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Magnetico, trascinante, carismatico. In grado di imporsi sul palco e catturare il pubblico con una voce inimitabile e un repertorio di performance da far invidia a un ventenne. Massimo Ranieri si racconta in Tutti i sogni ancora in volo (Rizzoli, il titolo è un verso di Perdere l’amore), un’autobiografia che racconta quasi sessant’anni di carriera, oltre quattordici milioni di dischi venduti in tutto il mondo, più di trenta album pubblicati a partire dal primo, registrato a soli tredici anni come Gianni Rock.
Musica (vinse Sanremo nel 1988 con la splendida Perdere l’amore, nel suo repertorio le indimenticabili Rose rosse, Se bruciasse la città ed Erba di casa mia, solo per citarne alcune) ma anche televisione, cinema e la sua grande passione, il teatro (che permette di mantenere con il pubblico “il rapporto diretto, fisico, che avevo durante i concerti”), sotto la guida di mostri sacri del calibro di Patroni Griffi e Strehler.
Il suo vero nome è Giovanni Calone, è nato il 3 maggio 1951 in un quartiere povero di Napoli, il rione Santa Lucia. In casa erano in otto tra fratelli e sorelle, una famiglia che certo non navigava nell’oro: ” È come se il Padreterno avesse deciso di mettere mio padre e mia madre alle strette, per capire come se la cavavano, ma senza abbandonarli. Per ricompensarli dei loro sforzi, di aver messo al mondo otto figli, a uno di questi bambini ha dato un dono. Una possibilità. Poi è rimasto a guardare, mentre io a quel dono dedicavo tutto me stesso”.
A sette anni doveva arrangiarsi, trovare un lavoro e provvedere al sostentamento familiare. Oggi è uno degli artisti più amati e apprezzati.
Quanti hanno assistito a uno dei suoi spettacoli, Canto perché non so nuotare… e Sogno e son desto, ha potuto ammirare un mix di musica, canzoni, danza, recitazione, racconti, arte circense, “tutto quello che ho imparato in ormai oltre cinquant’anni di carriera, con l’eccezione forse della boxe e del fioretto (…)”, spiega.
Dieci anni di show, ottocento repliche per Canto perché non so nuotare… e cinquecento per Sogno e son desto, anni in cui il calendario prevedeva centoventi date in tutta Italia: “Un massacro. Ma un massacro bello, vivo, che cambiava forma con me mano a mano che cambiavo io”.
Solo un cruccio, di certo non indifferente: “La verità è che per amore ho patito tutta la vita, perchè l’amore non sono mai riuscito a trattenerlo, a dargli la forma che avrei sperato. Mi è sempre scivolato dalle mani”.
“Ogni volta che mi sono trovato di fronte all’evidenza – inoppugnabile, peraltro – che per costruire una famiglia avrei dovuto cedere qualcosa sul piano professionale, rinunciare a un evento il giorno di Natale, mettere in pausa una tournée per concedermi una vacanza, il mio istinto mi ha spinto a confermare gli impegni e implorare la mia donna di rimandare i nostri piani. Illudendomi che ci fosse ancora tempo.”
Tutti i sogni ancora in volo, ricco di aneddoti inediti e impreziosito da sedici pagine di splendide foto, è il libro della sua vita, un bilancio profondo e mai banale, in magico equilibrio tra ciò che è stato e ciò che sarà domani.
Rossella Montemurro