venerdì, 26 Aprile 2024

“Corso sbuca in una Matera della quale mai aveva sentito parola dall’altra parte dell’Oceano.

La Matera della Storia più vecchia di quella apprezzata dalle cartoline e dai fotografi di cartoline, abbiamo visto, e tutta una ricorrenza di rivisitazione d’anni di battaglie e morte conficcata sotto la superficialità di ricorrenze di scatti di Sasso Caveoso e Sasso Barisano, degli scossoni del Belvedere del centro e così via.”

Il Gregory Corso raccontato in Le strade della lingua – Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso (WritersEditor), la prima biografia romanzata in lingua italiana a lui dedicata, ha tutto lo stile, il ritmo e la delicatezza del suo autore, il giornalista, scrittore e poeta Nunzio Festa, che in quest’opera lo ha ricongiunto all’Italia. Un “ricongiungimento” che parte proprio dalla lingua visto che lui chiederà ai “grandi” dell’epoca (da Allen Ginsberg ad Amelia Rosselli, fino a Patty Smith) di essere chiamato con il suo primo nome per rimarcare il fervido attaccamento con le origini.

Anticomformista, sempre in bilico tra normalità e follia, rapito dell’eronia quanto dall’immaginazione riversata nei suoi scritti, il Nunzio Gregorio di Festa ribalta i canoni, rigetta i pregiudizi, si abbandona ai vizi degli uomini comuni, alla stregua di un vero poeta maledetto.

Negli States, scrive Festa, “Nunzio sarà un errabondo bevitore italoamericano, un disgraziato figlio d’immigrati e bevitore forte al pari degli espatriati russi di parlata sempre un poco mista, un perdigiorno statunitense antiyankee ma azzannato dalla poesia e coccolato dall’alcol e impressionato dalle assordanti muse parigine. Nunzio Gregorio Corso sarà soprattutto il più dissacrante poeta in bilico, il più dissacrante poeta conteso da romanticismo in disuso e disgraziata disgrazia, rovistata nell’eroina e dai fumi delle funi delle in sacre celle dei riformatori nei quali fu impacchettato. Ma che infilerà tutta la mente possibile nella lingua in apparenza improbabile.”

Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto Pomarico e vive in Lunigiana.

Collaboratore giornalistico del Quotidiano del Sud, d’altri spazi cartacei e telematici – tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato -, di RadioA, poeta, narratore e consulente editoriale, già editore, direttore di collane editoriali ed editor; ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie: Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Appennino, Il Resto  e altre testate.  

Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d’Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D’inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.

Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa),  con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa). 

Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo”.

Per Arduino Sacco Editore “L’amore ai tempi dell’alta velocità”.

Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”. 

Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.  

Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.

Rossella Montemurro

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