venerdì, 3 Maggio 2024


L’Italia e i suoi territori iniziano il tratto decisivo del loro percorso di avvicinamento all’Esposizione Universale di Dubai che sarà inaugurata esattamente tra un anno, il 20 ottobre del 2020.
Il Padiglione del nostro paese a Expo 2020 Dubai viene per la prima volta presentato da architetti e project designer presso la Cava del Sole di Matera, la Capitale Europea della Cultura 2019.
“L’Italia porta all’Expo 2020 un Innovation Hub, un padiglione dalla struttura innovativa, ispirato ai più avanzati elementi di sostenibilità e di economia circolare, che non sarà semplicemente un luogo espositivo, bensì dimostrativo della competenza italiana e del migliore ingegno e talento nazionale,” spiega Paolo Glisenti, Commissario Generale di Sezione per l’Italia per Expo 2020 Dubai.

All’evento di presentazione del Padiglione sono presenti il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti. 
Interviene Sua Altezza il Ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Sceicco Abdallah Bin Zayed Al Nahyan.
I rappresentanti di alcune delle aziende partner tecnici e sponsor del Padiglione Italia spiegano le ragioni della loro partecipazione a Expo 2020. 
All’evento prendono parte anche più di 200 studenti in rappresentanza delle scuole di tutto il Paese. I ragazzi sono stati impegnati in questi giorni a Matera in una ‘maratona progettuale’ sugli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il Ministro Fioramonti presenterà 12 progetti di eccellenza sui temi dell’innovazione e della sostenibilità per Expo 2020 individuati dal MIUR.
La partecipazione dell’Italia dedicata al tema “La bellezza unisce le persone” (“Beauty connects people”) rappresenterà un’occasione unica di promozione del Sistema Paese. L’Italia farà infatti della sua presenza anche una leva di diplomazia culturale, economica e scientifica verso gli Emirati Arabi Uniti e l’intera area “MENASA” (Medio Oriente, Africa del Nord, Asia Meridionale) attraverso un percorso che vede protagonisti numerosi partner nazionali e i principali stakeholder del mondo accademico, della ricerca, della cultura e dell’arte, delle industrie culturali e creative, dello sport, dei media, della musica, nonché con le grandi e medie realtà imprenditoriali pubbliche e private.
Il Padiglione italiano, situato a poca distanza da quello degli EAU sulla ‘cultural spine’ del sito di Expo, offrirà una memorabile esperienza immersiva agli oltre 5 milioni di visitatori da noi attesi.

