sabato, 4 Maggio 2024

Viaggiando lungo la costa dell’adriatico che dall’Abruzzo scende sino al Gargano, è inevitabile che si venga rapiti alla vista di strani e maestosi manufatti in legno arroccati sugli scogli, dai quali fuoriescono lunghe antenne in legno, protese verso il mare, con grandi e penzolanti reti da pesca. 

Gabriele Dannunzio, nel 1894, in un suo romanzo dal titolo “il trionfo della morte” scriveva: “Sopra un gruppo di scogli si protende un trabocco, una strana macchina da pesca tutta composta di tavole e travi,  simile ad un ragno colossale.”   Il colossale ragno citato dal poeta è il trabucco, una complessa e intelligente macchina da pesca frutto dell’ingegno dell’uomo, nata dall’esigenza di fronteggiare le tante insidie e i pericoli che da sempre nasconde il mare, stando al sicuro con i piedi ben saldi sulla costa.

Oggi i trabucchi oltre ad essere una testimonianza di archeologia industriale rimangono un patrimonio demoetnoantropologico da salvaguardare e tutelare. Dei tanti trabucchi sparsi sulla costa, oggi si possono ancora ammirare nel Gargano, in particolare nelle citta’ di Vieste e Peschici. 

Il compianto Francesco Langianese, alias ciccillo del trabucco, uno dei tanti trabuccolanti operanti a Vieste, con suo fratello, oltre ad essere un pescatore era un bravo costruttore di trabucchi. 

Il Sig. Giuseppe, anch’egli trabuccolante viestano, dopo averci mostrato con orgoglio il suo trabucco restaurato racconta:

“il trabucco veniva costruito utilizzando legno di pino marino, abete e castagno. Per primo si iniziava a costruire una specie di palafitta piantata nella roccia, praticando dei grossi fori ad una profondità di circa 40 cm.. Una volta infilati i pali di sostegno, questi venivano bloccati con grossi cunei di legno. I robusti pali della struttura, sono circa venti e vengono piantati ad una distanza di 1,5 mt l’uno dall’altro.

La piattaforma in legno misura una superficie di mt. 7 X 8, con due alberi alti 14 metri, ed uno centrale alto mt.10.

Dai lati del trabucco fuoriescono due lunghi pali in legno lunghi 32 metri, chiamati antenne, con altre due antenne  più piccole, lunghe 10 metri. Nella parte centrale c’è un lungo palo con alla punta un retino chiamato “coppo”, utile per prelevare il pescato contenuto nella  rete del trabucco.

La grande rete viene issata con l’utilizzo di due grossi argani posti nella parte centrale della piattaforma del trabucco, e per ogni argano necessitano due persone con forti braccia. Durante le operazioni di pesca sul trabucco venivano impiegati massimo otto pescatori. Il trabucco è allocato nelle punte marine perche’ in quel punto della costa avviene il passaggio del pesce.

Quando eravamo in attivita’ pescavamo molto pesce azzurro, spigole e cefali, mentre mio fratello pescava in particolare pesce bianchetto, la cosidetta schiuma di mare, e ne pescava circa 50-60 kg al giorno. Il bianchetto, oggi pesca vietata, dava un ottimo reddito, perche’ era molto richiesto dai clienti. Si mangiava crudo con olio e limone, o veniva preparato sottoforma di frittata. Una leccornìa!!

La rete del trabucco, e’ grande 500 metri quadrati, e durante la pesca veniva calata a circa quattro metri di profondita’. Il periodo ottimale per la pesca sul trabucco è tra i mesi di dicembre e aprile.

La vita sul trabucco la ricordo con molta nostalgia, mi ritornano in mente i tanti ricordi, in particolare i momenti di attesa prima di alzare le reti,  giocavamo a carte e sulla brace si arrostiva del pesce fresco , innaffiato da buon vino. L’intero pescato della giornata veniva diviso, consegnando il 50 % al proprietario del trabucco. 

Il più delle volte sulla piattaforma del trabucco veniva montata una piccola cabina con al suo interno otto letti a castello, utilizzati da noi pescatori per dormirci sia di giorno che di notte. Se ben ricordo, Il più antico trabuccolante di Vieste era Spalatro Vincenzo. Oggi in attivita’ siamo rimasti: Langianese, Masella Natale, mio figlio Daniele classe 82 che continua l’attività di famiglia,  Spalatro Michele e Ranieri Anna, unica donna trabuccolante.

Trabucchi di Vieste: 

Molinella (Langianese)

Punta Lunga (Ranieri Anna); 

San Lorenzo (Spalatro Michele)

Porticella (Pastore Matteo)

Punta della testa (Traia Michele) 

Santacroce (spalatro Giovanni)

Grazie all’ Associazione Onlus “La Rinascita dei Trabucchi Storici”, costituita nel 2012, e presieduta dall’Ing. Silvestri Matteo. Un sodalizio nato con l’intento di recuperare, restaurare e ricostruire i “Trabucchi storici del Gargano” affinchè vengano, raccontati, vissuti con attività turistiche e culturali, e sopratutto perchè vengano tramandati alle generazioni future.

Tutti gli associati, vivono la necessità di una piena rinascita dei Trabucchi del Gargano, una autentica  passione e legame al proprio territorio. Una missione come un vero e proprio obbligo di civiltà.

Stefano de Carolis

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