Sviluppare e rafforzare le capacità di ricerca e di innovazione e l'introduzione di tecnologie avanzate; rafforzare la crescita sostenibile e la competitività delle PMI e la creazione di posti di lavoro nelle PMI, anche grazie agli investimenti produttivi; sviluppare...
Bella, radiosa ma con il pensiero fisso del peso. Quei novanta chili, per Emanuela, erano diventati un’ossessione. Quella di Emanuela Katia Tundo, 43enne di Marconia di Pisticci, era un’obesità che probabilmente non necessitava neanche di un intervento di chirurgia bariatrica, effettuato invece il 26 giugno scorso nel policlinico “San Marco in Zingonia” di Bergamo. Dopo tre giorni di degenza, Emanuela è rientrata a Marconia ma ha iniziato a sentirsi poco bene, accusando forti dolori all’addome e un malessere generale. Si è rivolta al Pronto soccorso di Tinchi dove, vista la gravità della situazione, è stata trasferita al “Madonna delle Grazie” di Matera. Immediatamente, i medici che l’hanno presa in cura si sono accorti di un’emorragia interna, causata probabilmente da un punto di sutura che si era staccato. Emanuela è stata rioperata e ricoverata in Rianimazione. Purtroppo, dopo giorni di agonia il 19 giugno non ce l’ha fatta. Il figlio, Leonardo Corsano, ha sporto denuncia in questura a Matera.
Gli avvocati Eleonora Derario e Pietro Ditaranto di Bernalda cercheranno adesso di fare chiarezza su questa tragica vicenda. Si attendono i risultati dell’esame autoptico. Bisognerà andare a fondo, anche perché interventi simili fanno registrare un’incidenza molto bassa di decessi: un caso ogni mille.