venerdì, 17 Maggio 2024

L’autismo e l’autistico sono due entità differenti e mentre il primo si odia, l’altro si può riuscire ad amare.

Lo scrive Luisa Sordillo in Voce di Sale (Iacobelli editore, collana Frammenti di memoria), il racconto del turbinio di emozioni che assale una famiglia che deve affrontare una terribile notizia: il bimbo è affetto da autismo.

Angoscia, dolore, incredulità, rabbia, paura, ansia e incertezza ma anche, anzi forse soprattutto, un gran senso di solitudine si impadronisce di tutti obbligandoli a vivere, ognuno a modo suo, questa terribile realtà.

Aurelia e Alberto sono una coppia innamorata che accoglie con gioia la nascita di una coppia di gemelli, Adele e Adriano, che ben presto svela i segni di una malattia che lo porta a isolarsi da quel che lo circonda. Ma la solitudine non è solo quella di Adriano, è anche quella di Alberto che rifiuta la malattia del figlio maschio con cui sperava di condividere interessi e passioni, quella di Adele che soffre per la mancanza di attenzioni, tutte dedicate a quel fratello che così poco le somiglia, quella di Aurelia che si trova da sola ad affrontare una società ancora non preparata e poco disposta all’accoglienza, a partire dalla scuola dalla quale si aspettava il sostegno maggiore.

Ma c’è qualcuno che, inaspettatamente, aiuta Aurelia nella sua lotta contro la disinformazione e i pregiudizi, qualcuno che le renderà la leggerezza insieme alla voglia di sorridere.

E così Aurelia impara quello che dovrebbe valere per tutti i genitori e cioè che un figlio si deve amare per quello che è e non per quello che si vorrebbe che fosse.

 
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