Anche il professor Nicola Incampo – l'autorevole docente che in migliaia seguono su Cultura Cattolica, autore di diversi testi scolastici e giuridici relativi all'insegnamento e agli insegnati della religione cattolica pubblicati dalle migliori case editrici – tra i...
Chuck Palahniuk non è nuovo a trame forti, disturbanti. È accaduto con Fight Club, Cavie, Soffocare, solo per citarne alcune. Ama sconvolgere, scuotere, è spesso dissonante rispetto alla realtà perché i protagonisti dei suoi romanzi hanno personalità sopra le righe, malate, eccessive.
Anche il suo ultimo romanzo, L’invenzione del suono (Mondadori, traduzione di Gianni Pannofino) vuole provocare e lo fa con lo stile proprio di Palahniuk: graffiante e indifferente a qualsiasi morale.
Mitzi Ives è un'”artista del suono”. La migliore nel campo, pagata a peso d’oro dai produttori di Hollywood che pretendono i suoi effetti speciali. Il lavoro di Mitzi consiste nel ricreare urla perfette per poter doppiare scene di film particolarmente violente. Ma lei, che è una fuoriclasse, non si accontenta di rumori doppiati con oggetti: i suoi sono così reali e agghiaccianti perché “usa” urla reali. In che modo? Torturando la vittima prescelta.
“Un simile regesto di grida la indusse a domandarsi se i film non fossero stati inventati come espediente per meglio diffonderle. Era una sorta di immortalità, un’agonia fissata per sempre, archiviata e conservata. Si domandò se i nativi americani non avessero ragione. Se una fotografia aveva il potere di rubare l’anima di una persona, forse quelle registrazioni erano l’anima dei morti. Erano morti, ma non in paradiso o all’inferno. Erano in catalogo. Producevano profitto. Alcuni – la maggior parte – erano in magazzino. Proprietà nascosta, nei cassetti di quegli schedari di metallo, in quelle gelide stanze di cemento. La mercificazione del dolore.”
Drogata, masochista, border line: Mitzi è decisamente un’outsider. Un altro personaggio del romanzo, anche lui abbastanza problematico è un padre che cerca ossessivamente la figlia scomparsa diciassette anni prima, Lucinda. È come se vedesse pedofili ovunque, cadendo così vittima di situazioni spiacevoli e al limite della legalità.
All’improvviso, un nuovo scioccante sviluppo gli fornisce il primo indizio su quella drammatica vicenda e Foster e Ives si troveranno in rotta di collisione.
L’invenzione del suono è un’inquietante riflessione sul pericoloso potere dell’arte, e ci regala un Palahniuk all’apice dei suoi sinistri e affascinanti poteri di geniale stregone letterario.
L’autore è nato a Pasco, negli USA, nel 1962. Ha studiato giornalismo e poi ha lavorato per diversi anni come meccanico.
Rossella Montemurro