venerdì, 26 Aprile 2024

Torna l’anatomopatologa più intrigante della narrativa italiana, la dottoressa Viola Guarino. L’abbiamo incontrata nel brillante esordio di Piera Carlomagno Una favolosa estate di morte (Rizzoli, vincitore del Premio Romiti di «Ombre», sezione Emergenti, al Caffeina Festival di Viterbo), la ritroviamo in Nero lucano (Solferino), un altro giallo dalla trama aggrovigliata con protagonisti che hanno personalità ricche di sfumature e zone d’ombra.

Ed è ancora la Basilicata protagonista della scena del crimine, una regione lontana dallo stereotipo che la vuole fin troppo tranquilla: Matera e il suo hinterland – con alcuni paesi sempre troppo ancorati al passato, con le loro espressioni dialettali spesso incomprensibili, con quell’aura di perbenismo che nasconde tutt’altro – fanno da sfondo a un noir dove la complessità – nello stile, nell’intreccio, nei personaggi – la fa da padrona.

Viola è stata chiamata per un sopralluogo sulla scena dell’omicidio di un uomo, nei pressi della diga di San Giuliano. La vittima ha la testa completamente tagliata a metà. È uno spettacolo ripugnante che mette a dura prova anche una professionista come lei.

Negli stessi giorni è arrivata a Grottole Leda, la moglie di un ingegnere di origini lucane che da tempo abita a Varese, ed era rientrato a Grottole per affari. Leda, che odia la Basilicata, è una donna piena di contrasti ed è consapevole di non essere unica nella vita del marito. Marito che lei era convinta fosse già a Grottole e che, scopre grazie alla segretaria – e forse amante – è letteralmente scomparso proprio alla vigilia di un accordo milionario.

Inizia così Nero lucano, con un ritmo incalzante e lo stile unico della Carlomagno: ricercato, elegante, mai banale. Come una matrioska, si dipanano situazioni anomale, border line, pronte a essere decifrate da Viola. Lei, che ha una mamma strega, una nonna lamentatrice che fa tornare i morti e un nonno farmacista-masciaro, viene guardata con un mix di sospetto e rispetto da chi le sta accanto. Il ritorno in servizio del sostituto procuratore Loris Ferrara, che un tempo aveva amato, certo non la lascia indifferente e forse la influenza un po’ troppo in un eccesso di tensione erotica che avverte nel rapporto tra l’ingegnere, la moglie e la segretaria.

E poi spunta un’altra vittima: mentre la prima stringeva tra le mani una mappa del territorio, la seconda ha una pagina dalla Divina Commedia. È quasi una macabra certezza, l’omicida colpirà di nuovo. Per Viola, in sella alla sua moto, sarà una vera e propria corsa contro il tempo sulle tracce di un serial killer implacabile, in una Matera particolarmente inquietante, di straordinario fascino tra tempeste e gravine.

Piera Carlomagno è giornalista professionista e scrive sul «Mattino». È direttrice artistica del SalerNoir Festival che nell’estate del 2021 giunge alla settima edizione. È laureata in cinese e ha tradotto un’opera teatrale del Premio Nobel Gao Xingjian.

Rossella Montemurro

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