giovedì, 2 Maggio 2024

È “Centouno” il nome
dell’operazione condotta nelle prime ore di questa mattina dai Carabinieri del
Comando Provinciale di Matera e del R.O.S., a conclusione di indagini
coordinate dalla Direzione Distrettuale della Procura della Repubblica di
Potenza, con cui è stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare personale
in carcere ed agli arresti domiciliari emessa nei confronti di 21 indagati,
ritenuti responsabili di aver fatto parte, a vario titolo, di un’associazione
di stampo mafioso con base a Scanzano Jonico, dedita al racket delle
estorsioni, un tentato omicidio, incendi ai danni di aziende agricole operanti
nel settore orto-frutticolo e di aziende edili del Metapontino, rapine e
spaccio di stupefacenti.

I reati accertati sono
stati commessi a partire dal 2016 sul litorale jonico lucano, in particolare
nei comuni di Policoro e Scanzano Jonico. Il blitz è stato eseguito con
l’impiego di 150 Carabinieri collaborati da unità cinofile e con il supporto di
un elicottero.

La particolare capacità
d’intimidazione del sodalizio e la sua volontà di imporsi sul territorio era
pure dimostrata dalle minacce ad un giornalista del posto, Filippo Mele della
Gazzetta del Mezzogiorno, che si era occupato ed aveva riferito, nel corso
della sua attività professionale, delle infiltrazioni, ma sarebbe meglio dire,
dell’occupazione mafiosa del territorio da parte della medesima organizzazione.

Il territorio interessato
è quello della costa jonica lucana ed il periodo temporale investigato parte
dalla fine del 2016 fino ad arrivare al mese di gennaio 2019. Le indagini,
coordinate dalla DDA di Potenza e condotte dalla Compagnia Carabinieri di
Policoro e dal ROS si sono concluse con la emissione da parte del G.I.P.
Distrettuale del Tribunale di Potenza, di provvedimenti restrittivi che
rappresentano l’epilogo e lo sviluppo dell’indagine che aveva portato
nell’Ottobre del 2018 alla esecuzione di altre 25 misure contro lo stesso
sodalizio mafioso denominato “clan Schettino” operante in Basilicata — nei
comuni di Scanzano Jonico e Policoro.

Tra i raggiunti dalla
misura cautelare, 9 sono stati assegnati a diverse case circondariali, 8 sono
stati sottoposti agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di dimora ed 1
all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

I principali reati contestati
sono: associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.);
spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73 del D.P.R. 309/1990); incendio e
danneggiamento a seguito di incendio (art. 424 e 423 c.p.); minaccia aggravata
dal metodo mafioso (art. 612 c.p. aggravato dall’art. 416-bis 1c.p.);
estorsione aggravata dal metodo mafioso (art. 629 c.p. aggravato dall’art. 7
legge 203/1991); detenzione e porto illegale di armi (artt. 2, 4 e 7 legge
895/1967); tentato omicidio aggravato e lesioni personali (artt. 56, 575, 577 e
582 c.p.).

L’attività investigativa
si è sviluppata mediante intercettazioni telefoniche, pedinamenti, perquisizioni
e sequestri, anche in flagranza di reato, ed ha permesso di accertare
l’esistenza di un’organizzazione criminale le cui peculiarità sono: avere la
disponibilità di armi micidiali; avere la capacità di raccogliere risorse
economiche grazie alla fiorente attività di spaccio dei suoi gregari e di
finanziare i sodali e le famiglie nelle fasi di carcerazione dei suoi associati;
essere in grado di riutilizzare i proventi raccolti in fiorenti attività
economiche anche indirettamente gestite; incutere terrore nella popolazione
mediante esternazione di atti di forza eclatanti e manifestando anche
attraverso i social la propria forza e coesione; condizionare le attività
economiche di imprenditori non vicini al gruppo mediante gravi minacce.

In esito alle complesse
investigazioni è stato possibile fare piena luce, inoltre, su diversi di natura
incendiaria ed alcune vicende estorsive consumatesi, negli anni, in danno di
imprenditori del metapontino, vicende che hanno dimostrato come il sodalizio
mafioso fosse dedito ad una intensa attività di assoggettamento e controllo
delle attività economiche della zona.

È stato altresì possibili
ricostruire le fasi di diversi fra l’organizzazione degli “Schettino” ed altre
organizzazioni criminali operanti sul territorio, sfociate anche in tentati
omicidi, aggressioni, sparatorie nella pubblica via.

Tra i vari episodi vanno
sicuramente ricordati:

02.01.2019 – rapina al
supermercato “QUI Discount”, in Policoro, aggravata dall’uso di armi da fuoco;

10.10.2018 – minaccia
aggravata confronti giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Mele;

09.04.2018 – incendio
azienda agricola in Scanzano APOFRUIT;

19.02.2018 – tentata
estorsione in danno dell’impresa edile SINNICA SERVICE S.r.l., mediante
apposizione di fiori, lumini votivi e un candelotto contenente esplosivo posto
davanti il cancello del cantiere, in Montalbano Jonico;

22.09.2017 — tentato
omicidio, mediante esplosione di colpi di arma da fuoco, nei confronti di
BASHIRU ABDUL MUMIN, cittadino ghanese, in Policoro;

20.05.2017 tentata
estorsione in danno dell’impresa edile DONADIO GIORGIO S.r.l., mediante
apposizione di fiori e lumini votivi davanti la porta di ingresso dell’ufficio,
in Scanzano Jonico.

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap