lunedì, 29 Aprile 2024

Ricordate Teresa Papavero, la single sulla quarantina, goffa e imbranata, che si cacciava ripetutamente nei guai ma che a suo modo era un mito per tutte noi?  Dalla penna di Chiara Moscardelli arriva un’altra donna indimenticabile, Olga, protagonista del romanzo La ragazza che cancellava i ricordi (Einaudi).

Solitaria, il suo nome è un omaggio a Olga Čechova, “la bellissima allieva di Stanislavskij, nonché attrice del Terzo Reich e agente segreto del Cremlino”, voluto dalla mamma, Domenica Rosalia Bellomo, detta Mimì, “nella speranza che davvero i nomi fossero conseguenza delle cose – o, in questo caso, causa”. E questa madre – figlia di nobili decaduti, una ragazza strana, per molti un po’ fuori di testa, ma dotata di un’allegria e di una gioia di vivere che la rendevano cara a tutti – è una presenza/assenza nella sua vita, a causa di un Alzheimer precoce che provoca situazioni paradossali. Quella di Olga è una famiglia sfilacciata, con un padre che ha sempre creduto morto e all’improvviso si presenta, in incognito per avviarla a un singolare addestramento: evitare i legami affettivi, l’amicizia e l’amore, per preservarsi da qualsiasi dolore.

Un’educazione sui generis, fatta anche di dritte per imparare a dare e a schivare colpi, che porta quella ragazza magra e sgraziata da un piccolo paesino della Sicilia a Londra dove scopre il tebori, una tecnica di tatuaggi. Ormai abile ed esperta tatuatrice ritorna in Italia, a Trarego, sulle sponde del lago Maggiore.

Olga diffida di tutti, si tiene alla larga da qualsiasi coinvolgimento. E ha una paura matta di dover prima o poi trovarsi a inseguire ricordi perduti, come la madre. È fin troppo diretta, cinica, non sa proprio cosa sia la diplomazia; se al suo carattere schivo si aggiunge un’involontaria fama, quella di tatuatrice che cancella i brutti ricordi, quel “suo chiudersi a guscio” si inasprisce ulteriormente. Del resto, cosa ci si può aspettare se da piccola una risonanza magnetica riscontrò un danno al lobo frontale del cervello (“come per i serial killer. Ma questo lo aveva pensato solo lei, almeno cosi aveva sperato”)? Tra i suoi clienti ha molte escort, con una in particolare, Melinda, c’è un rapporto molto simile all’amicizia – parola grossa, per Olga. Ed è quando Melinda scompare che Olga abbassa un po’ la guardia e si lancia nella sua ricerca, un’avventura rocambolesca nella quale incontrerà un giornalista affascinante che metterà a dura prova tutte le sue reticenze sull’amore.

Le trame e i personaggi di Chiara Moscardelli non sono mai banali o scontati. Lei è riuscita a svincolare la chick-lit dai preconcetti che la rendevano un genere un gradino inferiore agli altri, conferendole invece un’identità marcata – la stessa che delle sue protagoniste, ammantate spesso di quella schiettezza che farebbe spesso tanto comodo anche a noi.

La Moscardelli ha pubblicato per Einaudi Volevo essere una gatta morta (2011), La vita non è un film (ma a volte ci somiglia) (2013), Volevo essere una vedova (2019) e La ragazza che cancellava i ricordi (2022). Tra gli altri suoi libri, Quando meno te lo aspetti (2015), Volevo solo andare a letto presto (2016), Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli (2018), Extravergine (2019) e Teresa Papavero e lo scheletro nell’intercapedine (2020).

Rossella Montemurro

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