venerdì, 26 Aprile 2024

“Un uomo alla ricerca di Dio, dell’Assoluto che però non è riuscito a trovare una Chiesa pronta a illuminarlo”: questo è il Pasolini che traspare nel lavori di tesi di don Michele La Rocca dal titolo “La dimensione del sacro nel film “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini” discussa oggi online e che lo ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere con indirizzo in Letteratura, Arte, Musica e Spettacolo.

“Ho un unico desiderio nella mia vita: annunciare i il Signore fino ai confini del mondo e non c’è più gioia più grande di portare la luce di Gesù nel cuore di coloro che sembrano lontani da lui. – ha sottolineato don Michele durante una diretta su Facebook – In questa tesi io lo dimostro. Il servizio che voglio rendere i miei studi è quello di portare la bellezza del Vangelo proprio a quanti hanno perso la fede”.

“Sono rimasto affascinato dalla sua storia – ha aggiunto – Pasolini era credente a modo suo e dagli scritti e dalle lettere che componeva in risposta ai suoi interlocutori emergeva una solitudine e una ricerca profonda. Quando ho iniziato a scrivere la tesi non c’è stato mai un momento in cui non mi sia perso nei suoi scritti”.

Don Michele ha discusso la tesi con il Docente Francesco Di Chiara presso l’Università e-Campus.

“Se c’è una donna che devo ringraziare dopo la Vergine Maria è sicuramente mia madre”, ha confidato don Michele sottolineando che è proprio alla mamma che ha dedicato la tesi.

Don Michele, parroco della Parrocchia Maria SS.ma Addolorata di Matera, prima della sua ordinazione sacerdotale, aveva conseguito il titolo di Baccellierato (Laurea in Teologia) presso il Seminario Maggiore di Potenza. Successivamente, ha conseguito prima la specializzazione in Antropologia Teologica presso il Seminario Maggiore “Regina Puglia” in Molfetta e poi la licenza in Antropologia Teologica con tesi dal titolo: Temi di Antropologia Teologica nell’Adversus Haereses di Ireneo.

Don Michele ha prodotto il musical “Il sì alla vita”, il “Presepe vivente” e la “Passione vivente”.

Rossella Montemurro

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