giovedì, 2 Maggio 2024

“Si va alla ricerca di stratagemmi per la longevità, quando la sintesi delle ricerche è nella sua essenza una sola: abbracciare l’equilibrio tra vuoti e pieni. Le pause sono la chiave, l’unica, per ritrovare energia e sono anche la strada per sperare di vivere bene e a lungo. Dosarle può ridurre il rischio di cancro, di infarti, di diabete, di demenze (questo emerge dalla letteratura scientifica, e non è un’esagerazione). Può regalare pensieri creativi, puntellare la memoria, proteggere dalle decisioni sciocche. Allontanare la stanchezza e l’ansia. In certi casi rendere più magri, spesso sereni, perfino più giovani.”

Lo afferma senza mezzi termini e supportata da una vasta bibliografia Eliana Liotta nel saggio La vita non è una corsa. Le quattro pause che fanno guadagnare salute e giovinezza (La Nave di Teseo). Un volume stilato in collaborazione con gli specialisti dell’Università e dell’Ospedale San Raffaele di Milano per offrire un percorso di soste possibili, per imparare a rispettare i tempi del nostro corpo e della nostra mente.

Ciò che è semplicissimo, concedersi una tregua, in una società frenetica come la nostra, nella quale rapidità e confusione la fanno da padroni, diventa un miraggio.

Eppure, leggendo il testo della Liotta ci si accorge quanto sia importante riuscire a ritagliarsi delle pause per tornare a conciliarsi con i bioritmi: riscoprire quanto sia essenziale immergersi sia nella luce sia nel buio, riposare bene, dormire, fermarsi… Miraggi, appunto, nelle nostre giornate caratterizzate da un’urgenza continua e dalla smania di riempire ogni momento vuoto per evitare la noia. Ma spesso, tutto questo, va a scapito del nostro benessere.

Un esempio? “Affoghiamo tutti nei messaggi. Un passo per salvarci è smettere di confondere la prontezza con la cortesia. Per la maggior parte della storia umana, dimostrare cura ha significato occuparsi dei bisogni di un gruppo ristretto di familiari, amici, vicini di casa. Ora non c’è limite alle persone richiedenti che possono irrompere nella casella di posta e nei messaggi dello smartphone. Se vogliamo frenare il sovraccarico virtuale dobbiamo quanto meno ridefinire il concetto di reattività. Prendiamoci il nostro tempo e rispondiamo quando possiamo, premettendo un gentilissimo “grazie per la pazienza”.”

Ecco, allora, a cosa servono i momenti in cui dobbiamo mettere in stand-by quello che ci circonda: “Le pause sono la chiave per ritrovare l’energia che ci manca e sono anche la strada per sperare di vivere bene e a lungo. Dosarle può ridurre il rischio di cancro, infarto, diabete, demenze, come emerge dagli studi scientifici. Può dare spazio alla creatività, puntellare la memoria, proteggere dalle decisioni avventate. Allontanare la stanchezza e l’ansia. In certi casi rende più magri, spesso sereni, perfino più giovani.”

Anche nelle esistenze più frenetiche, quando il lavoro e lo stress ci opprimono, possiamo immaginare la vita come una passeggiata, dove non conta solo il punto di arrivo, ma è ancora più importante quello che facciamo lungo il cammino. Con l’aiuto di un team di neuroscienziati, endocrinologi, gastroenterologi, psicologi, medici del sonno e fisiatri, l’autrice individua quattro tipi di intervalli fondamentali: le pause secondo natura, cioè previste dai nostri bioritmi, dal sonno alla respirazione profonda e al digiuno; le pause dei pensieri lenti, che passano per la ricerca di un equilibrio tra lavoro e privato, per la disconnessione dai dispositivi elettronici, per il coinvolgimento in cause ideali come il volontariato; le pause sentimentali, che costruiscono e rafforzano i nostri legami con gli altri, il fondamento vero della felicità e della salute; le pause non negoziabili, personalissime, a cui si deve il proprio senso di benessere. Conoscere e rispettare queste pause è una ricetta facile, economica ed efficace per ritrovare l’equilibrio di cui il nostro corpo ha bisogno.

Eliana Liotta è autrice di libri di successo, come La dieta Smartfood, in collaborazione con l’Istituto europeo di oncologia (IEO), tradotto in oltre 20 Paesi, L’età non è uguale per tutti, Prove di felicitàIl cibo che ci salveràLa svolta ecologica a tavola per aiutare il pianeta e la salute, da cui ha tratto cinque monologhi in onda su Rai 1. Docente di Editoria scientifica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, firma due rubriche settimanali sul Corriere della Sera (su Io Donna e sulle pagine domenicali di salute) e dirige il mensile Benessere. Tra i riconoscimenti, il premio Montale per la saggistica e il Premiolino, il più antico premio giornalistico italiano.

L’Ospedale San Raffaele è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e un policlinico universitario di rilievo internazionale e di alta specializzazione. L’Università Vita-Salute San Raffaele è un’eccellenza riconosciuta per la qualità della sua ricerca e della sua didattica, caratterizzata dalla forte integrazione tra gli ambiti biomedico, psicologico e filosofico.

Rossella Montemurro

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