venerdì, 26 Aprile 2024

“Avrebbe voluto dirle che l’amava, non aveva smesso neppure un giorno d’amarla, era stato il suo unico amore; che gli anni nei quali erano stati lontani potevano cancellarli in un istante; che la sofferenza atroce dalla quale era stato annichilito, pure quella era sparita, non esisteva più; che gli occhiali lo avevano commosso, tutto lo commuoveva di lei: le calze tirate, i tacchi alti, i meravigliosi occhi neri, le labbra dischiuse che spasimava di baciare per ritrovare il sapore che non aveva dimenticato mai; che lo avrebbe fatto immediatamente, se non ci fossero stati quei ragazzini con le biciclette, le mamme con le carrozzine, i passanti, ma che era bello pure così: non pensare a nulla, stare vicini… (…)”.

Un desiderio fortissimo lungo quarant’anni. Una passione idealizzata, baci rubati e fugaci, il ricordo indistinto che nel tempo anziché affievolirsi è diventato indelebile. C’è tutto questo in Desiderio (La Nave di Teseo) di Giorgio Montefoschi, Premio Strega 1994, tornato alla narrativa con uno splendido romanzo d’amore.

Iniziamo a conoscere Matteo e Livia, i protagonisti, nel 1962. Si sta avvicinando l’estate in una Roma ormai deserta quando Matteo si innamora di Livia. Insieme al fratello Marco, la ragazza fa parte del gruppo di amici di Matteo. Sono universitari di famiglia borghese e programmano, tra un esame e l’altro, le vacanze ormai prossime.

Mentre Matteo è completamente infatuato da Livia, lei è, al contrario del tutto sfuggente, quasi disinteressata, presa dalle sue ambizioni tanto da decidere di partire per Londra per studiare. Matteo, poco incline agli slanci e ai colpi di testa, subisce e non fa niente per trattenerla.

Passano venti anni: lui si è sposato, ha due figli, è un giornalista affermato che però ha rinunciato ai propri sogni per seguire la carriera del padre. Lei è rimasta libera, volubile, fatua ed è improvvisamente tornata a Roma dove ha intenzione di restare.

I due si incontrano per caso e in Matteo si riaccende con prepotenza quel desiderio – mai del tutto spento – nei confronti di Livia. Lui sembra un adolescente, questa volta disposto a qualsiasi cosa pur di far breccia in Livia – disposto a trascurare la famiglia e il lavoro pur di rubare ogni minuto possibile da passare con lei. Ma Livia non smette di eclissarsi lasciando che gelosie e incomprensioni torturino Matteo e quel desiderio che chissà se potrai mai davvero essere appagato.

Sullo sfondo, una Roma senza tempo, descritta minuziosamente, lo scrigno ideale per una storia malinconica, narrata con quella giusta lentezza che scandisce la psicologia di Matteo e va in contrasto con l’imprevedibilità/imprendibilità di Livia.

Giorgio Montefoschi è nato a Roma. Tra le sue numerose opere ricordiamo La casa del padre (1994, Premio Strega), Il segreto dell’estrema felicità (2001), La sposa (2003), Lo sguardo del cacciatore (2003), L’idea di perderti (2006), Le due ragazze con gli occhi verdi (2009), Eva (2011), La fragile bellezza del giorno (2014), Il volto nascosto (1991, 2015) e Il corpo (2017).
La nave di Teseo ha ripubblicato il suo romanzo d’esordio Ginevra (1974, 2019), Il Museo Africano (1976, 2019) e L’amore borghese (1978, 2020).

Rossella Montemurro

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