giovedì, 28 Marzo 2024

Immaginate uno stile incantevole, pronto a catturarvi con una forza evocativa non indifferente, con un’eleganza fuori dal comune e una dimensione circense e onirica; aggiungete una trama che prende spunto da una storia vera, quella di un personaggio stravagante, Giovanni Succi, che ispirò Kafka per il racconto Ein Hungerkünstler (letteralmente Un artista della fame). Sì, perché Succi, nato a metà Ottocento a Cesenatico Ponente, terra di mangiatori, si impose sulla scena del mondo come il più grande digiunatore di tutti i tempi.

Dallo scrittore Enzo Fileno Carabba arriva un romanzo particolare, Il digiunatore (Ponte alle Grazie), una storia “sospesa”, leggera, folle, visionaria, popolata di personaggi strambi e imprese audaci. Ci sono sogni, “voci”, la magia del circo, tanta caparbietà, un mucchio di illusioni e la voglia di osare.

Giovanni Succi nacque a metà Ottocento a Cesenatico Ponente. Fin da piccolo viene stregato da strani artisti di strada – l’uomo che mangia ranocchi o l’uomo-cavallo senza milza – e prova, con scarsi risultati, a imitarne le gesta. Quando le carovane dei circhi raggiungono la pianura romagnola per Giovanni è una festa. Crescendo, consapevole di non avere altre qualità, si convince che l’unico modo per poter guadagnarsi da mangiare è digiunare.

“Ogni volta che penso a Enzo Fileno e a Giovanni Succi penso che sia stato un incontro straordinario. – ha affermato Cristina Palomba, editor Ponte alle Grazie – Penso che lo spirito di Succi sia sceso dentro Enzo e lo abbia spinto a raccontare questa storia c’è un’identificazione molto forte. Credo che nella vita di uno scrittore ci siano persone che chiedono di essere raccontare, sono quegli incontri che creano una scintilla e in questo caso è proprio il processo della creazione artistica, della scoperta, dell’incontro umano.”

In Il digiunatore sono narrate avventure mirabolanti ed esperienze al limite (Succi fu ricoverato in manicomio), incontri mozzafiato (donne-belve e grandi esploratori) e personaggi celebri (Sigmund Freud e Buffalo Bill) e c’è l’indole di un uomo, Giovanni Succi, permeata nonostante tutto da una serenità di fondo che è quella che probabilmente accomuna i bambini e i matti.

“Quando fu in grado di assumere cibo solido, Giovanni si lasciava rimpinzare felice. Ma un giorno rifiutò il boccone. Chiuse la bocca e la riaprì solo per dire solennemente: «Oppa Oba».
«Che ha detto il bambino?» «Troppa roba» sussurrò la madre.

Troppa roba. Aveva avuto una visione del futuro dell’umanità?”

“Per questo gli piaceva digiunare: fronteggiava Oppa Oba, cercava di raggiungere l’essenziale. Per questo gli piaceva stare in una gabbia, replicando condizioni di vita sempre identiche. Per sconfiggere l’ubiquità”.

Chi accetterebbe di farsi rinchiudere nella gabbia di un ristorante, nutrendosi solo degli odori del cibo, esponendosi agli sguardi dei clienti e a quelli di una sorta di comitato di garanzia che giorno e notte deve vigilare affinché non tocchi cibo?  E poi lui sente le voci, in particolare quella della nonna e spesso le allucinazioni spesso prendono il sopravvento…

Capitoli brevi, ritratti nitidi di una quotidianità sottosopra ma colorata, densa, piena di luce: Il digiunatore è un romanzo speciale, che spicca nel panorama letterario contemporaneo.

Enzo Fileno Carabba è nato a Firenze nel 1966. È autore di romanzi pubblicati in Italia e all’estero, di racconti, sceneggiature radiofoniche, libri per bambini, libretti d’opera e poesie. Nel 1990 ha vinto il Premio Calvino con il romanzo Jakob Pesciolini e il suo ultimo libro è Vite sognate del Vasari (Bompiani, 2021). Vive a Impruneta.

Rossella Montemurro

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