mediatore culturale a Milano, un cantante a Roma. Daniele e Franco capiscono che c’è un filo che lega tutto, quando vengono contattati da un uomo misterioso che si offre di aiutarli. Il bene e il male, all’improvviso, sembra abbiano confini molto labili: è un gioco passare da una parte all’altra, soprattutto quando in ballo c’è la vita dei propri cari.

Basta un imprevisto a cambiare di colpo il corso della nostra vita. Basta un incidente, a volte, a sparigliare le carte, stravolgere i piani e metterci su sentieri che non avremmo mai pensato di percorrere. Proprio come succede a Franco e Daniele.

A cosa è disposto un uomo per difendere la propria famiglia? E nella lotta spietata tra bene e male chi è davvero innocente? Franco e Daniele si ritroveranno immersi in fughe rocambolesche, sparatorie e cambi d’identità. Longoni ha una scrittura evocativa, per immagini, molto cinematografica, che conferisce al thriller ancora più vigore. Dialoghi coinvolgenti e scene mozzafiato rendono L’imprevedibilità del bene un romanzo che ci rivela quanto sia impalpabile il passaggio tra realtà e finzione e come le vicende più paradossali siano in verità solo il riflesso della cronaca più truce. Come ha scritto Agatha Christie: “Ognuno di noi è un potenziale assassino – in ognuno di noi sorge di tanto in tanto il desiderio di uccidere – sebbene non la volontà di uccidere”.

Angelo Longoni è nato a Milano, è drammaturgo, regista e narratore. S’impone all’attenzione nazionale nel 1989 con il dramma Naja, la cui versione cinematografica esce nel 1997. Tra le sue opere teatrali più note: Uomini senza donne, che porta anche al cinema, Xanax, Vita, Testimoni, Col piede giusto, Boomerang, Modigliani. Tra le serie televisive: Le madri, Caravaggio, Tiberio Mitri. Per il cinema ricordiamo Facciamo fiesta, Non aver paura, Maldamore. Ha pubblicato per Mondadori Naja, Caccia alle mosche, Siamo solo noi e per Iacobelli Vita

Rossella Montemurro

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