giovedì, 25 Aprile 2024

In occasione della 15^ Giornata del
Contemporaneo promossa dal MiBACT in collaborazione con AMACI – Associazione
dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, il Polo Museale della Basilicata
riapre le porte del Museo di Palazzo Lanfranchi [temporaneamente chiuse per il
riallestimento del museo al termine della grande mostra Rinascimento visto da
Sud] agli amici di Palazzo Lanfranchi e ai tanti “cittadini temporanei” di Matera
– Basilicata 2019, con la mostra del fotografo spagnolo Juan Baraja “Unità
abitative. Corviale / Serpentone / Scampia”, a cura di Ermanno Tedeschi.

La mostra fotografica, allestita nella
Sala Levi e realizzata dal Polo Museale in collaborazione con l’Accademia di
Spagna, sarà presentata, Sabato 12 ottobre 2019, alle ore 18.30 [ingresso
libero] dalla Direttrice del Polo Museale Marta Ragozzino e dal curatore. Sarà
presente l’autore.

 Juan Baraja [Toledo 1984], laureato in
Belle Arti all’Università di Barcellona, è un giovane ma già affermato
fotografo il cui lavoro molto spesso mette a fuoco i caratteri intimi delle
architetture, sia storiche che soprattutto moderne. Rispetto a queste ultime,
l’obiettivo indagatore, delicato e severo al tempo stesso, del fotografo
spagnolo riesce sempre a restituire qualcosa che va più in profondità, che non
si ferma alla superficie. Come nel caso della ricerca “Unità abitative. Corviale
/ Serpentone / Scampia” ideata per la Giornata del Contemporaneo, con una parte
realizzata ad hoc grazie ad una campagna fotografica appositamente eseguita al
Serpentone di Potenza e che si presenta in anteprima a Matera. La mostra muove
da Corviale «un lunghissimo complesso residenziale concepito, come esempio di
edilizia popolare, all’inizio degli anni Settanta nell’estrema periferia ovest
di Roma» scrive Marta Ragozzino nel testo introduttivo del catalogo.

 Baraja ha attraversato con il suo occhio
attento questo questo grande edificio-città di cemento, cogliendone 
gli elementi universali e i tratti più intimi
che ha poi messo in relazione con quelli di altri due complessi residenziali
popolari cresciuti negli stessi anni Settanta a sud di Roma, le Vele di Scampia
a Napoli e il Serpentone di Potenza «che condividono con Corviale un analogo
orizzonte architettonico, un progetto sociale apparentemente ispirato ai
modelli francesi e giapponesi [Le Courbusier e Kenzo Tange tra gli altri],
anch’essi trasformati troppo rapidamente in “ghetti” urbani” – continua
Ragozzino – La mostra racconta il fallimento di quel progetto sociale, la vita
e la morte delle grandi utopie abitative attraverso la ricognizione degli
universali di quelle architetture concentrazionarie, che forse di per loro già
negavano la vita condensandola [e chiudendola] in eccezionali strutture».

 «Juan Baraja – come scrive il curatore
Ermanno Tedeschi – è un’eccellente artista che si caratterizza per la
sensibilità e l’impegno umano. Un artista esigente con sé e con gli altri,
desideroso di testimoniare e focalizzare alcuni particolari aspetti della
società odierna».

 La fotografia, per Baraja, è uno strumento
prezioso per fare conoscere la realtà nei suoi aspetti positivi e negativi. E,
continua Tedeschi, «Gli scatti fotografici, quasi delicate opere d’arte che
sembrano dipinte con il pennello, immortalano in particolare gli spazi comuni e
quelli che sono stati trasformati da chi gli ha vissuti. Il progetto nella sua
globalità è presentato come un mosaico composto da immagini di misure diverse
in cui emergono dettagli architettonici, luci e colori frutto di uno specifico
tipo di architettura; sembra quasi un invito ad entrare in un paesaggio che ci
fa perdere di vista il palazzo stesso».

La mostra, composta da 34 scatti, resterà
aperta fino al 17 novembre 2019 durante gli orari di visita del Museo [ore 9.00
– 20.00 / Mercoledì, ore 11.00 – 20.00]. Ingresso libero solo il giorno
dell’inaugurazione.

 
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