domenica, 5 Maggio 2024

È stata inaugurata nel
pomeriggio a Matera a Palazzo Lanfranchi la mostra “Il Rinascimento visto dal
Sud. Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500”. È  
un autentico scrigno di tesori che sino al 19
agosto 2019 attende il pubblico italiano ed internazionale a Palazzo
Lanfranchi. A proporre una narrazione, densissima e meravigliosa, di un secolo
di grande arte. Qui, la grande mostra Il Rinascimento visto dal Sud. Matera,
l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500, esposizione cardine del
programma culturale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, offre, nelle
otto ricche sezioni, ben 215 opere: dipinti innanzitutto, ma anche sculture,
incunaboli, cinquecentine, manoscritti, codici miniati, tessuti, bronzi,
ceramiche, astrolabi e oreficerie
.

Pezzi unici, concessi dai
maggiori musei e dalle grandi istituzioni culturali di tutto il Mezzogiorno,
delle Isole ma anche dal

resto del Paese e dai grandi musei di Spagna, Francia, Germania e Portogallo.
Capolavori celeberrimi accanto a opere di incredibile bellezza e fascino, molte
mai uscite dalle istituzioni di appartenenza e, una parte di esse (più di una
trentina), interessata da una apposita campagna di interventi conservativi che
hanno restituito loro perfetta leggibilità.

Opere, talune mai prima esposte, altre –
come alcuni grandi polittici – riavvicinate o ricomposte per l’occasione. Tutte
riunite a documentare l’originalità della declinazione meridionale del
Rinascimento.
Un nuovo
rivoluzionario linguaggio proveniente dalle Fiandre qui infatti si è intessuto
con influenze molteplici arrivate sia da Oriente che da Occidente, attraverso
le rotte dei commerci marittimi che solcavano il Mediterraneo.
Creando
così un Rinascimento diverso, per molti versi più ricco e certamente originale:
il “Rinascimento visto da Sud”.

La mostra, co-prodotta da
Polo museale della Basilicata e Fondazione Matera Basilicata 2019, è curata da
Marta Ragozzino,

Pierluigi Leone de Castris, Matteo Ceriana e Dora Catalano.

Marta Ragozzino,
direttrice del Polo Museale della Basilicata, non nasconde la soddisfazione di
poter offrire al pubblico una esposizione come non si è mai vista, ricca di
suggestioni e di veri capolavori. A cominciare dalle opere di tre maestri
assoluti: Antonello da Messina, Donatello e Raffaello «che siamo riusciti a o
ttenere – sottolinea la
direttrice Ragozzino – per effetto della straordinaria condivisione dei
direttori del Museo Civico di Como, del Museo Archeologico Nazionale di Napoli
e delle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Grazie a queste collaborazioni istituzionali
sono in mostra la Annunciata di Antonello, la meravigliosa Testa di cavallo di
Donatello e il disegno preparatorio della Madonna del pesce di Raffaello.
Saranno accanto ad opere non meno rilevanti provenienti dall’intero
Mezzogiorno, tra le quali spiccano quelle importantissime concesse dal
direttore del Museo di Capodimonte».

“Nelle prossime
settimane – ha aggiunto la Ragozzino – organizzeremo un evento all’interno
della mostra alla presenza del ministro per i Beni e le attività culturali,
Alberto Bonisoli, e del ministro alla Cultura del governo spagnolo per
sottolineare la collaborazione fra i due Paesi fondamentale per questo
allestimento che intreccia le diverse culture del Mediterraneo”.

Tra le tante opere i
curatori segnalano anche la raffinata Madonna del Maestro di Ladislao di
Durazzo, proveniente dal Museo del Santuario di Montevergine, nell’Avellinese,
le opere di Colantonio, la Madonna
con Bambino
del Maestro dei Santi Severino e Sossio o la elegantissima Madonna
con Bambino di Francesco Laurana, concessa da Palazzolo Acreide
, in Sicilia. E ancora la
statua di medesimo soggetto di Domenico Gagini, dal Museo Civico di Castel
Nuovo a Napoli, così come il San Felice in cattedra di Lorenzo Lotto dalla
Chiesa di San Domenico a
Giovinazzo e le opere di Andrea Sabatini da Salerno, il
Raffaello del Sud. Grande pittura ma anche documenti
preziosissimi, valga l’esempio del Codice di Santa Marta, manoscritto
proveniente dall’Archivio di Stato di Napoli
, e il Libro d’Ore di Alfonso d’Aragona della Biblioteca Nazionale di
Napoli.

