venerdì, 26 Aprile 2024

Urticante, tendenzialmente aggressiva, insofferente verso i bambini: Nikla Poggiardo, quasi cinquantenne, pensava di aver vinto un terno al lotto quando aveva iniziato una relazione con il plurimaritato notaio Cesare de Nistris. La loro era un’intesa perfetta, scandita da un’affinità invidiabile a letto e da weekend in posti incantevoli. Ma poi, una nidiata di nipoti e l’influenza di una delle sue ex hanno pian piano cambiato il carattere di de Nistris, rendendolo burbero, cinico e non più così soddisfacente tra le lenzuola. Un’improvvisa escalation di violenza da parte del notaio convince Nikla a lasciarlo e a rifugiarsi da Roma, dove è un’immobiliarista di successo, nel Salento, sua terra natia. Ed è qui che si ritrova faccia a faccia con quel passato da cui fugge: una madre opportunista e arrivista che non le ha mai dimostrato affetto, soprattutto da quando la famiglia è stata segnata da un lutto atroce; un padre debole, soggiogato dalla moglie e impotente di fronte alla fame d’amore della figlioletta. Colpi durissimi per l’autostima della piccola Nikla che, crescendo, ha imparato che solo l’autolesionismo poteva colmare quei vuoti, quelle mancanze: si porta ancora dietro gli strascichi pesanti di un rapporto distorto con il cibo, una grave bulimia che la tormenta e la condiziona.

“(…) È certamente stata una depressa pure da ragazza. Anche ora i sintomi ci sono tutti. Estraneità in mezzo ad altri, melancolia (anche prima del fattaccio) e un’insidiosa abulia che paralizza.

Da qui il bisogno di cibo per compensare. Cibo ficcato in bocca con le mani, cibo ingurgitato al parco, nel buio di una sala cinematografica, cibo nel quale soffoca, cibo come espressione della tragica negazione di sé. Ancora più distruttiva delle vomitate a getto continuo, la cognizione di valere quanto un pugno di mosche fatte secche con lo spray. I grammi in meno non mitigano lo spleen nel quale ricade. Ogni volta l’insoddisfazione è tale che l’unica è crogiolarvisi fino alla feccia.”

Graffio (Linea Edizioni), l’esordio di Tessa Rosenfeld è dirompente: con un ritmo forsennato si rincorrono il passato e il presente di Nikla in scene spesso forti, spigolose, descritte con cura maniacale. Dettagli che colpiscono il lettore e gli fanno “vedere” ciò che ha vissuto, come lo ha vissuto e ciò che davvero Nikla ha provato. Non ci sono sconti, edulcorazioni, facciate di perbenismo: c’è una donna, giunonica e alla ricerca di sé stessa, che di colpi bassi ne ha subiti tanti e proprio quando meno se l’aspetta è costretta a misurarsi con un improvviso e inaspettato scherzo del destino. Lo spartiacque è un’avventura con un uomo rozzo e volgare che la lascerà alla deriva con un “regalo” avvelenato: e lei dovrà ribaltare, tra rabbia e sbalordimenti, l’intera sua esistenza.

Da leggere, assolutamente, e da apprezzare anche per una gradevole alternanza con il dialetto salentino: la Rosenfeld è una delle prime scoperte letterarie del 2022.

L’autrice è nata a Santa Monica (California), da padre americano e madre italo-russa.  Risiede nel Salento con suo marito Fabio Calenda e due adoratissimi cani.

Rossella Montemurro

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