Baby Films Srl di Roma, con il sostegno di Lucana Film Commission organizza dei provini su parte per il completamento del cast del film DON CHISCIOTTE di Fabio Segatori con Alessio Boni nel ruolo di protagonista, Marcello Fonte (Palma d’Oro a Cannes) e Angela Molina....
“Re Pulce e il mistero di Ramuth” è l’ultima opera dello scrittore Neil Mongillo, illustrata sapientemente da Emmanuelle Mongillo e Angela Croce, e pubblicata, nel corso del mese di luglio, a cura della casa editrice Planet Book.
Una favola dissacrante, in cui il protagonista-eroe, un sovrano irriverente e caustico nei riguardi di tutto quanto si possa ritenere sacro e inviolabile, attraverso innumerevoli vicissitudini, nelle quali trapela, in tutta la sua forza, sino a quanto la viltà tragga nutrimento dalla superbia, è costretto, per avere la meglio sulla sorte, a ripercorrere e confrontarsi con il suo passato, con tutto quanto gl’era accaduto di vivere, e che infine l’aveva reso quel che è.
La vicenda del despota del regno di Piripù è resa mediante una modalità di scrittura beffarda, a tratti sinceramente esilarante; ma ciononostante, nel ripercorrere le disavventure dell’inconsueto sovrano, per quanto lo scrittore continui a ricercare il motto di spirito, che sovente sfocia in aperto sarcasmo, lentamente s’affaccia una riflessione sottile e acuta sui valori che rendono l’uomo degno d’essere un re, degno d’essere chiamato uomo.
E la riflessione si fa decisamente più significativa nel finale, nel momento in cui il sovrano, ritrovatosi, comincia per la prima volta a scorgere qual è il reale senso della vita d’ognuno, riconciliandosi in tal maniera con la sua vera natura.
Di certo, non mancano i personaggi fantastici: dal conte Romualdo al mostro del lago, dalla strega sbadata ai feroci mastini custodi dei segreti della foresta incantata; tutti naturalmente funzionali alla ricerca, alla ricerca del sovrano del tempo andato, della purezza che, a tratti, pare potersi ritrovare soltanto nei fanciulli, ma che, in verità, ognuno continua a serbare in sé, come una preziosa reliquia.
Notevole, poi, nell’assieme il tessuto illustrativo creato per l’opera da Emmanuella Mongillo e Angela Croce. Una sequela d’immagini che accompagnano il lettore nel racconto, consentendogli d’immergersi nell’indefinibile magia della favola.
Nel ripercorrere le pagine dell’opera “Re Pulce e il mistero di Ramuth”, pare tornino le parole da Milan Kundera, quand’è che egli scrisse: “I bambini sono senza passato ed è questo tutto il mistero dell’innocenza magica del loro sorriso”.
LA TRAMA
Un Re, dispotico, piuttosto villano e alquanto infimo, per sfuggire all’ira del conte Romualdo, a cui è debitore di cento monete d’oro, intraprende un lungo viaggio, col solo intento di trafugare il denaro perduto nella foresta incantata e risarcire il maltolto.
Lungo il tragitto si imbatte in una fontana parlante che gli rivela la presenza di tre tesori: la pozione dei mille sogni, bevuto un sorso della quale, al primo sonno, parrà vero quanto da sempre si è desiderato; la tunica del tempo, che conduce colui che l’indossa nel suo passato; il segreto di Ramuth, misterioso più d’ogni altri.
I tesori sono custoditi in altrettante querce, protetti da tre mastini di inaudita ferocia, ognuno dei quali, però, placabile con altrettanti sotterfugi.
La viltà del Re non tarda a manifestarsi all’incombere dei primi due mastini, ciononostante, dopo innumerevoli peripezie, la sorte arride al sovrano, tant’è che gli è consentito d’impadronirsi degli inestimabili beni serbati nelle querce e di sperimentarne le virtù.
Il viaggio, e le innumerevoli vicissitudini affrontate dal Re, presto cominciano a mutarne la natura, rammentandogli quel che egli era da fanciullo, rivelandogli quell’incontaminata purezza, tale da renderlo degno d’incontrare l’ultimo mastino, e il segreto da egli custodito.