venerdì, 26 Aprile 2024

Riceviamo e pubblichiamo l’ultimo comunicato stampa relativo alla presunta lacrimazione della statua dell’Addolorata a Pisticci Scalo (Matera). Sono presenti anche esame obiettivo e risultati degli esami di laboratorio che chiudono definitivamente la vicenda per cui l’Arcidiocesi di Matera–Irsina può dire con certezza che non si tratta di lacrimazione. 

L’Arcidiocesi di Matera–Irsina ha seguito con attenzione, scrupolosità e prudenza la vicenda della presunta lacrimazione della Statua dell’Addolorata di Pisticci Scalo.

Pur avendo elementi sufficienti, dopo le osservazioni del Vicario Episcopale, Mons. Filippo Lombardi, di Padre Pietro Anastasi e del Dott. Erasmo Bitetti, per concludere che non si trattasse di lacrimazione ma di un fenomeno di rifrazione della luce sulla superfice del volto della Madonna, ricoperto da materiali traslucidi intesi a generare tale suggestione, si è ritenuto di affidare un’ulteriore indagine al Dott. Salvatore Mastrogiulio, medico patologo Dirigente medico dell’U.O. di Patologia Clinica dell’Ospedale di Tinchi-Pisticci.

Dopo il sopralluogo effettuato il 6 aprile 2021 a partire dalle ore 17:00, iniziato con l’osservazione attenta dei particolari dell’effige e proseguito con il prelievo di campioni multipli dal volto della statua, il Dott. Mastrogiulio ha sottoposto gli stessi ad indagine con microscopia ottica pervenendo a queste conclusioni:

– Non si evidenzia materiale organico né presenza di cellule –

L’Arcidiocesi, alla luce di quest’ulteriore indagine, ritiene definitivamente conclusa la vicenda.
Pur comprendendo lo stato d’animo di quanti affermano di aver assistito ad una lacrimazione, si ribadisce che questa Curia da subito si è attivata, con senso di responsabilità, raccogliendo, scrupolosamente e scientificamente, elementi tali da escludere che tale fenomeno sia mai avvenuto. L’evidenza dei fatti ci è di aiuto ad uscire dall’errore.

La Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, che la Chiesa in questi giorni celebra e che da sempre annuncia come unica speranza di salvezza per tutta l’umanità, fondamento essenziale della nostra fede, ci è di aiuto a guardare fiduciosi e con speranza sotto lo sguardo materno della Vergine Madre, Maria.

Relazione del dottor Erasmo Bitetti, medico chirurgo

Come richiesto da sua Eccellenza, oggi 3 aprile 2021 ho eseguito un sopralluogo nella chiesa di San Giuseppe lavoratore a Pisticci Scalo per effettuare dei rilievi sulla statua della Madonna Addolorata che questa mattina alcuni testimoni dichiaravano di aver visto lacrimare.
L’indagine è stata condotta alla presenza del Parroco Don Giuseppe Di Tolve, del Vicario episcopale Don Filippo Lombardi e del comandante della stazione dei Carabinieri di Pisticci Giuseppe Laselva.
Il sopralluogo si è protratto per un’ora e mezza, dalle 15.30 alle 17.
Ho iniziato raccogliendo la testimonianza del Parroco che dichiarava di aver notato per primo, entrato in Chiesa alle 7 del mattino, dei segni compatibili con lacrime sul volto della statua.
Alla domanda se avesse rilevato tracce liquide vere e proprie rispondeva di sì senza però mettere a disposizione alcuno degli oggetti in stoffa (fazzoletti o simili) tramite i quali avrebbe raccolto le presunte lacrime, né riferiva della presenza di simili tracce sul pavimento dove la statua era collocata.
Ho effettuato i primi rilievi all’interno della chiesa e intorno all’altare nei pressi del quale la statua era rimasta fino a qualche ora prima: la temperatura ambientale risultava costante in tutte le aree esplorate oscillando tra i 15,5 ed i 16 gradi; le finestre lungo i muri perimetrali della chiesa erano aperte e in tal modo erano state mantenute nel corso della notte; l’asse maggiore della chiesa, delimitato da un lato dalla porta d’ingresso e dall’altro dall’altare, risultava posizionato nella direzione ovest- est.
Il sopralluogo è proseguito in una stanza al piano superiore della chiesa dove la statua era stata spostata e alla presenza degli stessi testimoni.
Il manufatto si presentava ricoperto da un telo in plastica che veniva rimosso per consentire le successive osservazioni.
La prima valutazione si è indirizzata alla ricerca di eventuali variazioni termiche lungo l’intera superficie del manufatto(mediante termo scanner)e si è conclusa con esito negativo. Analogamente non sono state riscontrate anomalie o segni di manomissione su ambedue i lati della statua e sul basamento di supporto.
Si è proceduto quindi all’osservazione della statua, realizzata interamente in vetroresina, che non presentava all’esame ispettivo nessun segno di materiale liquido, umidità o incrostazioni sul volto ma semplicemente delle variazioni colorimetriche di aspetto cangiante a seconda della diversa incidenza della luce ambientale, caratteristica tipica dei materiali traslucidi.
A prescindere dalla natura dei materiali in grado di produrre tale effetto ottico (oli, vernici ma anche lacrime artificiali) tanto la forma che le dimensioni e la distribuzione spaziale di quanto osservato risultano incompatibili con il comportamento di vere e proprie lacrime. L’indagine è proseguita con l’esame a luce naturale, luce bianca, luce radente e luce ultravioletta (mediante lampadina di Wood) di tutte superfici del manufatto ed in particolare della regione oculare.
Tutte le osservazioni sono state documentate mediante la raccolta di immagini fotografiche ad alta risoluzione e con vari livelli di dettaglio; a queste si è aggiunta una ripresa video, il tutto allegato alla presente relazione.
All’indagine condotta con luce ultravioletta le tracce in esame presentavano, a differenza del resto delle superfici, una netta fluorescenza: questo fenomeno si presenta quando una luce di particolare lunghezza d’onda colpisce delle sostanze le cui molecole assorbono energia ed entrano in uno stato eccitato.
La fluorescenza può realizzarsi per l’interazione della luce ultravioletta con materiali solidi, liquidi e gassosi ma più frequentemente in presenza di composti chimici di diversa natura.
In ragione della peculiare composizione del secreto lacrimale ritengo in scienza e coscienza che la fluorescenza osservata sia incompatibile con l’appartenenza delle tracce rilevate a materiale di natura organica.

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