lunedì, 29 Aprile 2024

“Perché scrivere, quando non si sa scrivere? Perché parlare di sé per trecento pagine quando l’io è detestabile?
Perché tutta la stampa francese ed estera, dopo aver annunciato la mia morte per impiccagione, ha raccontato su di me cose inverosimili.
Perché, dopo alcune coincidenze e travisando completamente le mie azioni, la Polizia e i Servizi Segreti siriani hanno costruito sul mio conto un dossier abominevole che mi ha distrutto moralmente e finanziariamente e che io non posso consultare, dossier che molte delle mie conoscenze a Parigi, e persino il deputato basco dei Bassi Pirenei, si vantano di aver visto agli Affari Esteri diffondendo, così, su di me, le più diffamanti calunnie.
Il valore di questo racconto, per me, sta nell’assoluta verità di tutto ciò che riporto: tutte le persone citate in questo libro sono vive (tutte, tranne il marito passaporto), hanno incarichi importanti e io le cito con nome e cognome.
Sfido chiunque a cogliere anche una sola inesattezza”.
È stata tradotta per la prima volta in italiano l’autobiografia tempestosa, spregiudicata, di una donna libera ed emancipata al punto da servirsi dell’uomo come oggetto (uomini-mariti-passaporti ingaggiati all’occorrenza per avventurarsi in arditi viaggi, esplorare il Medio Oriente, assecondare capricci e passioni)  Il marito passaporto  (Fandango, traduzione dal francese di Maria Concetta Borgese) di Marga D’Andurain.
Amante e spia del mitico Lawrence d’Arabia. Non solo: la prima occidentale che cercò di visitare la Mecca, città santa islamica. Ancora: che osò cavalcare nuda su un cammello nel deserto della siriana Palmira, imprigionata in un harem saudita, arrestata tre volte (e sempre rilasciata) per omicidio. Di più: tenutaria di un bordello nella Parigi occupata dai nazisti e spacciatrice d’oppio. Poche donne possono vantare una vita come la basco-francese Jeanne Clérisse, assassinata a Tangeri nel 1948. Questa nuova Mata Hari, longilinea, capelli scuri, sempre elegantissima, cominciò a far parlare di sé fin dall’adolescenza. Nata nel 1893 da una famiglia dell’alta borghesia locale, Marga, come la soprannominarono nel collegio delle Orsoline di Hondarribia, presenta il suo primo biglietto da visita a 15 anni: scappa con un ufficiale francese con cui convive per qualche mese. Finita la storia, arriva il matrimonio riparatore col più bel partito della regione, un lontano cugino, l’eccentrico conte Pierre de Andurain. La coppia milionaria abbandona quasi subito la monotona vita di provincia, gira il mondo e poi decide di allevare cavalli nella pampa argentina. Un disastro. Jeanne ritorna in patria a 17 anni, col marito ormai succube delle sue stramberie, eredita dal padre una fortuna e stavolta la meta è l’Egitto, dove inaugura nel ’25 un salone di bellezza, il Mary Stuart. Dopo l’Egitto, Palmira, dove fonda il meraviglioso Hotel Zénobie, crocevia di intellettuali della Belle Époque.
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