E tante altre ancora: un
elenco delle meraviglie in mostra sarebbe troppo lungo. Non possiamo tuttavia
non citare gli esempi dei grandi maestri veneti presenti nel territorio.
Dalla Santa Eufemia di
Mantegna alle pale, tavole e tele di Giovanni Bellini, Bartolomeo e Alvise
Vivarini, Paris Bordon, Francesco Vecellio, Pordenone, tra i tanti. O dei maestri
provenienti dall’Italia
centrale,
quali il Pinturicchio, Antoniazzo Romano o Pietro di Domenico da Montepulciano.
Ma anche dai paesi nordici come il fiammingo Jan van Eyck o dalla Spagna come
Jacomart o Guillermo Sagrera. A giungere invece da Lisbona è la Madonna con
Bambino e San Giovannino di Cesare da Sesto, opera oggi tra le più ammirate del
Museu Nacional de Arte Antigua e che torna a casa, almeno per lo spazio della
mostra.

Notevolissima la presenza
di opere di Polidoro da Caravaggio, con l’Andata al Calvario dai Musei
Vaticani, le tavole della Pala della Pescheria dal Museo di Capodimonte e il
maestoso Sant’Alberto della Galleria Sabauda di Torino.

Ma non meno importanti
sono le meravigliose pergamene raffiguranti la Cosmographia di Tolomeo, grande
codice dalla Nazionale di Napoli e il Portolano genovese della Nazionale di
Firenze, ad indicare quelle rotte che univano il Mediterraneo e le terre da
esso lambite e che avevano nel nostro Mezzogiorno il loro attivissimo fulcro.

Per Giovanni
Panebianco, Segretario Generale del MiBAC in rappresentanza del Ministro
Alberto Bonisoli: “E’ un evento che potremmo definire epico per la
straordinaria qualità delle opere in esposizione. Il ministero per i Beni e le
Attività culturali ha fortemente voluto questa mostra. Un’esposizione che ci
aiuta a leggere e interpretare in modo diverso una fra le fasi storiche più
importanti del nostro Paese”.

“Il Rinascimento
visto da Sud potrebbe essere il sottotitolo di Matera, Capitale europea della
cultura per il 2019 – ha affermato Paolo Verri, direttore generale della Fondazione
Matera Basilicata 2019 – perchè fa riferimento alla rinascita di un territorio
proprio come sta succedendo per Matera. Questa mostra per la prima volta ci
aiuterà a guardare questa fase storica con occhi diversi, e a guardare il
Mediterraneo come luogo di vita e di incroci culturali in un tempo così
difficile per quest’area”.

Ai tesori così eccezionalmente
riuniti si unisce la spettacolarità dell’allestimento, in una sede, Palazzo
Lanfranchi, che di per se

stessa merita un viaggio. Con Matera Capitale tutto intorno.

 

Intorno
alla mostra percorsi tra Basilicata e Puglia alla scoperta dei tesori del
Rinascimento

La mostra, che prevede
naturalmente un focus particolare su Matera e la Basilicata, è integrata e
arricchita da speciali percorsi di conoscenza e valorizzazione delle opere
d’arte tardogotiche e rinascimentali disseminate nel territorio regionale, inamovibili
per tipologia o per dimensioni.

 In tali percorsi vengono considerati i principali
affreschi locali del tempo, ad esempio quelli di San Donato a Ripacandida, di
San Pietro Caveoso, della chiesa rupestre di Santa Barbara e del Convicinio di
sant’Antonio a Matera, dell’Abbazia di Montescaglioso, e quelli della Trinità
di Miglionico.

Ma anche i grandi
polittici come quello di Cima da Conegliano sempre a Miglionico, che
testimonia, insieme alla straordinaria scultura raffigurante Sant’Eufemia del
Duomo di Montepeloso oggi Irsina, l’attenzione locale alla cultura veneta.

