Nasce in Basilicata “ArcheoXcape”, la prima e più grande escape room didattica dedicata alla cultura classica in Europa. Un progetto ambizioso, concepito dal sindaco Giuseppe Galizia e realizzato dalla azienda torinese Wesen per il Comune di Baragiano, che trasporterà...
Vivere vuol dire anche affrontare una serie di separazioni. Vuol dire crescere assumendosi il rischio di amare follemente e altrettanto follemente soffrire.
Nell’Isola dell’abbandono (Feltrinelli), presentato questa sera a Matera da BurroSalato, la scrittrice Chiara Gamberale (foto dalla pagina Facebook dell’autrice) le sfumature dell’abbandono le ha analizzate tutte: c’è lo strazio di venire abbandonati, lo strazio di lasciare andare e la difficoltà di abbandonarsi.
Chiara ha emozionato, raccontando la sua Isola, svelando il suo dolore sordo per un lutto – quel sentirsi ogni mattina come “un pugile suonato”, indifferente al mondo. E, se prima il suo modo di affrontare situazioni simili era viaggiare, con una bimba piccola (Vita, oggi di poco più di un anno), mesi fa, era impensabile: “Ci vorrebbe una legge per le persone che soffrono, andrebbero tutelate. Perché non serve a niente chiedere “come stai?” quando davanti hai qualcuno che ti guarda con gli occhi sbarrati”.
Lei la forza l’ha trovata scrivendo, veicolando il dolore nelle parole di Arianna, la protagonista, e di Stefano – un uomo pericolosissimo che manipola e tradisce… – imbastendo una trama nella quale mito e realtà si intrecciano senza soluzione di continuità: sembra che l’espressione “piantare in asso” si debba a Teseo che, uscito dal labirinto grazie all’aiuto di Arianna, anziché riportarla con sé da Creta ad Atene, la lascia sull’isola di Naxos, in Naxos – in asso, appunto, senza un (apparente) motivo, senza una spiegazione.
“L’isola dell’abbandono è un romanzo sulle grandi trasformazioni e su come le accogliamo. C’è una persona che muore, una che nasce, un amore che inizia e un amore che finisce…”, ha spiegato la Gamberale.
Lei, che da sempre ha nella fragilità una forza incredibile, ha dialogato con Claudia Zancan della Libreria Mondadori, incantando una platea gremita.
L’autrice è nata nel 1977 a Roma. Ha esordito nel 1999 con Una vita sottile (Marsilio, premio Opera prima Orient-Express, Un libro per l’estate e Librai di Padova), seguito da Color Lucciola (Marsilio 2001), Arrivano i pagliacci (Bompiani 2002), La zona cieca (Bompiani 2008, premio selezione Campiello), Le luci nelle case degli altri (Mondadori 2010), L’amore, quando c’era (Mondadori 2012), Quattro etti d’amore, grazie (Mondadori 2013), Per dieci minuti (Feltrinelli 2013). Altre sue opere sono: Avrò cura di te (Longanesi 2014) scritto con Massimo Gramellini, Adesso (Feltrinelli 2016), Qualcosa (Longanesi 2017).
Rossella Montemurro
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