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Tra i riti da fare durante il “giubileo” c’è “Il giro delle sette chiese”.
E molte volte i ragazzi a scuola mi chiedevano di capire meglio questo “giro” che certamente non è né il giro di Italia né il giro di Roma.
Il merito di aver diffuso e istituzionalizzato Il giro delle sette chiese si deve a San Filippo Neri.
Infatti questo antico pellegrinaggio lo usavano i fedeli per rendere omaggio ai Santi Pietro e Paolo.
Chi era Filippo Neri?
Filippo è figlio di un notaio fiorentino di buona famiglia.
Aveva subito l’influenza dei domenicani di san Marco, dove Savonarola era stato frate non molto tempo prima, e dei benedettini di Montecassino, e all’età di diciott’anni abbandonò gli affari e andò a Roma.
Nel 1538 Filippo Neri cominciò a lavorare fra i giovani della città e fondò una confraternita di laici che si incontravano per adorare Dio e per dare aiuto ai pellegrini e ai convalescenti, e che gradualmente diedero vita al grande ospizio della Trinità.
Nella sua biografia leggiamo che passava molto tempo in preghiera, specialmente di notte e nella catacomba di san Sebastiano, dove nel 1544 sperimentò un’estasi di amore divino che si crede abbia lasciato un effetto fisico permanente sul suo cuore.
Nel 1551 fu ordinato sacerdote e andò a vivere nel convitto ecclesiastico di san Girolamo, dove presto si fece notare come grande confessore.
Nel 1575 costruì una nuova chiesa, la Chiesa Nuova, a santa Maria “in Vallicella”.
Come si svolgeva il giro delle sette Chiese?
Il giro delle sette chiese di Roma è un percorso di circa 20 chilometri che i pellegrini anticamente usavano compiere in una sola giornata, visitando le quattro basiliche patriarcali più laBasilica di San Lorenzo fuori le Mura, La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e La Basilica di San Sebastiano fuori le Mura.
Il pellegrinaggio, tuttavia non è una vera e propria invenzione di San Filippo Neri. Egli, infatti, si rifaceva all’antichissima tradizione medioevale dei pellegrini di visitare le tombe di Pietro e Paolo. Tradizione che nel corso dei secoli, soprattutto con il primo grande Giubileo istituito nell’anno 1300 da Papa Bonifacio VIIII, divenne un rituale importantissimo per i fedeli di tutto il mondo.
Filippo Neri decise infatti di dedicare al pellegrinaggio un giorno fisso dell’anno: il giovedì grasso. Così, il primo pellegrinaggio ufficiale ebbe inizio il 25 febbraio 1552.
La prima tappa è rappresentata dalla chiesa più importante al mondo: la Basilica di San Pietro.
Dalla Basilica di San Pietro, costeggiando il Lungotevere fino all’incrocio con Viale Guglielmo Marconi, raggiungerete la seconda tappa del percorso: la Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Percorrendo la strada ancora oggi chiamata Via delle Sette Chiese, si giunge alla terza tappa, la Basilica di San Sebastiano lungo la Via Appia Antica, tra il Parco della Caffarella e le omonime catacombe.
Col il passare del tempo divenne, invece, un’abitudine fermarsi al Giardino Mattei, in quella che oggi si chiama Villa Celimontana, prima di raggiunge la tappa successiva, la Basilica di San Giovanni.
Una volta usciti dalla Basilica, è consuetudine visitare anche il Santuario della Scala Santa.
Secondo la tradizione Sant’Elena, madre di Costantino, durante il suo pellegrinaggio in Terrasanta fece smontare e trasportare a Roma parte dellascala salita da Gesù Cristo per recarsi al Sinedrio, al cospetto di Ponzio Pilato, poco prima di essere crocifisso.
Oggi questa scala si compone di 28 gradini che possono essere percorsi solo in ginocchio dai fedeli in segno di devozione.
Da Piazza San Giovanni, attraversando il bel viale alberato di Viale Carlo Felice, si raggiunge facilmente la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
Una volta usciti dalla Basilica di Santa Croce, attraversando Porta Maggiore si arriva al Cimitero Monumentale del Veranoa ridosso del quale si trova la Basilica di San Lorenzo fuori le Mura.
Una volta fuori usciti dalla Basilica di San Lorenzo i partecipanti si dirigono verso l’ultima tappa del pellegrinaggio, dove i fedeli sono soliti richiedere la Grazia, la Basilica di Santa Maria Maggiore, racchiusa tra la Piazza omonima e Piazza dell’Esquilino a pochi passi dalla stazione Termini.
Nicola Incampo
Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica