venerdì, 3 Maggio 2024

Si è svolta questa mattina a Matera la cerimonia di scopertura della statua dedicata alla memoria di Francesco Paolo Conte, Guardia di Pubblica Sicurezza, Medaglia d’Argento al Valor Civile.

Il monumento, collocato in Piazza Vittorio Veneto davanti alla facciata del Palazzo dell’Annunziata, è stato scoperto alle ore 11 dal Vice Capo della Polizia Prefetto Maria Teresa Sempreviva, Vice Direttore Generale della P.S. preposto all’attività di coordinamento e pianificazione delle Forze di Polizia, unitamente ai familiari di Francesco Paolo Conte, al Prefetto di Matera Sante Copponi, al Questore di Matera Eliseo Nicolì e al Sindaco di Matera Domenico Bennardi.

Hanno partecipato inoltre anche altre Autorità, tra cui il Presidente della Provincia di Matera, il Procuratore della Repubblica di Matera e i comandanti provinciali delle altre Forze di Polizia. Molti sono stati i cittadini che hanno seguito l’evento.

La collocazione del monumento, opera dell’artista materano Raffaele Pentasuglia, è la conclusione di un lungo iter nato dalla proposta dell’ex Questore di Matera Luigi Liguori, entusiasticamente accolta dalla precedente Amministrazione comunale e portato a termine dall’attuale Questore di Matera Eliseo Nicolì e dall’Amministrazione guidata da Domenico Bennardi.

Era il 24 ottobre 1928 quando sulla città di Matera si abbatté un violento nubifragio: le acque dilagarono per i sottani di Piazza Vittorio Veneto allagandoli. In un sottano situato di fianco alla chiesetta della “Mater Domini” alcune persone erano intrappolate nella loro abitazione e Francesco Paolo Conte, giovane Guardia di Pubblica Sicurezza in servizio a Roma e in licenza nella sua città natale, legato a una corda si fece calare nell’ipogeo e riuscì a salvare alcune di quelle persone. Ma purtroppo venne travolto dalla furia delle acque che gli causarono lesioni mortali. Il giorno dopo furono celebrate le sue esequie funebri e di altre due vittime del fortunale.

A lui è dedicata una via della città e la Sala Situazione della Questura di Matera; in questa Piazza Vittorio Veneto, di fianco al Belevedere Guerricchio, è posta una lapide commemorativa.

Dopo la scopertura l’Arcivescovo di Matera Mons. Giuseppe Caiazzo ha benedetto l’opera. Poi la cerimonia è proseguita all’interno dell’attiguo Cinema Teatro Gerardo Guerrieri, dove si sono succediti nell’ordine gli interventi del Questore Eliseo Nicolì, del Sindaco Domenico Bennardi, dei familiari di Francesco Paolo Conte, dello scultore Raffaele Pentasuglia, del Prefetto Sante Copponi e per concludere quello del Vice Capo della Polizia, Prefetto Maria Teresa Sempreviva.

Il Questore ha voluto sottolineare l’importanza “che l’Amministrazione civica e la Polizia di Stato attribuiscono al gesto, ai valori morali che sottende e alla figura dell’uomo che li ha saputi intrepretare sino in fondo perché, così acquisiti alla memoria collettiva, siano spunto costante di riflessione per questa e per le future generazioni, coscienti che in assenza di valori etici non vi è società civile che possa sopravvivere.”

L’autore della statua, lo scultore materano Raffaele Pentasuglia, ha ricordato la fase di elaborazione dell’opera e quando infine l’anno scorso era a Cesate, Milano, presso la fonderia dove il lavoro è stato completato, quando in quella Regione il contagio mieteva vittime anche nelle Forze di Polizia, facendolo riflettere sul ruolo di chi si pone a servizio dello Stato e sull’idea che ha dello Stato chi si pone a servizio di chi ha veramente bisogno anche a rischio della propria vita.

Nel suo intervento, il Vice Capo della Polizia Prefetto Maria Teresa Sempreviva, originaria del Metapontino, ha ricordato il valore del gesto di Francesco Paolo Conte, individuando in esso sia l’essere poliziotto, sia la “materanità”, espressione quest’ultima del senso di umana solidarietà propria del popolo lucano. Matera è una città con un’anima, con un’identità forte e perciò non dimentica, così come la Polizia di Stato che ha tra i suoi valori fondamentali la memoria e il ricordo dei propri caduti.

