mercoledì, 22 Maggio 2024

21 milioni per le PMI, pubblicato sul BUR l’avviso pubblico

Sviluppare e rafforzare le capacità di ricerca e di innovazione e l'introduzione di tecnologie avanzate; rafforzare la crescita sostenibile e la competitività delle PMI e la creazione di posti di lavoro nelle PMI, anche grazie agli investimenti produttivi; sviluppare...

Il 23, Giornata nazionale della legalità, l’Amministrazione di Matera comunale commemorerà il 32esimo anniversario della strage di Capaci con la cerimonia di piantumazione di due alberelli nel “Giardino della memoria”

Giovedì 23 maggio, Giornata nazionale della legalità, alle ore 12 l’Amministrazione comunale di Matera commemorerà il 32esimo anniversario della strage di Capaci, con una cerimonia simbolica nel “Giardino della memoria”, curato dal Terzo Circolo didattico scuola...

“Guardami dentro, amore mio. Cambia obiettivo alla tua fotocamera, che lo zoom può andare molto più in profondità di un semplice primo piano. Entra Nicola, smettila di vedere solo ciò che esiste nello spazio”.

Maria, la Marymia di Nicola, è così: cinica, disillusa, diretta. Con tanti bei barattoli di vernice nera che le sono venuti addosso ad adombrare la sua vita – in primis il dramma di Estate, la sorellina che anni prima è morta tragicamente e tutti si ostinavano a ripeterle “Non è stata colpa tua” – e una spirale di incertezze, forse la stessa che l’ha portata tra le braccia di Nicola e che oggi non le lascia scampo, facendole rimettere in discussione ogni cosa.

Nel mare c’è la sete (Fandango), il romanzo d’esordio della cantautrice Erica Mou, rispecchia nello stile in apparenza leggero il vortice di emozioni che agita Maria, un’irrequietudine che non la molla mai, anche quando la vita sembra sorriderle. No, nei suoi occhi c’è un’opacità di fondo che la accompagna, la stessa che contraddistingue chi le sta accanto e ha vissuto la tragedia di Estate.

“Penso che mia madre deve averne ricevuta così tanta, di vernice nera, che non è riuscita a trovare un barattolo di bianco sufficientemente grande per ripittarsi.

È diventata grigia, prugna, ocra, marrone.

E quando con i suoi occhi cangianti scatta le foto al mondo, io lo vedo.

La vedo la gravità che preme sulla gioia.

E lo vedo il volo che soffia sulla tristezza.”

L’unico che sembra immune, almeno fin quando non riceverà quella maledetta vernice nera, è Nicola – pilota d’aerei, cuoco e genero perfetto –, perso nella sua Marymia, dannatamente testardo nel chiederle “vuoi sposarmi?”. Pazienza per le sorelle, abuliche ma diffidenti nei suoi confronti, attente affinché lei non gli rubi il cuore: “E invece era successo, ma non ne avevo colpa. Non gli avevo rubato il cuore, me l’ero semplicemente ritrovato in borsa senza sapere cosa farmene.

Così l’avevo seppellito in giardino, tutto insanguinato e pulsante, dimenticandomi di lasciare un segno nella terra o un sasso di riferimento per poter ritrovare il punto.

Volevo restituirglielo, il cuore, ma non sapevo bene in che punto scavare”.

Ecco, quello che per tutte le ragazze sarebbe un traguardo, per Maria è una croce.

Perché irrisolta com’è – giustamente, con quel macigno che si porta dentro –, è emotivamente bloccata, circondata da un lutto perenne.

La sua vita è scandita dall’amicizia con una ragazza americana, Ruth, conosciuta in Inghilterra, e da un negozio bizzarro, il suo, nel quale i clienti vanno da lei perché pensi e compri per loro regali importanti per persone che lo sono altrettanto.
Il suo lavoro consiste nel confezionare l’amore e l’affetto con un bel fiocco, per chi non ha il tempo di farlo. È tutto un paradosso, Nel mare c’è la sete, che ha questa protagonista piena di sfaccettature, con un amore folle per le parole composte.

Solo nelle ultime pagine scopriremo cos’è accaduto a Estate e sempre alla fine prenderemo atto delle scelte di Maria che, probabilmente, non saranno le più giuste, per lei, sono le più sensate. La sua voce prende forma in una scrittura dallo stile asciutto e ci travolge con un carico inimmaginabile di introspezione.

Nel mare c’è la sete è una lunghissima canzone. – ha dichiarato l’autrice – Questo romanzo si svolge tutto in ventiquattro ore e, oltre a un’unità di tempo credo abbia anche un’unità di luogo: la storia, in fin dei conti, è ambientata tutta nella testa nella protagonista, in un posto che non è mio ma che mi sono ritrovata ad abitare, a indagare, a perdonare.

Nel mare c’è la sete non mi ha richiesto pazienza. Solo del tempo. E la differenza sta nel fatto che a volte la pazienza accetta la rinuncia se un punto esclamativo la segue. E molto spesso sottintende moderazione, sopportazione.

Il tempo invece no.

Il tempo, invece, vuol dire stare, esserci, prendersi cura.”

Erica Mou è una cantautrice nata e cresciuta in Puglia.
Nel 2012 vinse il Premio della critica al Festival di Sanremo 2012 (sezione Giovani). È stata candidata ai David di Donatello Awards per la miglior canzone originale nel 2014.
Attualmente vive a Tolosa, in Francia.

Rossella Montemurro

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap