sabato, 14 Dicembre 2024

La lettera di Natale del prof. Incampo ai ragazzi

Un giorno scrissi alla lavagna: “Scrivi una lettera di Natale ai giovani”. Cari giovani, Natale è un momento speciale che ci invita a fermarci e riflettere su ciò che davvero conta nella nostra vita. In mezzo alla frenesia della quotidianità, alle sfide, alle...

“È un delicato invito a promuovere l’ecologia del cuore, l’unica residenza delle parole empatiche. È la nuova sfida di chi crede ancora nell’uomo”. Sono queste parole di Carmen Talarico, scrittrice, poetessa e blogger a racchiudere il senso della raccolta di poesie di Mariangela Cutrone Le parole empatiche (Poetica Edizioni). La Talarico, che ha firmato la postfazione, sottolinea dell’Autrice “la tenacia della gentilezza e la dirompenza della mitezza, che ricompongono l’affanno del nostro quotidiano”.

E in effetti, la delicatezza è il leitmotv di quest’opera che, decisamente in controtendenza, si apre alla speranza con uno sguardo lungimirante, costruttivo e benevolo non appiattendosi sulle mode del momento che sempre più spesso si uniformano su toni eccessivamente introspettivi e cupi.  Leggere, invece, queste liriche permette di lasciarsi andare a una ventata di ottimismo, di avere la poesia come alleata per una visione più ampia e, almeno per un attimo, svincolata dalle problematiche quotidiane.

“La vita è fatta di nuovi inizi / sono pure rinascite / grazie alle quali indossi / un paio di lenti nuove / con le quali scrutare / il mondo dentro e attorno a te.”

Con i suoi versi Mariangela presenta un’alternativa coraggiosa fatta di amore, dolcezza, umanità.

“Ogni attimo vissuto con te è Poesia / così pura e veritiera / solletica le corde della mia anima che traduce in soavi versi / le sensazioni lisergiche / che solo tu sai donarmi. / Mi risvegliano nei freddi giorni d’inverno / invitandomi ad accogliere un’inedita primavera / segna la rinascita di sentimenti / che ho tatuato sul cuore”.

Più che una raccolta di poesie, sembra una raccolta di canzoni che si leggono tutte d’un fiato e che rendono più significative e colorate anche le giornate più uggiose. Infatti i componimenti sono accompagnati da una playlist musicale, “formidabili pezzi che sono la colonna sonora delle mie giornate e non finiranno mai di ispirarmi”, afferma Mariangela. Una commistione di poesia e musica dove non può mancare l’arte: i componimenti sono accompagnati alle illustrazioni di Davide De Brita.

Cos’è per te la scrittura?

“La scrittura è una vera e propria costante nella mia vita. È un’esigenza, un bisogno innato. Senza di essa mi sentirei letteralmente incompleta! Non posso fare a meno di scrivere sotto forma d quelle che io amo definire “parole tradotte in versi” i miei stati d’animo, le emozioni, le esperienze vissute, le riflessioni sulla vita e sul mondo che mi circonda. La scrittura si ciba di pura vita. Quest’ultima assume un significato e un valore diverso attraverso il raccontarsi, il “mettere nero su bianco” tutto ciò che si agita e scalpita nel profondo della nostra anima. La scrittura è una forma di espressione artistica che va valorizzata e coltivata con costanza, dedizione e soprattutto passione autentica.”

Parafrasando il titolo della tua raccolta di poesie, in che modo possiamo rendere empatiche le parole?

“Le parole hanno un grande potere che spesso sottovalutiamo o diamo per scontato. Attraverso esse possiamo esprimere tanti messaggi significativi che consentono di attivare un moto dell’anima. Grazie alle parole è possibile dar vita ad una sorta di “rispecchiamento” che è una delle dinamiche fondamentali dell’empatia, una dote che è insita in ognuno di noi e che va allenata quotidianamente cibandola di sensibilità, gesti semplici ed essenziali, ascolto, comprensione e soprattutto apertura nei confronti dell’Altro che non deve essere visto come un potenziale nemico ma un alleato, complice col quale condividere esperienze significative. Le parole ci aiutano ad avvicinarci al mondo dell’Altro, ad esplorarlo, entrare in connessione con esso per rintracciare inevitabilmente parti del nostro essere, per evolvere sempre più. Le parole diventano empatiche quando si cibano di Verità e sfuggono ai pregiudizi, ai “se e ma” per essere libere di esprimere l’essenza del nostro essere.”

Torna spesso una metafora nei tuoi versi, quella delle lenti colorate o delle lenti nuove. Puoi spiegarla?