Con il suo esempio – ha proseguito il Vice Capo della Polizia di Stato – “Francesco Paolo Conte ci ricorda che l’essere poliziotto non è un mestiere ma una vera e propria missione, la grandezza di un corpo dello Stato è fortemente condizionata proprio dai suoi eroi, i nostri caduti sono i giganti sulle cui spalle ci appoggiamo, sono esempi che ci guidano come la stella polare.”

E a proposito di memoria e di valori, alla cerimonia ha voluto fortemente partecipare anche il Vice Ispettore in quiescenza Felice Cristella, nonostante i 96 anni da compiere a breve, spiegando così a tutti noi il vero significato dell’attaccamento ai valori dell’Istituzione.

BIOGRAFIA

La Guardia di Pubblica Sicurezza Conte Francesco Paolo, nato a Matera il 25 gennaio del 1900, in servizio presso la Questura di Roma ma originario di Matera, e’ deceduto nella Piazza Vittorio Veneto di questo capoluogo in data 24 ottobre 1928, dopo aver salvato due anziani coniugi intrappolati nella loro abitazione posta sotto il livello stradale, allagatasi a causa di un violento nubifragio che in quella giornata si abbatte’ sulla citta’ di Matera, inondando strade ed abitazioni.

            Il giovane materano, libero dal servizio, si fece calare nel sottano legato ad una corda,  riuscendo cosi’ a raggiungere e a portare in salvo le due persone, ma la furia dell’acqua lo travolse, causandogli lesioni mortali.

            Il Capo del Governo, solo dopo tre giorni, elargi’ per tale gesto eroico, in favore della madre vedova un sussidio di lire mille. Nel febbraio 1929, con Regio Decreto, Francesco Paolo Conte fu insignito della medaglia d’argento al valore civile alla memoria. Lo stesso anno, la Fondazione Carnegie, per gli “Atti di Eroismo”, gli accordo’ la medaglia d’oro alla memoria. Anche la rivista piu’ conosciuta e diffusa del tempo “la Domenica del Corriere”, dedico’ la copertina di un suo numero all’eroe materano.

Francesco Paolo CONTE, Guardia del disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza

Nato a Matera il 25 gennaio 1900, morto a Matera il 24 ottobre 1928.

La sua figura è legata al terribile nubifragio che colpì Matera il 24 ottobre 1928, provocando l’allagamento di alcuni locali dell’attuale piazza Vittorio Veneto (a fianco della chiesetta della Mater Domini).

La Guardia Francesco Paolo Conte, in servizio presso la Questura di Roma in quella data si trovava a Matera libero dal servizio. Appreso che alcune persone si trovavano in pericolo, bloccate dalle acque, in abitazioni al di sotto del livello stradale, accorse arditamente in loro soccorso, facendosi calare nell’ipogeo legato ad una corda. Venne però travolto dalle acque e trascinato nei sotterranei, riportando gravi lesioni che gli procurarono la morte.

Il 18 febbraio 1929 gli fu conferita la Medaglia d’Argento al valor civile alla memoria; la Fondazione Canergie, nell’adunanza del 31 dicembre 1929, gli conferì la Medaglia d’Oro. Inoltre, il Capo del Governo concesse alla famiglia un sussidio di lire mille.

La Domenica del Corriere di quell’anno dedicò una copertina all’eroe materano che lo ritraeva nell’atto di compiere lo slancio altruistico conclusosi tragicamente.

La Città di Matera gli ha dedicato una via (zona Agna) con delibera del Consiglio Comunale del 25 giugno 1988.

Su richiesta dell’ultimo nipote di Conte, in piazza Vittorio Veneto è stata apposta dall’Amministrazione Comunale una targa per ricordare l’episodio di 90 anni fa.

A Francesco Paolo Conte è intitolata la Sala Situazioni della Questura di Matera; la cerimonia di intitolazione ebbe luogo il 28 settembre dello scorso anno, alla presenza del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Franco Gabrielli.

Questo il testo della motivazione dell’attribuzione della Medaglia d’Argento:

“Abbattutosi sulla città un violentissimo nubifragio che provocava l’allagamento di alcune abitazioni poste sotto il livello stradale, sorretto da una fune, nonostante gli sfortunati tentativi di altri valorosi che lo avevano preceduto nell’azione perigliosa, si slanciava in soccorso di alcuni individui minacciati dalle acque: ma dall’impeto di queste riversatesi nei piani sottostanti, veniva travolto e miseramente periva, vittima del suo slancio altruistico.”

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