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Una “lettura” della festa della Bruna in chiave psicologica e antropologica: è quella di Franco Moliterni che nel volume Nei Misteri della Bruna (Giannatelli Edizioni, prefazione del prof. Giuseppe Mininni) analizza tra fede, archetipi, miti e riti ogni fase del giorno più lungo dei materani.
L’autore parte dal presupposto che l’intera giornata del 2 luglio a Matera ha un sapore fortemente arcaico e, se per gli stessi cittadini numerosi passaggi della festa – per quanto particolari – sono spiegati da leggende tramandate di generazione in generazione o dalla fede, per i turisti che per la prima volta vi assistono potrebbero risultare poco comprensibili. Ecco allora che con il volume di Moliterni, rituali carichi di segni e simboli che possono aver perso i significati originali ritrovano autenticità. Ciò che davvero c’è dietro la novena, la processione dei pastori, i cavalieri, la processione del carro, i muli, i “tre giri”, la distruzione del manufatto in cartapesta e i fuochi d’artificio è arricchito da un’interpretazione minuziosa, di chiaro stampo junghiano (vastissima la bibliografia in cui spiccano numerosi testi, oltre che dello stesso Jung anche di Hillman e Carotenuto).
L’analisi di Moliterni è complessa ma assolutamente completa, comprendendo anche gli aspetti religiosi, storici e filosofici di una festa che per la prima volta è stata “sezionata” in ogni sua parte rivelando una ricchezza di dettagli che solo una ricostruzione simile avrebbe potuto portare alla luce.
Nei Misteri della Bruna si snoda tra sacro e profano addentrandosi nell’intero cerimoniale di una festa riconosciuta come patrimonio immateriale d’Italia dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (IDEA).
Rossella Montemurro