“Con la metafora delle “lenti colorate” o “lenti nuove” invito i lettori de “Le parole empatiche” ad imparare ad osservare la realtà che ci circonda e l’Altro in maniera inedita, più autentica. “Osservare” è diverso rispetto al semplice “guardare”. Quando osserviamo il mondo con “lenti colorate” impariamo a cogliere la Bellezza che si cela in posti inaspettati che spesso sfuggono alla quotidianità perché siamo troppo impegnati a condurre vite frenetiche e ordinarie.  Grazie alle “lenti colorate” ognuno di noi può cogliere tanti dettagli per imparare ad apprezzare ciò che veramente merita la nostra attenzione e per vivere ogni giorno come se fosse il primo. Sono del parere che ognuno di noi nasce con queste “lenti colorate” in dotazione poi con l’età adulta ci dimentichiamo di esse. Questo spiega perché i bambini sono così curiosi e spontanei. Sarebbe bello se grazie a queste lenti colorate preservassimo quella parte di noi che sa ancora emozionarsi ad esempio davanti ad un tramonto. Sulle lenti colorate i bambini hanno tanto da insegnarci!!”

Proprio in “Indossando lenti colorate” scrivi: “Non è mai troppo tardi / per ricercare il senso / della propria esistenza / e ricominciare a vivere davvero”. C’è tanto ottimismo in questi versi, dobbiamo intenderlo come un messaggio di speranza?

“Sì, la vita è un continuo divenire, una continua scoperta.  Ogni giorno ci riserva tante “prime volte” e “nuovi inizi” che spetta a noi cogliere e vivere a pieno, senza paura. Siamo noi i protagonisti della nostra esistenza. È possibile cogliere tanta Bellezza in posti inaspettati, in gesti semplici ma spontanei. Non bisogna mai smettere di ricercare il senso della propria esistenza, avere fame di conoscenza, porsi domande. Il mio è un vero e proprio invito a mettersi in gioco, a sperimentare, osare, a non accontentarsi di vivere ciò che gli altri hanno deciso per noi. In questa evoluzione può esserci d’aiuto mantenere vivo il proprio “fanciullino” che rappresenta la nostra parte più curiosa e creativa.”

A differenza di altri poeti che indugiano nel nichilismo e nella distopia, tu hai scelto di lasciar spazio alle sensazioni belle, positive. È stato un caso o una scelta consapevole?

“Un po’ tutti e due. Sono un’inguaribile ottimista e sognatrice per natura. Credo che sia possibile cogliere il lato positivo in qualsiasi situazione, anche la più drammatica o difficile. Ogni emozione, evento, esperienza ha una doppia valenza e ha tanto da insegnarci. C’è una dualità anche nell’essere umano. Io tendo molto a valorizzare la positività, la parte più bella. In questo il mio mentore è stato mio padre. Sin dall’infanzia è sempre stato un esempio positivo da seguire perché una persona buona, empatica e fonte di insegnamenti preziosi. Attraverso “Le parole empatiche” il mio intento è quello di infondere coraggio, fiducia, vitalità e ottimismo nei confronti dell’Altro anche se nella società dilaga l’individualismo, l’egoismo e il narcisismo.  Nonostante varie esperienze negative e amicizie opportuniste e false ho ancora fiducia negli altri, in quei gesti carichi di gentilezza, generosità e spontaneità che ti cambiano il corso delle giornate e ti scaldano il cuore.  Sono anche una grande estimatrice di quegli incontri tra “anime elette” che contribuiscono ad evolverti umanamente parlando.”

Citi Bertoldi e Bisotti. Cosa rappresentano per te questi due scrittori?

“Ho conosciuto i libri di questi due scrittori contemporanei italiani (insieme a Carlo Simeone che è anche presente con una citazione che riportato e che è tratta da Il Viaggio delle parole edito da Tea, un libro di formazione che consiglio vivamente a tutti!!) grazie al mio lavoro di giornalista e book blogger. Non ho potuto non appassionarmi alla loro scrittura. Li ritengo dei grandi conoscitori dell’anima. Le loro storie infatti scavano nel profondo delle nostre emozioni consentendo a noi lettori di entrare pienamente in empatia con le vicende narrate e soprattutto nei loro personaggi ai quali ci si affeziona letteralmente. Questi scrittori sono fonte di ispirazione e imput creativi per la mia poetica e non ho potuto fare a meno di citarli così come ho fatto anche con le band come i Led Zeppelin, i Foo Fighters, i Black Sabbath, i Rival Sons e le canzoni con le quali ho creato una playlist di ascolto consigliata. Devo tanto ai libri che leggo e alla musica che ascolto quando scrivo e che è stata di fondamentale importanza durante la realizzazione di questo progetto creativo.”

Mariangela Cutrone in arte Mary Empatika, classe 1985, pugliese d’origine e abruzzese d’adozione. Laureata col massimo dei voti in Scienze dell’Educazione e Formazione con una tesi sull’Empatia nell’ insegnamento scolastico. La scrittura è la sua più grande passione. Scrive poesie, racconti e storie ispirate alla pura vita.   Molti suoi racconti sono stati pubblicati in antologie come “Racconti pugliesi- edizione 2017” di Historica Edizioni, “Era mia madre” e “Lettere ai nostri figli” di Ivvi Edizioni. Cura diversi blog culturali. Collabora come giornalista free lance con testate giornalistiche a livello nazionale curando tematiche come Salute, Benessere, Lifesyle, Cultura, Libri. Scrive per IlGiornale.it dal 2018.

Rossella Montemurro

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