sabato, 27 Aprile 2024

Apt Basilicata, si apre la terza edizione di Fucina Madre

Dalla ceramica all’arte orafa, dal legno all’uncinetto, dall’arte digitale al recupero di antiche tradizioni manifatturiere. E’ un vero e proprio mosaico dell’eccellenza lucana quello che 44 artigiani, maker e designer, provenienti da ogni parte della Basilicata,...

L’inquietudine, le paure, le incertezze. Gli incubi di cadere da un burrone o di essere accoltellato. L’ossessione della morte, a tredici anni. La scoperta del nuoto, le regole dell’acqua, la perdita del padre e, dopo neanche un anno e mezzo, della madre. Lo tsunami della pandemia e il volontariato.

È un Raoul Bova che non ti aspetti quello che viene fuori dal suo libro d’esordio, Le regole dell’acqua. Il nuoto e la vita (Rizzoli). Un Raoul Bova intimista e fragile, delicato, disposto a mettersi a nudo confidandosi.

Perché “spesso nella vita – scrive – le cose accadono tutte insieme, a un progetto o un ostacolo ne segue un altro e poi un altro ancora. Per non lasciarsi risucchiare, nei momenti in cui tutto sembra ostacolarci o rallentare la nostra corsa, bisogna ricordarsi di avere delle regole in grado di restituire la giusta importanza a quel che ci succede. Io, molte di queste regole, le ho imparate dall’acqua”.

L’acqua ma, soprattutto, la vita. La sua che si intreccia con quella del padre – figura cruciale per Rapul – “e di molte persone fuori dal comune che mi hanno insegnato a modo loro un patrimonio di valori, che a volte uso come cassetta degli attrezzi per la manutenzione quotidiana della vita”.

È una virata sbagliata che per Raoul costituisce una svolta: lui, ex promessa del nuoto giovanile, diventa attore: il primo film è dedicato ai fratelli Abbagnale. Una sorta di sliding doors dove il nuoto però non è mai del tutto messo da parte – gli allenamenti in piscina e l’euforia delle prime vittorie costituiscono un universo di riferimento che si rivelerà fondamentale anche per affrontare le sfide fuori dall’acqua.

“Nuotando ho imparato ad affrontare le onde, ad aggirarle e lasciarmi trasportare da esse quando non c’è altra soluzione. Ho scoperto come fenderle e spezzarle, se invece non si può fare a meno di prenderle di petto. Ho capito che in certi casi l’unica soluzione è galleggiare e lasciarsi cullare. Anche la più violenta delle tempeste a un certo punto lascia spazio a un timido raggio di sole”.

In un ideale viaggio nel passato Raoul ritrova tutte quelle regole apprese da bambino e riscoperte anche attraverso gli incontri con grandi campioni come Filippo Magnini, Massimiliano Rosolino, Emiliano Brembilla da lui coinvolti per vincere un record e realizzare la promessa fatta molti anni prima al padre.

Il popolare attore, conosciuto per serie di successo ma anche per tante pellicole cinematografiche, si racconta in un libro commovente, ricordando quel ragazzino che ce la mette tutta, di suo padre e di un cronometro che improvvisamente ritorna nella vita del protagonista per rivelare che c’è sempre tempo per fare ancora una gara.

“Il vero traguardo, nello sport così come nella vita, è proprio questo: essere fedeli a noi stessi, a quello che vogliamo, alla nostra identità. Restare integri, rispettarci ogni giorno. Se mantenere una promessa significa tradirci, allora vuol dire che abbiamo sbagliato a farla e dovremmo imparare a rendercene conto, ad ammetterlo e a correggere il nostro percorso”.

Raoul Bova, ex nuotatore, attore e regista, ha esordito nel mondo del cinema giovanissimo, ha recitato in molti film, commedie teatrali, serie tv in Italia e all’estero. Ha lavorato con i più importanti registi fra cui Pupi Avati, Carlo Vanzina, Ferzan Özpetek, Paolo Genovese. Nel 2010 è stato nominato Goodwill Ambassador della Fao.

Rossella Montemurro

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