venerdì, 19 Aprile 2024

Anche noi docenti di religione partecipiamo alla DaD (didattica a distanza) e proprio oggi durante un incontro con una classe in video lezione un alunno mi ha detto: “Professore, domenica scorsa per la prima volta ho ascoltato la Messa per televisione”.

E poi continuando con molta dolcezza mi ha chiesto: “Spiegatemi qual è la differenza della Messa vista per televisione e la Messa partecipata”.

Ho risposto: “E’ la stessa cosa come se io ti invitassi a casa a pranzare con me; io mi siedo a tavola e pranzassi e tu, di fronte a me, a vedere solo come io mangio senza poter partecipare al banchetto”.

Sì, perché durante la celebrazione dell’Eucarestia io mangio realmente il Corpo e il Sangue di Gesù.

Infatti l’Eucarestia è il sacramento istituito da Gesù nell’ultima cena: “Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi». (Lc 22,19s).

L’Eucarestia, che significa ringraziamento, è il memoriale della Pasqua, cioè dell’opera di salvezza compiuta da Gesù con la sua morte e resurrezione.

Egli, per suo stesso insegnamento e per la sua testimonianza, è realmente presente nell’Eucarestia e si dona a tutti noi.

Nel rito eucaristico il cui ministro è il Vescovo o il presbitero, il pane e il vino diventano veramente Corpo e il Sangue di Cristo. Per ogni cristiano partecipare all’Eucarestia e comunicarsi significa vivere e ricevere il più grande dono possibile, Dio stesso che fattosi cibo e bevanda garantisce la nostra vita e il nostro destino.

Non a caso, infatti, l’Eucarestia, è il più grande di tutti i sacramenti: questi donano la grazia, l’Eucarestia dona l’autore della grazia: Dio stesso!

Nicola Incampo

Responsabile della Conferenza Episcopale di Basilicata per l’IRC e per la pastorale scolastica

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