domenica, 28 Aprile 2024

Una volta, durante un corso di aggiornamento per insegnanti della scuola primaria, una maestra di ruolo e di classe mi chiese: “Perché Gesù si fece battezzare?”

Risposi così: per prima cosa chiariamo che il battesimo di Gesù è un avvenimento completamente diverso dal nostro Battesimo.

E sapete perché?

Perché Gesù non va al fiume Giordano per ricevere il perdono dei peccati che sicuramente non ha e non può avere.

Gesù va al Giordano per dimostrare quanto è vicino a noi peccatori.

Riflettete: Gesù si mette in fila con tutti i peccatori per dirci che la salvezza è già dentro la storia umana, è presente nella vita di ogni giorno, ma con uno stile povero, rispettoso.

In questo giorno particolare Gesù si rivela come Figlio di Dio.

Nella vita di ogni uomo Dio non può essere messo in panchina.

Possiamo vivere voltandogli le spalle.

Ma Egli ci aspetta sempre ed è sempre vicino a noi.

Il peccato è come la spazzatura.

E c’è spazzatura anche nelle nostre coscienze e nelle nostre anime.

Con il Battesimo ci è stata donata l’innocenza, la santità, l’immacolatezza e tutti siamo stati rivestiti di splendore divini.

Allora possiamo dire con tranquillità che il nostro Battesimo è il dono della vita di Dio messo dentro la nostra libertà affinchè ognuno di noi lo accolga e lo lasci crescere.

Ricordo una volta di aver sentito da un Vescovo la seguente espressione “Mi tormenta il fatto che noi abbiamo tanti battezzati, ma pochi cristiani”.

Alcune maestre a questo punto mi chiedevano: “Non battezzate più bambini e lasciamo che ognuno decida da sé, quando sarà grande”.

È sicuramente una falsa soluzione.

E allora qual è la soluzione?

La soluzione sta nel riscoprire la missione della famiglia e la responsabilità della comunità cristiana.

Questo significa che la famiglia, e sola la famiglia, può ridare vita ed ossigeno alla famiglia.

Insieme alle famiglie c’è la parrocchia.

La benzina per motore della vita umana è la certezza che Dio ci ama e fa sul serio.

Per scoprirlo occorre vivere da figli.

Tutti, nessuno escluso, siamo figli prediletti, in ognuno è depositata la compiacenza di Dio, siamo suoi alleati, lui vuole avere a che fare con noi, si relazione intimamente e totalmente con la nostra vita.

Ogni uomo battezzato è possessore di questa certezza.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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