venerdì, 26 Aprile 2024

“La sfida vinta nel 2014 è stata portata a compimento con successo e ha avviato un cammino di crescita sostenibile del territorio sul quale sono certo si proseguirà con determinazione”. Così il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, poco prima della serata conclusiva di Matera 2019. “Matera ha dimostrato davvero di essere una Capitale”, ha aggiunto il Ministro affermando  di aver proposto ai Ministri europei 2di aumentare da due a tre il numero di Capitali della Cultura” all’anno affinché «siano più frequenti” anche in Italia, che avrà la prossima nel 2033.

Matera “ha i titoli per restare Capitale per sempre” perché nel 2019, anno da Capitale europea della Cultura, ha “dimostrato all’Italia e al mondo di essere davvero una Capitale”. La Città dei Sassi “ha saputo investire tanto – ha aggiunto – in patrimonio, in attività culturali e nel rilancio di turismo, colto e intelligente e ha mostrato il riscatto dei Sassi”.
La Città dei Sassi “ha dimostrato a tutto il Mezzogiorno d’Italia che – ha continuato Franceschini – investendo in cultura, turismo, riqualificazione e rigenerazione urbana si può davvero creare nuovi attrattori turistici internazionali: solo il 20% di turisti internazionali viene sotto Roma, dove ci sono Napoli, la bellezza della Campania, Pompei la Sicilia, i Bronzi di Riace, Matera, Bari. Davvero al Sud c’è la bellezza dappertutto e – ha concluso – bisogna utilizzarla”.

In occasione della cerimonia conclusiva di Matera Capitale della Cultura 2019, il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha firmato il Manifesto della comunicazione non ostile, “insieme – secondo quanto reso noto in un comunicato – a Rosy Russo, ideatrice e fondatrice di Parole O_Stili”.

“Il principio che più mi ha colpito è ‘Le parole hanno conseguenze perché – ha detto Sassoli – mi ha fatto venire in mente quanto diceva Max Weber nel suo saggio ‘Lezioni di Politica ovvero che ‘l’etica della responsabilità si misura nella conseguenza delle azioni. Questo mi sembra il modo migliore per chiudere un anno intenso per questa città. Mi farò personalmente promotore dei dieci principi in tutte le occasioni istituzionali e non che mi vedranno coinvolto”.

“Ringrazio – ha detto Russo – il Presidente Sassoli che, come già centinaia di sindaci di tutta Italia, oggi ha firmato questo Manifesto. É una firma che significa innanzitutto coraggio. Il coraggio di dire no all’odio, ai muri, alle divisioni, alle distanze. Esserci trovati qui a Matera, Capitale della cultura europea per questo 2019, è ancora più importante: perché il valore delle parole e della conoscenza ci aiutano a superare le divisioni. Vivo questa firma come un impegno e un augurio perché, come dice il principio numero 5 del Manifesto della comunicazione non ostile ‘Le parole sono pontì e spero che, in Italia come in Europa, siano quei ponti che ci accompagnino verso l’altro, consapevoli che la ricchezza delle diversità è un valore imprescindibile per costruire insieme il futuro che sogniamo”.

Matera 2019 “deve essere un punto di partenza perché investire nelle industrie culturali e creative è una prospettiva del Mezzogiorno che fin qui abbiamo utilizzato troppo poco e che può avere anche grandi sblocchi occupazionali”. Lo ha detto il Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, arrivato nella Città dei Sassi per partecipare alle iniziative conclusive dell’anno da Capitale europea della Cultura.
Secondo il Ministro “unire tradizione e innovazione può fare di Matera un esempio per il Sud e per tutta l’Italia. E’ quindi un punto di partenza ma – ha concluso Provenzano – ci dobbiamo lavorare tutti con impegno e responsabilità”. 

“La Regione Basilicata è orgogliosa di essere stata protagonista del viaggio di Matera, Capitale europea della cultura per il 2019”.Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che oggi a Matera ha partecipato agli incontri conclusivi per l’anno da Capitale europea della cultura 2019. Secondo il governatore lucano, “questa esperienza ha dimostrato all’Europa e al mondo intero che questa parte dell’Italia, per troppo tempo vista con lo stereotipo di un Sud piagnone e indolente, è in grado di costruire qualcosa di utile per sé, per il Paese e per l’Europa”.  (ANSA)

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