venerdì, 19 Aprile 2024

In occasione della 15^ Giornata del
Contemporaneo promossa dal MiBACT in collaborazione AMACI – Associazione dei
Musei d’Arte Contemporanea Italiani, il Polo Museale della Basilicata riapre – ingresso
libero – le porte dei Musei di Matera, Policoro, Potenza e Melfi all’Arte
Contemporanea con mostre fotografiche e installazioni.
 
A MATERA, nel Museo di Palazzo Lanfranchi
[Sala Levi] è allestita la mostra del fotografo spagnolo Juan Baraja “Utopie
abitative. Corviale / Serpentone / Scampia”, a cura di Ermanno Tedeschi.

La mostra, sarà presentata alle ore 18.30  dalla Direttrice del Polo Museale Marta
Ragozzino e dal curatore. Sarà presente l’autore.

La mostra muove da Corviale un lunghissimo
complesso residenziale concepito, come esempio di edilizia popolare, all’inizio
degli anni Settanta nell’estrema periferia ovest di Roma. Baraja ha
attraversato con il suo occhio attento questo questo grande edificio-città di
cemento, cogliendone 
gli elementi universali
e i tratti più intimi che ha poi messo in relazione con quelli di altri due
complessi residenziali popolari cresciuti negli stessi anni Settanta a sud di
Roma, le Vele di Scampia a Napoli e il Serpentone di Potenza che condividono
con Corviale un analogo orizzonte architettonico, anch’essi trasformati troppo
rapidamente in “ghetti” urbani».

 A POLICORO, al Museo Archeologico
Nazionale della Siritide, Gianni Zanni, fotografo di origini pugliesi, espone
dodici scatti che documentano le “12 catastrofi che l’umanità ha già
dimenticato”. 

Il lavoro di Gianni Zanni – che incontrerà
il pubblico alle ore 17.00 – ci riporta sui luoghi delle catastrofi attraverso
dei richiami simbolici, materici e cromatici. La sensibilità dell’autore è
illuminata dal fatto che per realizzare gli scatti non è andato nei luoghi dei
disastri, ma è riuscito a creare, partendo dal suo territorio, la Puglia, le
composizioni per trasportarci lì. Il lettore non potrà fare a meno di
riflettere sugli effetti dell’uomo sull’ecosistema, e sulla nostra epoca,
cosiddetta Antropocene, governata da una dominazione aggressiva e cieca
dell’uomo, delle aziende, delle multinazionali, sull’ambiente.

Ecco i 12 incroci che hanno segnato le
rughe di un globo che sta invecchiando per cause antropiche e che le foto di
Zanni ritraggono con tratti globali e locali al contempo: 1] Abra Pampa,
Argentina. 2] Auriol, Romania. 3] Bhopal, India, 4 dicembre 1984. 4] Chernobyl,
26 aprile 1986. 5] Delta del Niger, tra il 1976 e il 1998 sono stati estratti
miliardi di barili di petrolio. 6] Foreste pluviali dell’Indonesia, uno dei
più’ importanti ecosistemi del pianeta, minacciate dai produttori di carta,
legno e olio di palma. 7] Fukushima, 2011. 8] Golfo del Messico, la marea nera
della Deepwater Horizon, 20 aprile 2012. 9] Golfo di Genova, Una
superpetroliera affonda davanti Arenzano, causando lo sversamento nel Mar
Ligure di oltre 134 mila tonnellate di petrolio. 10] Isole Kiribati e Maldive,
sommerse dal cambiamento climatico. 11] Lago Agrio, la multinazionale
Chevron-Texaco ha inquinato oltre 2 milioni di ettari. 12] Montagne Rocciose
Canadesi, sfruttamento delle sabbie bituminose. 
La mostra resterà aperta fino al 20 ottobre nelle ore di apertura del
Museo.
  Ingresso libero.

 A POTENZA, al Museo Archeologico Nazionale
della Basilicata Dinu Adamesteanu, alle ore 18.30 saranno presentate
dall’artista e curatrice della mostra Rossella Forenza dodici micro
installazioni polimateriche dal titolo “12 Verdi Fatiche: Eracle e il suo
mito. Arte, psicologia e archeologia”.

La serata continuerà con l’archeologa  Mara Romaniello che tratterà il tema “La
figura di Eracle nella Basilicata antica attraverso i corredi esposti nel museo”.

A MELFI, al Museo Archeologico nazionale
Massimo Pallottino, nel cortile del Castello, sarà esposta fino al 20 ottobre,
l’installazione site specific “Colonna sonora” realizzata del creativo scultore
di Altamura Vito Maiullari. L’opera si presenta sotto forma di colonna [80 cm.
di diametro x 4 mt di altezza]. Un simbolico tributo alla monumentalità della
scultura inserita in un contesto dominato dalla presenza della pietra,
rivestita di manto di pecora, vello da cui escono i “suoni” del gregge
al pascolo e le voci del pastore. Un omaggio alla transumanza, alla memoria del
territorio appulolucano e alla cultura pastorale. Un territorio fortemente
caratterizzato dalla presenza di masserie fortificate che caratterizza – ancora
oggi – il Regio Tratturo della Transumanza che giunge fino a Castel del Monte,
patrimonio UNESCO. La pietra del cortile del Castello di Melfi fa da supporto e
da cornice alla grande colonna che poggia la sua base sul selciato e si
sviluppa verso il cielo. Un invito alla modalità creativa dell’arte
contemporanea che più che affermare, interroga.

L’incontro con l’artista è previsto alle ore
12.30.
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