domenica, 19 Maggio 2024

Sarà inaugurata presso Arti Visive Gallery il 25 giugno alle 19.30 la mostra  “Il 2… per sei. Lo “strazzo” visto da sei artisti materani”.

E’ l’aspetto conclusivo della festa, per molti certamente il più atteso; è il tempo in cui può finalmente liberarsi tutta quell’energia che cresce pian piano e si accumula nelle settimane e nei giorni che precedono il 2 luglio, una energia che si alimenta ulteriormente con i ritmi serrati ed incalzanti di una lunga giornata che comincia alla prime luci dell’alba e che giunge al parossismo a tarda sera con la partecipazione attiva di una intera comunità ad un rito collettivo, per certi versi ancestrale, che rimanda al ciclo incessante e circolare della vita e della morte, al ritmo perenne della natura, al mito della rinascita dalle ceneri, della rigenerazione che si origina e viene dopo la distruzione e l’annientamento, della fragilità da cui solamente può emergere la vera tensione generativa.

La tensione palpabile che si vive, l’attesa che precede il “momentum”, l’energia distruttrice/ri-generatrice che si diffonde, l’essere e il sentirsi parte integrante di un sentire comune che unisce, rassicura, consola e produce speranza per ripartire e ricominciare (… a mogghj a mogghj aquonn c vahn!), tutto questo viene fissato dall’obiettivo dei fotografi Pietro L’Annunziata, Michele Morelli e Antonio Sansone e riproposto in pochi scatti (appena due per ognuno) che hanno il pregio di restituire l’immediatezza dell’attimo e di fissare su carta tutto il flusso di emozioni e sensazioni che scaturiscono e che sopravvivono anche oltre l’istante imprigionato per sempre nel fotogramma per costruire, alimentare e sedimentare un ricordo che diviene, così, memoria individuale e collettiva.

Agli artisti Franco Di Pede, Luigi Guerricchio e Nicola Pavese si deve, invece, l’altrettanto prezioso tentativo di ripensare, rivivere, rielaborare, con l’apparente distacco emotivo di chi non vive l’istante e l’immediatezza del gesto e dell’azione, l’episodio dello “strazzo” per trasformarlo in un messaggio universale, in grado di superare lo spazio ed il tempo: l’andare in frantumi è il modo migliore per rinascere più consapevoli e più forti di prima.

E’ proprio questo, forse, l’insegnamento che dovremmo trarre dagli anni dolorosi di pandemia che abbiamo appena vissuto.

La mostra sarà visitabile sino al 3 luglio.

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