venerdì, 26 Aprile 2024

Un omaggio a una combattente, una donna con una cultura vastissima che ha però dovuto vivere e, in un certo senso lavorare, all’ombra del marito, il celebre drammaturgo Gregorio Martínez Sierra. Stiamo parlando di María Lejárraga o María Martínez Sierra (uno pseudonimo), scrittrice, traduttrice e drammaturga spagnola che nei primi anni del Novecento è stata l'”anima” di oltre novanta opere andate in scena nei più importanti teatri del mondo, dagli Champs-Élysées a Buenos Aires, a Broadway, sempre attribuite esclusivamente al marito.

La donna senza nome (traduzione di Enrica Budetta) di Vanessa Montfort restituisce il giusto prestigio a una donna che per decenni è rimasta “dietro le quinte” ma che ha, invece, avuto un’influenza fortissima ed è stata testimone dei grandi eventi del Novecento – la Madrid letteraria degli anni Venti, la Parigi della Belle Époque, l’esilio durante la guerra civile spagnola, l’occupazione nazista della Francia e il glamour degli anni d’oro di Hollywood.

L’escamotage letterario per mettere in luce la vita di Marìa si basa sull’incarico dato alla regista teatrale Noelia Cid di mettere in scena per la prima volta un’opera perduta del secolo scorso firmata da Gregorio Martínez Sierra. Noelia decide di documentarsi analizzando gli appunti e le lettere conservati da María, la moglie di Gregorio. Inizia così una full immersion che dal 2018 arriva ai primi del Novecento, un viaggio letterario fitto e avvincente che fa luce su un mistero irrisolto da oltre cent’anni – ci sono le questioni legate ai diritti d’autore, i tanti ricercatori che hanno passato la vita a studiare Gregorio Martínez Sierra… – e approfondisce una complessa relazione di coppia, i due infatti si separarono. 

Grazie alla caparbietà di Noelia, si scopre che Marìa ha collaborato con i principali intellettuali dell’epoca e ha conosciuto, tra gli altri, Picasso, Stravinskij, Sarah Bernhardt, García Lorca. Nei suoi scritti, firmati dal marito, spicca la lotta per l’uguaglianza e per la libertà di voto alle donne.

L'”invisibile” Marìa ha però lasciato dietro di sé una traccia sottile grazie alla quale Noelia riesce finalmente a restituirle un nome dopo una ricerca affannosa che le permette di ritrovare lettere inequivocabili –  “(…) ho un documento firmato da Gregorio che accreditala mia collaborazione in tutte le opere e, per quanto dopo questo sia tutto superfluo, voglio che tu sappia che per le mani numerose lettere e telegrammi che dimostrano non solo la mia collaborazione, ma anche che gran parte delle opere sono state scritte esclusivamente da me e che mio marito non ha avuto altra partecipazione in esse se non averne notificato l’avvenuta ricezione, atto per atto. (…)”.

La Montfort ha affermato di aver lavorato a La donna senza nome da marzo a giugno 2020 durante il lockdown: “Avvicinarsi e ricostruire questo personaggio unico, tanto ricco quanto longevo, è stato un compito titanico”.

Il risultato è un affresco a tutto tondo sul “più grande mistero della letteratura spagnola”, un romanzo narrato con raffinatezza ed eleganza che parla di amore e disamore, di vocazione artistica e sopravvivenza. E riscatta la figura di una donna poliedrica e geniale, per darle il suo posto nella storia.

Vanessa Montfort (Barcellona, 1975) è scrittrice e drammaturga. Dopo una laurea in Scienze dell’informazione, ha pubblicato tre romanzi e diretto varie opere teatrali che spaziano dalla commedia al dramma, al musical e al genere fantastico. Dal 2015 dirige la Compañía Teatral Hijos de Mary Shelley, a Madrid. In Italia ha esordito con Donne che comprano fiori (Feltrinelli, 2017), un fenomeno letterario internazionale tradotto in tutto il mondo. Con Feltrinelli ha pubblicato anche Il sogno della crisalide (2020).

Rossella Montemurro

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