giovedì, 9 Maggio 2024

Un loft in fitto per circa quattromila euro al mese, il leasing del SUV, l’asilo nido privato montessoriano bilingue e il corso di nuoto per il bambino, la palestra per la moglie… Un tenore di vita altissimo, un lavoro brillante alla Fut, la più innovativa società di comunicazione. Sebastian nel suo lavoro è un asso. Ha passato momenti in cui ha rischiato di non farcela psicologicamente, oppresso dai ritmi frenetici e dalle incognite che il suo ruolo inevitabilmente portava con sé ma poi, appena si è reso conto che le sue idee erano apprezzate e, soprattutto, vincenti, si è lasciato andare. La sua pagina Instagram è patinata, ci sono foto a effetto, lui probabilmente è molto invidiato per le campagne audaci e innovative che ha ideato. È quando si sta occupando del lancio del nuovo romanzo di uno scrittore affermato – un artista contemporanea sta preparando una “creazione” che dovrà in un certo senso affiancare il testo – che Adriano, suo amico e proprietario della Fut, gli comunica che l’ufficio di Milano sarà chiuso per essere delocalizzato a Vilnius, in Lituania. Sebastien non se lo aspettava, è un colpo basso. Quella notizia lo disorienta lo amareggia e, preso dalla delusione e dalla foga, rifiuta la proposta di trasferirsi in Lituania, convinto di riuscire subito a ricollocarsi. Adriano gli tende la mano, prova ad agevolarlo pur di farlo rimanere ma lui, troppo orgoglioso, forse anche un po’ arrogante, gli dice ancora no e cade in un baratro.

Alla moglie, Ania, assuefatta a quella vita sopra le righe, Sebastien non dice di aver perso il lavoro. Per orgoglio, sempre, che poi diventa paura quando i mesi passano e quel che è rimasto in banca non basta più per coprire le spese. Intanto, la promozione del romanzo che stava curando si rivela un flop disastroso e scatena migliaia di commenti negativi trasformando Sebastien nel bersaglio di haters indignati, un esercito di sconosciuti che gli augura la morte on line.

Io vi salverò (Mondadori) di Valentina Camerini è la parabola di un uomo – pieno di fragilità e debolezze – e della sua famiglia nel pieno di una shitstorm, costretto a prendere una decisione estrema: lasciare la città, caricare in auto l’essenziale e mettersi in viaggio verso l’economica Ucraina, paese d’origine di Ania. Sembra solo una strana vacanza, ma la notte in cui il piccolo Giulio sta male e hanno disperatamente bisogno di un medico, persi sul confine tra Ungheria e Romania, Sebastian scopre di aver preso una strada molto più incerta di quello che credeva. Una strada che s’incrocia con quella di un’altra famiglia in fuga, scappata dalla guerra civile che devasta la Siria. Sui confini del mondo occidentale, in bilico tra speranza e disperazione, l’uomo di successo scopre cosa significa lottare per mettere in salvo le persone che ama. Solo dopo aver fatto pace con l’incubo più grande – quello di trasformarsi in un derelitto, perso nel mondo – può affrontare gli haters, l’indignazione sui social e la furia globale della comunicazione. Affrancarsene e ricominciare a esistere.

Bello lo stile della Camerini, introspettivo e profondo, come è ottima la scelta di alternare i piani temporale della vicenda dando ritmo a una trama attualissima che impone a riflettere sulla pericolosità dei social: basta niente per scatenare ondate di odio inimmaginabili.

Valentina Camerini, milanese, è una scrittrice poliedrica: sceneggiatrice di Topolino, ha pubblicato storie per bambini e libri per adolescenti, fumetti, biografie e romanzi, prestando anche la penna a personaggi famosi che hanno una storia da raccontare. Tra i suoi titoli: Ci sei solo tu; Le storie del sorriso; Fidati di me e La storia di Greta, biografia non ufficiale di Greta Thunberg. Il secondo momento migliore (2014) è la storia di un’amicizia, di una generazione impigliata nei lacci di famiglie distrutte, di un sogno che ha bisogno di essere raccontato.

Rossella Montemurro

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