Oppure le opere
realizzate nei primi decenni del cinquecento da Giovanni Luce o Francesco da
Tolentino a Pietrapertosa o, infine, i numerosi polittici eseguiti per i paesi
lucani (Senise, San Chirico Raparo, Salandra, Stigliano etc), da Simone da
Firenze, prolifico pittore-emigrante che nella Basilicata interna trovò una
committenza pienamente soddisfatta del suo linguaggio “moderno”, che
guardava ai maestri toscani della fine del secolo precedente.

Ma anche le sculture dei
Persio e degli altri artisti che hanno lasciato le loro opere nei numerosi
piccoli centri della regione

I percorsi di
valorizzazione territoriale coinvolgeranno anche la vicina Puglia, dove non si
potranno dimenticare, ad esempio, gli affreschi della chiesa di Santa Caterina
a Galatina e quelli di Santo Stefano di Soleto.
 
 

Opere
restaurate

         1.     

Andrea Pavias

Pietà

Fine XV secolo – inizi
XVI secolo, tempera su tavola

ROSSANO, Museo Diocesano

         2.

Diego de Silóe, ambito di

Angeli adoranti

1513 – 1518 circa, marmo

LAGONEGRO, chiesa del
Crocifisso

         3.

Scultore federiciano o
ignoto scultore meridionale inizi del XVI secolo

Busto di Giacomo Alfonso
Ferrillo (?)

1510-1524, pietra calcarea

ACERENZA, Museo Diocesano

         4.

Costanzo de Moysis (o di
Mosè) attribuito

San Giovanni Battista
(tavola, cm 181 × 52); Sant’Agostino (tavola, cm 181 × 52)

1485-1495 circa, olio su
tavola

SIENA, collezione privata

         5.               

Niccolò di Giovanni
Fiorentino

Madonna col Bambino

1490 ca., calcare
d’Istria

SANT’AGATA FELTRIA,
chiesa di San Girolamo

         6.     

Albino de Canepa, Carta
del Navegar, 1480, pergamena, mm 806 x 1384

ROMA, Società Geografica
Italiana

         7.     

Sebastiano Serlio, Il
terzo libro di Sabastiano Serlio bolognese, nel qual si figurano, e descriuono
le antiquita di Roma e le altre che sono in Italia, e fuori d’Italia, Francesco
Marcolino da Forlì, Venezia 1540

MILANO, Biblioteca
Nazionale Braidense, CXVII 9574

         8.     

Hopfer Hieronymus
incisore

Ritratto del sultano
Solimano detto il Magnifico o il Legislatore

1526 circa, acquaforte,
mm 230 x 158,

BOLOGNA, Pinacoteca
Nazionale, Gabinetto di disegni e stampe

        

         9.

Bernhard von Brejdenbach,
Peregrinatio in Terra Santa (Veduta di Candia)

1495, xilografia

VENEZIA, Biblioteca del
Museo Correr

         10.

Maestro di Santa Barbara

Cristo alla colonna

Quarto-quinto decennio
del XV secolo

tempera su tavola

BARLETTA, chiesa di
Sant’Agostino

         11.

Cerchia di Zanino di
Pietro – Giovanni di Francia,

Trinità e Vergine in
Trono e Assunzione dell’animula della Vergine

Quarto decennio del XV
secolo, tempera su tavola

BARLETTA, cattedrale di
Santa Maria Maggiore

 12.  

Alvise Vivarini (e Jacopo
da Valenza?)

Madonna col Bambino

1483, tecnica mista su
tavola, trasportata su tela firmato e datato

BARLETTA, chiesa di
Sant’Andrea

13.

Monogrammista ZT

Madonna di Costantinopoli

tempera su tavola, cm 120
x 70

SPINAZZOLA, già chiesa
dell’Ospedale, ora Pinacoteca Comunale “G. T. Liuzzi”

         14.

Michele Greco da Valona

Madonna con Bambino e
Santi Giovanni Battista ed Adamo, Pietà (cuspide)

1505, tempera su tavola

GUGLIONESI, chiesa di
Santa Maria Maggiore

         15.

Stele Dextrarum iunctio

pietra, 190 x 83 x 43

CAPUA, Museo Campano,
inv. Chioffi n. 25

         16.

Gerardo Kremer
(Mercatore)

Globo terrestre del
Mercatore

1541, acquaforet su mezzi
fusi in carta con parti acquarellate, applicati su supporto in gesso e legno
firmato e datato nel cartiglio

ROMA, Museo Astronomico e
Copernicano INAF Osservatorio Astronomico di Roma            

17.