Il padiglione, che si estende su una superficie di 3.500 metri quadri e si eleva su quasi 27 metri di altezza, si basa su un approccio circolare all’architettura, con gli scafi di tre imbarcazioni convertiti nel tetto dell’area espositiva per la durata dell’Expo.
Il progetto mira a integrare materiali sostenibili – come bucce d’arancia, fondi di caffè, funghi e plastica riciclata raccolta anche nell’Oceano – che vengono utilizzati in modo innovativo come elementi di costruzione.
L’archittetto Carlo Ratti, socio fondatore dell’omonimo studio vincitore della gara di progettazione del Padiglione Italia in RTP con Italo Rota Building Office, F&M Ingegneria Matteo Gatto & Associati nonché direttore del MIT Senseable City Lab presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT):
“Abbiamo perseguito un tipo di architettura che potrebbe essere riconfigurata sia a lungo termine – grazie alla sua circolarità – sia a breve termine – grazie alle tecnologie digitali”.
Italo Rota, socio fondatore di Italo Rota Building Office:
“Il padiglione è di natura circolare. Nulla va sprecato; al contrario, lo rivendichiamo e reimmaginiamo il suo scopo.”
Davide Rampello, direttore artistico della Rampello&Partners e project designer del Padiglione Italia:
“La Bellezza Unisce le Persone. Nelle tre parole del titolo è racchiusa tutta la sintesi della narrazione che vogliamo portare con il Padiglione Italia.  Bellezza: Leonardo diceva che “ogni nostra cognizione principia da sentimenti”, ed è esattamente dal senso di “bellezza” intesa come sentimento e non come valore estetico che abbiamo deciso di partire per il racconto del nostro Paese, un racconto che passa necessariamente dalle emozioni per restare memorabile. Connessione: è il tema generale dell’Expo di Dubai, ‘Connecting Minds’, ed è ciò che sta alla base della condivisione dei nostri valori, della nostra identità. 
Persone: gli uomini, gli Italiani. Saranno loro i veri protagonisti: le loro eccellenti storie di innovazione, creatività, progettualità.”
Il Padiglione Italia sarà un vero e proprio “giardino di storie”: giardino poiché metaforicamente sintesi di tanti elementi differenti che insieme creano un linguaggio di equilibrio e armonia, una proiezione dell’ordine dell’universo.  
Il percorso espositivo è stato immaginato come il viaggio di uno sguardo. 
Uno sguardo che parte dall’alto, dalla insolita visione di un affaccio panoramico – come facevano i viaggiatori del Grand Tour, che erano soliti ammirare la meraviglia dei paesaggi italiani sempre dai punti più alti – e accompagna il visitatore attraverso un percorso di architetture narrative: dal Belvedere, luogo da cui si vede il bello, – una finestra ottagonale sui più suggestivi paesaggi d’Italia – passando per le Short Stories – spazio dedicato a “racconti brevi” espositivi e cinematografici sui temi delle eccellenze dei saperi e del saper fare italiano – e l’Osservatorio dell’Innovazione – un orizzonte immersivo sulle ultime frontiere della ricerca italiana sui temi dello spazio e delle acque – fino ad arrivare al Teatro della Memoria, dedicato appunto alla madre di tutte le muse. 
Attraverso gallerie dorate di mosaici di ispirazione bizantina il viaggio dello sguardo si conclude ritornando sugli occhi dell’opera che forse più di ogni altra metaforizza l’eccellenza della cultura e dell’arte italiana nel mondo: il David di Michelangelo. Copia a grandezza naturale posizionata all’interno di una struttura lignea ispirata ai teatri rinascimentali, il David offrirà la possibilità di essere guardato negli occhi e non dal basso, come di consueto, per permettere una prospettiva che è anche introspettiva ed emozionante, la memoria di ciò che siamo proiettata verso il futuro.
Il Politecnico di Milano, che cura i contenuti scientifici dell’Osservatorio dell’Innovazione, è partner del Padiglione Italia per Expo 2020 Dubai. Il Politecnico, che il QS World University Ranking by Subject classifica tra i migliori 20 atenei in tutte le aree di competenza, svilupperà i contenuti delle ricerche di avanguardia in Italia con un riferimento particolare alla sostenibilità e all’attenuazione dell’inquinamento ambientale. Il Politecnico ha anche partecipato al Project Design del Padiglione finalizzando i contenuti e gli allestimenti dedicati all’innovazione scientifica e tecnologica legati allo spazio e al mare.
Feruccio Resta, Rettore del Politecnico:
“Dopo Expo 2015, quella di Dubai 2020 è un’occasione straordinaria per mostrare al mondo le potenzialità del nostro Paese. All’interno del padiglione italiano, troveremo un punto di riferimento per tracciare un percorso che guarda al futuro nel segno dell’innovazione. Un racconto nel quale il Politecnico di Milano coordina i contenuti e le rappresentazioni di università, centri ricerca e imprese. Un racconto che si compone di soluzioni e innovazioni, di ricerche e storie di successo che mostreranno all’interno del dodecaedro l’immagine di un Paese che, nella ricchezza della sua tradizione, sa guardare avanti.”
A Matera viene per la prima volta mostrato il video ufficiale del Padiglione realizzato da Karmachina, studio di multimedia design con sede a Milano.
Riportiamo il saluto del Sindaco di Matera Raffaello de Ruggieri alla presentazione del padiglione Italia all’Expo 2020 di Dubai “One Year to go”: “Saluto gli esponenti del Governo e le autorità tutte, e saluto la delegazione proveniente dagli Emirati Arabi Uniti.
Voi non siete ospiti inattesi in questa città, perché Matera 11 secoli fa è stata governata dall’emiro di Bari, Mufarraj ibn Sallam.
Dico questo perché Matera è una città senza età, dove è passato il mondo e quindi anche gli emiri, in tempi lontani.
Oggi gli emiri ritornano portando con sé la tensione del futuro, il valore di un riscatto, la temperie della volontà di non fermarsi di fronte all’impossibile.
Queste sono le connotazioni di questa città, sono i livelli di ispirazione che hanno dato a Matera un riconoscimento che sembrava impossibile, ma come voi sapete la cultura rende possibile ciò che è altamente improbabile e la bellezza unisce le persone e unisce i popoli.
C’è un rapporto, direi genetico, tra Matera e quanto accaduto a Dubai. 
In un villaggio neolitico di 5mila anni fa vi erano già i vasi di decantazione per catturare l’acqua, filtrarla e non disperderla. 
Amici, questa è una città sostenibile perché qui c’è un’ingegneria storica che parte da lontano e genera futuro, ed è una città comunitaria perché costruita dai capomastri, da una generazione popolare che ha realizzato quello che si può definire spazio geografico che si è fatto storia.
E la storia di questo tempo, caro Ministro Di Maio, è la testimonianza del valore profetico di questa città: rendere evidente che il presente è la continuazione del passato ma anche l’anticipazione del futuro. Grazie a lei, stiamo realizzando un disegno ambizioso (la Casa delle tecnologie emergenti, ndr) che va portato avanti perché rappresenta il legame forte tra identità e tecnica, tra autenticità e innovazione. Stiamo piantando, qui, queste serre, dove far fertilizzare i talenti per produrre progetti e soluzioni.
Matera non è più una città ferma, rassegnata, statica, fatalista. Questa è una città che esprime ormai di un dinamismo, che io spero non sia un dinamismo minoritario. Stiamo cercando di diffondere questa fiducia e questa speranza nel Mezzogiorno e nella Nazione, perché noi siamo convinti che si possa rinascere solo attraverso un’operazione di recupero di energie volitive e se chi ha responsabilità di governo sa coniugare i verbi al futuro. E il futuro ci lega a Dubai, con le nostre speranze e con le nostre visioni.
Rivolgo quindi un saluto affettuoso agli uomini che vengono da terre ardenti. Perché nel fuoco si creano storie”. 

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