mercoledì, 24 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

È una quotidianità che oscilla tra malinconia, routine e un velo di ironia quella raccontata nelle liriche di Promemoria (Einaudi) di Andrea Bajani. Poesie che hanno una costante, iniziano tutte con verbi all’infinito, tenendo così fede al “promemoria” del titolo: cose da fare, una serie di indicazioni scritte alla lavagna, suggerimenti – che diventano intimi – nei quali si respira spesso un’inquietudine di fondo e ci si ritrova spiazzati. La nascita, l’infanzia ma, soprattutto la morte – concetto che sembra voler quasi essere esorcizzato da Bajani: “Ricordarsi prima di morire / che le palpebre resteranno alzate. / La morte non chiude / gli occhi a chi l’ha vista / arrivare. Glieli chiudono i vivi / per non farsi guardare.” – e poi le parole, l’importanza delle parole che in Promemoria è come se fossero personificate, anch’esse parte della nostra vita. Alcune poesie sono in bilico tra il non senso e la magia dell’infanzia – “Evitare lo scontro, tentare ogni / volta di spiegarsi. Mettere due / punti per parlarsi: saltarci dentro / come un leone nel cerchio di / fuoco. Dopo la capriola respirare. / Smettere soltanto per dormire.”, tema da sempre caro a Bajani e protagonista lo scorso anno di Un bene al mondo (Einaudi), una storia polisemica “per i bambini che siamo stati. E per quelli che, crescendo, siamo diventati”.
Leggendole in successione, queste poesie diventano un racconto breve e intenso, un mix di emozioni contrastanti che, paradossalmente, grazie all’autore e alla sua capacità di giocare con il linguaggio, convivono senza problemi.
La vena poetica di Bajani in Promemoria risalta in tutta la sua profondità e travolge il lettore emozionandolo, invitandolo a riflettere, provocandolo: “Continuare ancora le ricerche / essere forti. Cercare di capire / perché e quando siamo morti. / Trovare la scatola nera e poi / ascoltare. Alla fine colorarla”.
Così come non c’erano dubbi sul talento di Bajani scrittore, colpiscono la ricercatezza stilistica e l’originalità di Bajani poeta. Uno scrittore che dimostra coraggio confrontandosi con un genere non facile e sempre più di nicchia.
Andrea Bajani è nato nel 1975. Presso Einaudi ha pubblicato, tra gli altri libri, Cordiali saluti (2005), Se consideri le colpe (2007), Ogni promessa (2010) e La vita non è in ordine alfabetico (2014). Se consideri le colpe ha vinto il Premio Super Mondello, il Premio Recanati, il Premio Brancati e il Premio Lo Straniero.
Ogni promessa ha vinto il Premio Bagutta. I suoi romanzi sono tradotti in molte lingue.

Rossella Montemurro
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