Cristoforo Scacco

Adorazione della croce
con Costantino e sant’Elena e un cavatore

1500, olio su tavola, cm
210 x 256/60

CAPUA, Museo Provinciale
Campano

18.

Antoniazzo Romano

Madonna col Bambino e
santi Stefano e Lucia

1501, tempera su tavola,
cm 172 x 124

CAPUA, Museo Diocesano

        

 

         19.   

Giovanni da Gaeta,

Natività tra San Marciano
e San Michele arcangelo, Annunicazione e Cristo benedicente tra angeli, Profeti,
cm 235 x 260

FONDI, Chiesa di S. Maria
Assunta

         20.

Andrea Sabatini da
Salerno

Madonna delle grazie e i
santi Antonio Abate, Agostino e Michele arcangelo

olio su tavola, cm 230 x
178

SALERNO, Museo
Provinciale, da Buccino

         21.

Aesopus moralisatus (testo
latino con versione italiana e commenti di Francesco Del Tuppo), Napoli,
Francesco del Tuppo, 1485

PARMA, Complesso
Monumentale della Pilotta, Biblioteca Palatina

         22.   

Maestro di Bolea (Pedro
de Aponte)

Natività; Flagellazione,

1506-1507 circa, olio su
tavola

ATRI, Museo Capitolare

         23.

Domenico Gagini

Madonna col Bambino

1480 circa, marmo

Napoli, Museo Civico di
Castel Nuovo

         24.   

Juan Figuera e Rafael
Tomàs

dal Retablo di San
Bernardino

a.

San Bernardino predicando
ha la visione del beato transito della cugina Tobia

tempera su tavola, cm 104
x 66,40 x 9

b.

San Bernardino traversa
il Mincio inginocchiato sopra il suo mantello

tempera su tavola, cm
103,5 x 66 x 8

         25.

Machuca

Sacra Famiglia

1518-1519, olio su
tavola, cm 58 x 47

Roma, Galleria Borghese

         26.

Jacomart Baço e Joan
Reixach,

San Michele Arcangelo

tempera su tavola, cm 76
x 90,5

Reggio Emilia, Galleria
Parmeggiani, inv. 275

         27.   

Angiolillo Arcuccio,

Madonna col Bambino

Museo Santa Casa di
Loreto

         28.

Jacomart Baço e Joan
Reixach

Trittico Madonna col
Bambino e la Regina Maria di Castiglia, S. Michele, S. Girolamo, tempera su
tavola cm 80 x 39 (centro); cm 80 x 20 (laterali)

FRANCOFORTE, Stadelsches
Kunstinstitut

         29.

Pietro di Domenico da
Montepulciano

Madonna allattante in
trono con Bambino e angeli

1420 ca., affresco
staccato e trasportato su tela

Napoli, Complesso
monumentale di Donnaregina, Museo Diocesano

         30.

Alvaro Pirez

Santa Lucia

1420 ca., tempera e oro
su tavola, cm 121 x 49

Nola, Convento dei
Cappuccini

         31.

Francesco Cicino da
Caiazzo,

Madonna col Bambino in
trono tra San Pietro e San Paolo

1498

tempera su tavola, cm 210
x 130

Napoli, chiesa di San
Paolo Maggiore

         32.

Andrea Ferrucci

San Giovanni Battista,

marmo, cm 130 x 40 x 36

Napoli, Basilica dei
Santi Severino e Sossio

         33.

Scultore napoletano,
ambito di Antonio Baboccio da Piperno (?)

Madonna con Bambino prima
metà del XV secolo

Napoli, chiesa di San
Giovanni a Carbonara

         34.

Gregorio di Lorenzo

Agrippa

1472-1475 ca., pietra
serena

Napoli, Museo e Real
Bosco di Capodimonte

         35.

Pietro Befulco detto
Pietro Buono

Flagellazione; Andata al Calvario

1492, tempera e olio su
tavola

Napoli, Museo e Real
Bosco di Capodimonte

         36.

Maestranze napoletane

Mattonelle della Cappella
Gaetani

Ultimo quarto del XV
secolo, maiolica

Capua, Museo Diocesano

Foto in copertina San Girolamo nello studio – Colantonio; in basso Testa di cavallo – Donatello

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